Via libera degli Usa a una richiesta di Berlusconi di quattro anni fa
Renzi arma due droni per renderli “combattivi”
Anche Renzi, come Obama, avrà i suoi droni armati di bombe “intelligenti” per supportare la sua politica interventista nel Mediterraneo e in Nord Africa fulminando dall'alto tutti i “terroristi” che vuole. Lo ha svelato una recente notizia dell'agenzia Reuters
, dopo averne avuto conferma da funzionari americani: dopo quattro anni dalla richiesta fatta dall'allora governo Berlusconi, e previo pagamento di 129,6 milioni di dollari, il governo americano ha concesso a quello italiano di armare di tutto punto due dei sei droni “Reaper” di cui dispone, e utilizzati finora solo per missioni di ricognizione.
Il Pentagono ha informato infatti il Congresso che non vi sono più ostacoli alla vendita di missili e bombe a guida laser all'Italia per armare i suoi droni, un “privilegio” concesso finora solo alla Gran Bretagna, unico Paese con cui gli Usa si fidavano di condividere la loro tecnologia in quanto loro alleato storico. E così, non appena arriverà il voto quasi certamente favorevole del Congresso, la Defense Security Cooperation Agency è pronta a vendere all'Italia un bel “pacchetto” contenente 156 missili Helfire II, 30 bombe a guida laser Gbu-12, 30 bombe a guida satellitare avanzate Gbu-49 e 30 bombe Gbu-54.
Come mai proprio ora, dopo aver nicchiato quattro anni, gli imperialisti americani si sono decisi a dare via libera alla richiesta italiana? Alcuni esperti dicono che la General Atomics che produce i droni MQ-9 “Reaper” (falciatrice, ndr) venduti anche all'Italia utilizzano una tecnologia ormai superata, che presto verrà abbandonata in favore di una molto più efficace e avanzata. Cosicché ormai il governo americano non rischierebbe nulla a condividerla, mentre d'altra parte fa comodo all'industria bellica americana continuare a produrre e vendere armamenti obsoleti: come sta avvenendo con gli F-35, insomma, che l'Italia ha cominciato ad acquistare ora a prezzi astronomici, e che sono già tecnologicamente vecchi, oltreché pieni di difetti.
Resta la sostanza politica, però, che l'Italia è l'unico altro Paese, oltre alla Gran Bretagna, ad aver avuto questo “privilegio”. Alla Turchia, per esempio, altro importante alleato storico e membro della Nato che aveva presentato analoga richiesta, non è stato ancora concesso. Sembrerebbe quindi che per Obama e il Pentagono l'Italia di Renzi sia ritenuta un alleato più affidabile della Turchia di Erdogan, e probabilmente a fare la differenza è stata la recente decisione del presidente del Consiglio, su richiesta esplicita di Obama, di prolungare praticamente senza scadenza la permanenza del contingente militare italiano in Afghanstan. Lo sblocco della fornitura necessaria ad armare i due droni italiani sarebbe insomma una contropartita alla sollecita risposta di Renzi, nel quadro di una rafforzata alleanza imperialista tra Washington e Roma che non è mai stata così stretta dai tempi di Berlusconi e Bush.
Il nuovo duce avrà così i suoi droni “combattivi” per dare più muscoli alla sua politica guerrafondaia e interventista verso il Mediterraneo e il Nord Africa, e in particolare per bombardare, ufficialmente, i “barconi” degli scafisti, ma in realtà i combattenti islamici, nel quadro dell'intervento militare che è pronto a scatenare in territorio libico non appena ne avrà il pretesto legale internazionale. E nello stesso tempo i droni armati gli possono tornare utili anche per supportare i nuovi compiti offensivi e di combattimento sul campo che le truppe italiane rimaste in Afghanistan devono svolgere, ora che il contingente spagnolo che le affiancava è stato ritirato.
18 novembre 2015