No alle misure liberticide “antiterrorismo”
L'allerta 2 rende possibile l'impiego dei corpi speciali delle Forze armate
I sostenitori della guerra imperialista e della repressione che siedono nel governo Renzi, hanno colto al balzo la palla degli attentati di Parigi per imporre alle masse popolari italiane una serie di misure di stampo fascista passate per “antiterrorismo”. La mattina di sabato 14 novembre, il Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza, presieduto da Renzi, si è riunito al Viminale, alla presenza del ministro Alfano e dei vertici delle “forze dell'ordine”. Il risultato della riunione stabilisce che il territorio italiano venga considerato in stato di “Allerta2”: la fase che precede la mobilitazione militare prevista per un attacco in corso. In sostanza Renzi ha imposto agli italiani le prove generali di guerra.
Il governo ha chiesto ai prefetti di convocare i comitati provinciali per l'ordine e la sicurezza al fine di avere in “pochissime ore un report” di analisi su tutto ciò che avviene sul territorio italiano al fine di avere un “controllo” militare capillare del territorio. Se ne deduce che in questa mobilitazione preguerra tutto ciò che riguarda riunioni di massa, manifestazioni, appuntamenti politici e religiosi passerà ancora di più al vaglio e alla censura nelle forme e nei contenuti.
L’allerta permette l’entrata in azione dei corpi speciali militari dei Gis e dei Nocs, “in assetto operativo”, contro chi e che cosa non viene meglio specificato, che si divideranno le eventuali emergenze con i militari del Col Moschin (parà) e e Comsubin (incursori).
In particolar modo preoccupa la militarizzazione della Capitale che, col pretesto di un presunto attacco al Giubileo cattolico, viene soffocata in una morsa militare che ha precedenti solo nel ventennio mussoliniano. Settecento militari in più annuncia Alfano sono già schierati a Roma. Entro novembre vi saranno trasferiti altri 640 poliziotti, 388 carabinieri e 169 finanzieri, Il prefetto di Roma in una sorta di ufficio da super poteri di Polizia “curerà il raccordo operativo tra le amministrazioni dello Stato interessate e gli enti territoriali” applicando sul territorio direttamente le indicazioni del governo non soltanto in merito di Sicurezza, ma entrando con decisioni insindacabili nei settori di gestione civile come Sanità, Trasporti e mobilità, Telecomunicazioni, Servizi essenziali e servizi tecnici di urgenza, Volontariato di protezione civile, Comunicazione, finora gestiti dalle istituzioni borghesi elettive.
I prefetti, col pretesto dell'Allerta2, diventano un ulteriore strumento per scardinare le competenze delle istituzioni elettive e per conseguire la politica di accentramento e rafforzamento del potere dell'esecutivo, proprio come al tempo del fascismo.
I prefetti dovranno aggiornare il numero degli “obiettivi sensibili”, il che significa maggiore militarizzazione delle zone “a rischio”, intensificazione dell'”attività informativa”, incremento della presenza di militari, polizia in divisa e in borghese per strada, aumento delle “zone rosse”, recinzioni ecc.
Non soltanto Roma, ma anche altre grandi città e piazze da Milano a Torino, Venezia, Napoli subiranno un'ulteriore militarizzazione con l’assegnazione di altre unità alle questure di Ancona, Foggia, Padova e Perugia dove si trovano importanti luoghi di culto.
La stretta riguarda anche la mobilità interna e da e per l'estero. Come in tempo di guerra, si prevede la blindatura delle frontiere. È quasi certo, poi, che verrà autorizzata anche in Italia l’acquisizione dei dati dei passeggeri del trasporto aereo. Probabilmente entrerà in vigore il Pnr, cioè il codice di registrazione per chi prende l'aereo, che fornisce informazioni riservate sui passeggeri, ma i controlli, ha minacciato Alfano, riguarderanno strade, ferrovie, porti, aeroporti. Si procederà all'identificazione di coloro che viaggiano in treno, sia attraverso l'analisi dei biglietti acquistati via internet o con carte di credito, ma anche con la richiesta dei documenti nelle stazioni e sui convogli, sulle navi, nei porti. In sostanza un progetto di identificazione e schedatura di massa dei viaggiatori.
Ma è sulla parte “più debole” e indifesa della società che si concentra il controllo fascista e la repressione. Un intero capitolo riguarda le procedure xenofobiche del controllo dello “straniero”, considerato dal governo alla stregua di un terrorista, di un nemico interno da monitorare.
“Sul tema dell’immigrazione - ammette Alfano - sarebbe controintuitivo escludere che ci possano essere delle infiltrazioni. Non abbiamo mai confuso chi spara, che è un assassino, con chi prega, che va difeso se non è colluso. Gli islamici italiani devono sapere che il nostro è un grande Paese che riconosce la libertà di culto che difendiamo. Ma chi sbaglia viene espulso o arrestato”, ha ribadito Alfano, che suona come un messaggio minaccioso aggressivo e minaccioso che pretende, pur dichiarando la discriminante tra chi prega e chi spara, di fare di tutta l'erba un fascio. Ma nel pensiero di Alfano nella caccia al nemico già chi prega, chi esprime un dubbio sul pensiero dominante borghese, chi dice “NO” alla politica imperialista italiana ed europea può diventare un “colluso”.
Si intende ovviamente che se si cerca il colluso tutti sono potenziali collusi e le moschee italiane saranno sottoposte ad una vigilanza poliziesca finosa mai vista, che possono arrivare a perquisizioni a tappeto.
L'atteggiamento qui è da bonifica dei luoghi di culto dei musulmani, dove sarebbe ritenuto maggiore il rischio di proselitismo dell'IS. I provvedimenti per allontanare dall'Italia i sospetti, attenzione che qui si parla di semplici “sospetti” non dovranno più avere una motivazione collegata a un pericolo imminente o a una minaccia concreta. Le autorità di Polizia possono decidere insindacabilmente di espellere sulla base di un semplice indizio, un contatto internet, una parola detta al telefono un profugo o un immigrato. E coloro che ancora sono imbrigliati dall'idea reazionaria di sentirsi tanto più al sicuro quanto più vengono oppressi e tormentati gli stranieri, specie se di religione musulmana, dovranno comprendere che la restrizione delle garanzie e dei diritti sarà un problema generalizzato. Chiunque sulla base di una parola, di una posizione diversa da quella del governo, sulla base dell'espressione di un dubbio sulla politica estera del governo Renzi potrà essere preso di mira dallo Stato fascista in guerra.
Il giro di vite a destra prevede anche la bonifica del rischio di proselitismo nelle carceri italiane da parte dell'IS. Per questo il governo ha disposto una intensificazione del monitoraggio e delle norme di vigilanza all'interno delle prigioni con l'ausilio della Polizia Penitenziaria. Sulla base di un censimento della popolazione carceraria sospetta, la polizia verificherà i legami creati, le uscite di chi è stato liberato dopo aver scontato la pena, i suoi legami in Italia e nel Paese d'origine. Ci possiamo solo immaginare a quale regime di restrizioni, a quali soprusi, a quali interrogatori possano essere sottoposti i carcerati di religione musulmana solo sulla base di semplici sospetti di collusione.
Renzi fa “appello alla responsabilità di tutti noi per come ci poniamo di fronte a questa nuova sfida che durerà anni”. Significa che misure del genere non sono temporanee, ma strutturali un vero e proprio stato di guerra. Dobbiamo rifiutarle.
I popoli non hanno alcun motivo per appoggiare questa guerra che fa unicamente gli interessi degli imperialisti, cioè del capitalismo e delle classi dominanti borghesi, che per sostenere le loro economie e "spazi vitali" usano le armi per sottomettere i popoli che si ribellano al loro dominio e per depredare le ricchezze, soprattutto il petrolio e le materie prime, dei loro paesi.
Attualmente è il Medio Oriente, in particolare la Siria, l'Iraq e la Libia, che fa gola all'imperialismo americano, europeo e russo.
Noi ribadiamo, come più volte abbiamo fatto, che la militarizzazione del Paese non produce sicurezza, ma aumenta l'insicurezza e l'arbitrio. Le masse popolari italiane non saranno più sicure, ma solo più oppresse ed esposte a rischi, non soltanto quelli di un'eventuale guerra e di un attacco terroristico, ma quelli dell'uso al di fuori di ogni regola ed in regime di straordinarietà di misure di repressione e controllo.
Le masse popolari italiane saranno più sicure solo quando verranno eliminate le cause del conflitto in atto che risiedono nella criminale guerra che la santa alleanza
imperialista, della quale fa parte l'Italia di Renzi, conduce contro lo Stato islamico. Per evitare gli attentati l'unica strada è quella di cessare la guerra allo Stato islamico. Dobbiamo rifiutare e rispedire al mittente la propaganda bellicista da stato di emergenza, perché la verità è che quella in cui Renzi vuole trascinarci legati come salami non è la nostra guerra. Questa è la guerra degli imperialisti alla quale dobbiamo sottrarci. Dobbiamo dire “NO”, mille volte “NO” a questo tentativo di Renzi di farci accettare ideologicamente questa guerra attraverso il ricatto del terrore. Questo genera solo terrore e barbarie. Lo stato di Allerta2 va rispedito al mittente come atto guerrafondaio contro le stesse masse popolari italiane e questo governo che è una iattura per la sua politica interna ed estera, va cacciato senza più tergiversare.
18 novembre 2015