Le menzogne di Hollande, Obama e Renzi e la nostra posizione sullo Stato islamico
Per abolire ogni barbarie, bisogna abolire l'imperialismo
L'attacco avvenuto a Parigi nella notte fra il 13 e il 14 novembre versando il sangue di centoventinove civili innocenti ha, com’è naturale, scosso profondamente tutti. L’attacco è avvenuto esattamente un mese dopo la 5a Sessione plenaria del 5° CC del PMLI e la sua presa di posizione riguardo l’attuale lotta antimperialista dei movimenti islamici, fra cui l’IS. Questi nuovi fatti impongono forse di rimettere in discussione la politica estera antimperialista del Partito, segnatamente la sua posizione sullo Stato Islamico? Questa posizione, anche alla luce dei nuovi avvenimenti, resta coerente con i principi del marxismo-leninismo-pensiero di Mao e dell’antimperialismo?
L’attacco di Parigi è ingiustificabile e assolutamente non condivisibile, poiché ha colpito tanti innocenti, prevalentemente giovani, alla cieca, accusati ingiustamente di essere “crociati”. Tuttavia non bisogna lasciare che l’orrore per un attacco di questo tipo oscuri il proprio raziocinio, bisogna sempre pensare con la propria testa, non perdere di vista il contesto in cui avvengono i fatti e non cedere alla propaganda degli imperialisti e dei guerrafondai.
Hollande, Obama e Renzi hanno sostanzialmente sostenuto che l’IS ha dichiarato guerra all’Occidente. Ma così falsificano la storia e capovolgono le responsabilità: sono stati gli USA, la Francia, l’Italia, la Germania, la Gran Bretagna ecc. ad avere invaso, messo a ferro e fuoco e depredato l’Afghanistan e l’Iraq, a essersi ingeriti illegalmente negli affari interni della Libia e della Siria bombardandole, nascondendo le loro azioni imperialiste e criminali come “guerra al terrorismo” e “missioni umanitarie”, quando in realtà hanno causato a quei popoli le stesse devastazioni e le stesse tragedie che ora sono state portate, al contrario, in Europa, con i fatti di Parigi e con gli altri attacchi che probabilmente, purtroppo, seguiranno.
Hollande, Obama e Renzi ci chiedono di unirci attorno ai “valori” dell’Occidente. Fingono cioè che ci siano un “noi” e un “loro” impegnati in una guerra di civiltà o di religione. Ci chiedono di unirci con chi devasta il Medio Oriente da oltre quindici anni, con chi bombarda la Siria, con chi ha distrutto l’ospedale di Medici Senza Frontiere a Kunduz, con chi fa “missioni umanitarie” a suon di bombe su villaggi, ospedali, scuole, alimentando ad arte i conflitti etnici e religiosi locali per favorire il proprio dominio e la rapina delle risorse di quei territori. Il nostro governo ci chiede di unirci in difesa della democrazia, ma è proprio il governo che ha fatto a pezzi le libertà democratico-borghesi nel nostro Paese con l’Italicum, l'abolizione del Senato e altri provvedimenti, che ha legalizzato il supersfruttamento del lavoro e cancellato i diritti dei lavoratori con il Jobs Act, che distrugge la scuola pubblica, che manganella chi osa protestare, che presumibilmente inasprirà le leggi liberticide nel nome della “sicurezza” (come ha già annunciato di voler fare). No, non c’è nessun “noi” Occidente democratico e libero in lotta contro “loro” islamici tirannici e sanguinari. Ci sono gli imperialisti che opprimono il loro stesso popolo e i popoli degli Stati che invadono e bombardano, da una parte, ed i popoli e gli Stati oppressi e invasi dall’imperialismo, dall’altra.
Come ricorda Lenin: “Il Partito comunista, interprete cosciente della lotta del proletariato per l’abbattimento del giogo della borghesia anche nella questione nazionale, non deve muovere da principi astratti e formali ma […] da una distinzione netta tra le nazioni oppresse, soggette, private dai loro diritti, e le nazioni che ne sfruttano e opprimono altre”
. Chi ama la pace, vuole l’amicizia fra i popoli, si oppone all’imperialismo e aspira al progresso e alla libertà di tutti i popoli non può assolutamente appoggiare questi governi; il suo appoggio deve andare, al contrario, alle lotte dei popoli e degli Stati oppressi. Oggi questi ultimi comprendono anche lo Stato Islamico, che, come conseguenza della complessa situazione politica, economica e culturale esistente in quei luoghi e per via dell’assenza di forze antimperialiste di sinistra in grado di conquistare l’egemonia, è divenuto il più forte. Oggettivamente sta combattendo una guerra di resistenza contro l’imperialismo (sia pure con metodi e atti raramente condivisibili in quanto sono spesso rivolti contro obiettivi civili e non militari). Finalmente sono anche altri ad ammetterlo, sembra che tanti antimperialisti e progressisti confusi e tentennanti ora abbiano capito a che cosa portano la guerra e i bombardamenti contro l’IS. L’unica soluzione per evitare nuove tragedie come quella di Parigi è quindi fermare questa guerra in corso da quindici anni, che è una guerra ingiusta, imperialista, utile solo a ingrassare gli imperialisti, i capitalisti, i fabbricanti e commercianti d’armi e i monopolisti di casa nostra, a spese del nostro amato popolo e dei popoli fratelli, a cominciare da quello francese e dei Paesi arabi.
Questo è l’unico significato dell’appoggio di fatto, solamente di fatto
, e su un piano puramente politico
e non organizzativo
, alla guerra di resistenza che l’IS conduce per cacciare gli imperialisti dal suo territorio. Ma ciò non ci impedisce di essere contrari alla sua ideologia reazionaria e oscurantista, alla sua cultura religiosa retrograda, alla sua organizzazione sociale feudale, alla sua strategia per un mondo islamico, alle sue tattiche e a molti suoi atti, non ci impedisce di essere totalmente contrari ai massacri di Parigi, del Bardo e così via, all’oppressione delle minoranze etniche e religiose nei territori dell’IS, agli attacchi contro l’eroico popolo curdo. Noi non appoggiamo l’IS in quanto organizzazione statale, politica e militare, semplicemente ci opponiamo con tutte le nostre forze alla guerra contro di esso, perché è ingiusta e non porterà a nient’altro che a ulteriori spargimenti di sangue innocente.
Per tornare al cuore della riflessione, dunque, l'attacco di Parigi non ha smentito ma confermato in pieno la posizione del Partito, dimostrando quanto quest’ultimo sia stato lungimirante e abbia inquadrato correttamente la natura del problema sin dall’attacco a “Charlie Hebdo”.
Gli imperialisti non hanno alcun diritto di decidere sul destino dello Stato Islamico, questo diritto spetta solamente ai popoli che vi abitano. “Le nazioni hanno il diritto di organizzarsi come desiderano, hanno il diritto di conservare qualsiasi loro istituzione nazionale nociva o utile, e nessuno può (non ne ha il diritto!) intervenire con la violenza nella vita di una nazione”
; questa magistrale citazione di Stalin imposta perfettamente il problema. Ciò non comporta necessariamente condividere queste istituzioni, tant’è che Stalin distingue fra nocive e utili, ma semplicemente ribadire il fondamentale principio antimperialista secondo cui nessuna potenza può arrogarsi il ruolo di gendarme del mondo e dettare legge in altri Stati sovrani. Ci hanno provato l’imperialismo americano e il socialimperialismo sovietico e hanno provocato solo morte e distruzione, ci stanno provando gli imperialisti russi ed europei e l’esito non sarà diverso. Piaccia o no, l’IS è uno Stato sorto dal disfacimento dei regimi iracheno e siriano, non una semplice organizzazione terroristica, peraltro ha abbattuto i confini nazionali decisi arbitrariamente dagli imperialisti occidentali tramite l’accordo Sykes-Picot, che era il sogno anche di Nasser e successivamente del baathismo.
Solo allora, quando i popoli saranno liberi di decidere il proprio destino senza ingerenze imperialiste esterne, esploderà la contraddizione fra questi popoli oppressi e lo Stato Islamico che li opprime e prima o poi anche il Califfato reazionario verrà travolto e distrutto dal progresso della storia. In questo quadro, si potrebbe addirittura dire che chi sostiene, a sinistra, l’intervento dell’imperialismo, magari russo, paradossalmente ritarda la fine dell’IS.
Quanto torna prepotentemente vivo e pulsante l’accorato appello lanciato dal compagno Erne nel suo rapporto alla Sessione plenaria del CC: “lasciate in pace quei popoli, lasciateli decidere liberamente da soli il loro destino e lasciateli risolvere autonomamente le loro contraddizioni interne e, d'incanto, si dissolverà ogni nube di guerra”!
Invece, queste nubi si stanno addensando sempre più nere e minacciose, per colpa dei governanti imperialisti europei, americani e russi, a cominciare da Hollande che con il discorso di guerra al parlamento francese del 16 novembre ha proclamato la nuova avventura militare dell’imperialismo, contro la quale non solo il popolo francese, ma tutti i popoli europei coinvolti, oltre a quello americano, devono opporsi. Ciò preannuncia soltanto altri lutti e distruzioni ai popoli arabi ed europei.
La soluzione l’ha indicata con chiarezza e lungimiranza l’Ufficio politico del PMLI nel comunicato del 14 novembre: spiegando che gli attentati di Parigi “sono la diretta conseguenza della criminale guerra che la santa alleanza imperialista, della quale fa parte la Francia di Hollande, conduce contro lo Stato islamico”, ha avvertito che “è facilmente prevedibile che essi continueranno e investiranno tutti i paesi della suddetta coalizione. Per evitarli l'unica strada è quella di cessare la guerra allo Stato islamico”.
È la barbarie dell’imperialismo che genera barbarie. Per abolire ogni barbarie, bisogna abolire l’imperialismo.
25 novembre 2015