Si sciolgono i ghiacciai per l'effetto serra
Il Report “Ghiaccio bollente” del WWF, una visione planetaria sulla riduzione dei ghiacci del pianeta e i suoi effetti su specie animali ed uomo basata sulle più recenti evidenze scientifiche, segnala la preoccupante riduzione dei ghiacci delle zone polari nelle quali l’aumento della temperatura media è il doppio di quella registrata nel resto del globo. Un enorme problema poiché dal ghiaccio del pianeta dipendono risorse idriche, la mitigazione del clima, l’equilibrio degli Oceani e le emissioni di gas serra. I ghiacciai, in moltissime aree del mondo, sono il serbatoio di acqua dolce durante le stagioni estive e secche, dunque fondamentali per agricoltura e industria. 2 miliardi di persone soffriranno per la scarsità di acqua dovuta alla perdita dei ghiacci asiatici poiché ben 7 grandi fiumi, dai quali dipende il 95% dell’agricoltura di quella vasta area, sono alimentati dai ghiacciai himalayani.
Anche il clima dei paesi europei che si affacciano sull’Atlantico, compresi quelli del nord, potrebbe risentire dell’effetto di progressiva fusione poiché il nastro trasportatore naturale degli oceani, di cui fa parte la corrente del Golfo, ha consentito ad esempio a Gran Bretagna, Irlanda, Francia, e paesi scandinavi di godere di un clima mite nonostante la latitudine: la composizione salina degli oceani per effetto della fusione dei ghiacci polari rischia di rompere questa importante pompa di calore. Il 70% delle coste del mondo subirà forti modificazioni.
L’innalzamento dei mari, dovuto alla fusione dei ghiacci, e l’aumento degli eventi meteorologici estremi, minaccia i 360 milioni di abitanti delle grandi metropoli costiere: a rischio ci sono Miami, New York, Shangai, Bangkok, Mumbai, Londra, Amsterdam, Alessandria d'Egitto. Anche numerose isole del Pacifico sono minacciate dall’aumento del livello dei mari e alcune sono destinate a scomparire per sempre. Le Maldive, nell’Oceano Indiano, potrebbero essere inondate entro 30 anni.
L’effetto serra globale viene ulteriormente aumentato anche dallo scioglimento del Permafrost (terreno perennemente ghiacciato delle regioni artiche) il cui disfacimento libera in atmosfera metano e anidride carbonica. Oltre 1.000 miliardi di tonnellate di carbonio sono depositate nel suolo sotto la tundra artica e il riscaldamento globale potrebbe accelerare il loro rilascio sotto forma di Co2 e metano.
Infine, il ghiaccio è di vitale importanza anche per la sopravvivenza di tantissime specie, dalle enormi balene agli orsi polari, che popolano assieme ad altre 65 specie di mammiferi terrestri, 35 marini, 21.000 specie di animali, piante e funghi, i poli terrestri. Secondo il WWF, “Uscire dai combustibili fossili, a partire dal carbone, deve essere l’obiettivo ineludibile dell’intera umanità, ed è la condizione per cercare di mantenere il riscaldamento globale ben al di sotto dei 2°C e scongiurare gli scenari più catastrofici. Abbiamo le alternative ai combustibili fossili pronte, sono fonti rinnovabili e pulite; insieme all’uso razionale ed efficiente di energia e materiali, possiamo farcela e offrire a tutti nuove opportunità”.
Il riscaldamento della Terra si deve ai raggi solari che giungono sulla superficie terrestre senza rimbalzare nuovamente nello spazio. Essa si riscalda fino alla temperatura alla quale il nostro pianeta irradia energia nello spazio, allo stesso ritmo con cui il Sole gliela trasmette. Nell’Universo qualsiasi corpo caldo, compreso il nostro pianeta, irradia energia elettromagnetica e più è caldo più le radiazioni aumentano. Quando il Sole irradia energia sulla Terra, quest'ultima si riscalda fino a raggiungere la temperatura alla quale irradia a sua volta nello spazio un’energia pari a quella in arrivo dal Sole. In questo modo il pianeta si trova in un equilibrio energetico. Mentre il Sole invia raggi ultravioletti verso la superficie della Terra, la Terra irradia nello spazio raggi infrarossi che sono a onda lunga. Perché possa esistere una condizione di equilibrio energetico i raggi ultravioletti in arrivo devono essere pari agli infrarossi in uscita. L’atmosfera terrestre contiene alcune molecole, come quella del biossido di carbonio o anidride carbonica (CO2), che intrappolano una parte delle radiazioni infrarosse dirette verso lo spazio. Pertanto questi gas alterano l’equilibrio energetico: gli ultravioletti in arrivo sulla Terra sono superiori agli infrarossi diretti verso lo spazio: e si verifica un vero e proprio riscaldamento del globo. Va precisato che l’effetto serra venutosi a creare per cause naturali costituisce una base fondamentale per la vita sulla Terra e non un problema.
Se il nostro pianeta non registrasse nella composizione fisica della sua atmosfera una certa componente di gas, come l’anidride carbonica, la Terra sarebbe un luogo molto più freddo, come la Luna, e non sarebbe in grado di sostenere la vita così come la conosciamo noi oggi. Senza questo effetto serra naturale la temperatura media sulla superficie del nostro pianeta sarebbe di circa 14°C sottozero, molto oltre il punto di congelamento dell’acqua. Grazie all’effetto serra naturale la temperatura media è invece intorno ai 18°C sopra lo zero. In pratica è immettendo ulteriori e significative quantità di gas serra nell’atmosfera a causa delle grandi attività industriali e modificando l’utilizzo dei suoli, che si provoca un pericolosissimo innalzamento della temperatura superiore al range delle oscillazioni verificatesi nel corso della storia umana.
I principali fattori in grado di modificare il clima sulla Terra sono soprattutto i seguenti: le variazioni che si verificano nella radiazione solare (ad esempio dovute ad una variazione dell’orbita della Terra attorno al Sole); le variazioni dell’albedo, cioè della frazione di radiazione solare che viene riflessa in varie parti della Terra (ad esempio dalla copertura nevosa, dal ghiaccio, dalla vegetazione, dai deserti e dalle particelle aerosol in atmosfera) ed in ultimo l’immissione di gas che modificano la composizione chimica dell’atmosfera e incrementano l’effetto serra naturale.
9 dicembre 2015