L'ha deciso il parlamento
Anche la Gran Bretagna bombarda l'IS in Siria
Il beniamino della “sinistra” borghese e dei falsi comunisti, Corbyn, lascia libertà di voto ai parlamentari del Labour. Bombardano anche gli aerei del nazisionista Netanyahu
Alla missione in Siria partecipa anche la Germania

 
Due Tornado della Raf decollati il 3 dicembre dalla base di Akrotiri a Cipro colpivano obiettivi dello Stato islamico in Siria. Non erano passate che poche ore dal via libera all'operazione incassato a larghissima maggioranza ai Comuni dal premier David Cameron. A favore del'intervento in Siria contro l'Is votavano 397 parlamentari, 223 i contrari.
La Camera dei Comuni nel 2013 si era opposta all’invio dell’esercito contro il regime di Bashar al-Assad, adesso dopo gli attentati di Parigi Cameron ha avuto buon gioco nel giustificare un atto che lo mette finalmente alla pari degli alleati imperialisti Hollande, Erdogan, Obama e Putin nella guerra all'Is e per non essere tagliato fuori dai giochi per la futura spartizione del controllo della regione.
A spianare a Cameron la strada del voto favorevole all’intervento militare contro l’Is in Siria è servita anche la spaccatura interna al Labour col leader Jeremy Corbyn, uno dei nuovi beniamini della “sinistra” borghese e dei falsi comunisti, che non ha dato battaglia e lasciato libertà di voto ai suoi parlamentari. Dando ragione a quelli come l'ex-ministro Alan Johnson che citava la recente risoluzione dell'Onu che chiede di usare "tutti i mezzi necessari per sradicare l'Is a tutti i paesi che hanno la capacità per farlo" e sottolineava che in fondo si trattava solo di ampliare alla Siria i raid che la Raf effettua già in Iraq.
Nella coalizione internazionale imperialista prendeva un posto in prima fila anche la Germania. La cancelliera Angela Merkel otteneva il 4 dicembre dal Bundestag di Berlino, con 445 voti a favore, 146 contro e 7 astensioni, il consenso a inviare aerei Tornado da ricognizione, una fregata e fino a 1.200 Soldati a supporto dell'intervento in Siria contro l'Is. Le truppe tedesche non saranno coinvolte in azioni belliche, secondo il dispositivo approvato dal parlamento ma è evidente che l'imperialismo tedesco è oramai lanciato nel superare lacci e laccioli definiti financo nella Costiotuzione che dalla fine della seconda guerra mondiale gli impedirebbero di partecipare alle guerre. D'altra parte l'egemonia europea della Germania non può restare a lungo determinata solo dalla pur imponente potenza economica, deve essere supportata anche da quella militare per tenere testa a quella dell'alleata/concorrente Francia.
Il voto del Bundestag approvava il piano elaborato l'1 dicembre dal Consiglio dei ministri che aveva approvato la missione militare di un anno di durata ma rinnovabile, con un finanziamento di 134 milioni di euro. Il governo tedesco si univa al coro imperialista che nasconde le sue responsabilità nelle barbarie perpetrate nei decennali attacchi militari nella regione e ripetava a pappagallo che l'Is rappresentava "anche secondo una risoluzione delle Nazioni Unite, una minaccia alla pace mondiale e alla sicurezza internazionale" per "il suo violento bagaglio estremista e salafita, le sue azioni terroriste, i gravi attentati persistenti, sistematici e contro i civili, così come il reclutamento e l'addestramento dei combattenti stranieri".
Il 5 dicembre ai raid aerei sulla Siria partecipavano anche i caccia del nazisionista Benyamin Netanyahu. La notizia proveniva da fonti siriane dell'opposizione al regime di Assad che indicavano come i cacciabombardieri di Tel Aviv avessero preso di mira convogli di armi destinate alle forze libanesi di Hezbollah nei pressi dell’aeroporto di Damasco e nel Qalamoun, lungo il confine con il Libano. Solo due giorni prima Netanyahu aveva ammesso per la prima volta che Israele stava intervendo militarmente in Siria per impedire che si aprisse "un fronte contro Israele, quello che l’Iran sta cercando di costruire sul Golan". Nell'intervento nella crisi siriana e nella comune guerra allo Stato islamico i sionisti di Tel Aviv come gli altri paesi imperialisti hanno un obiettivo per conto proprio; nel caso di Netanyahu sarebbe quantomeno quello di proteggere il proprio confine settentrionale e di continuare a occupare una parte della Siria, le alture del Golan. Visto che la Siria sembra destinata a essere suddivisa in cantoni controllati dai tanti attori imperialisti che partecipano alla guerra all'Is.
Non sapremo forse mai chi è il responsabile dei bombardamenti effettuati il 7 dicembre da 4 aerei contro truppe dell'esercito di Damasco che dimostra come i cieli della Siria e dell'Iraq siano intasati dal traffico dei bombardieri imperialisti. Tanto che pure Netanyahu ha ricordato gli incontri tra militari israeliani e russi "per intensificare il coordinamento in modo da prevenire incidenti. Vogliamo aumentare la cooperazione per evitare collisioni sui cieli siriani". A Tel Aviv non interessa un "incidente" del tipo dell'abbattimento del caccia russo da parte della Turchia.
 
 

9 dicembre 2015