Secondo i dati Istat sono “triplicati rispetto al 2008”
1milione e 45mila bambini in povertà assoluta
Sono il 10% dei minori residenti in Italia. Oltre un terzo appartengono a famiglie di stranieri
Sono davvero drammatici e indicativi di come la crisi del sistema capitalista stia massacrando i settori più deboli della società i dati sullo stato della povertà infantile illustrati dal presidente dell'Istat, Giorgio Alleva, nel Rapporto dell’Istituto nazionale di statistica riferito al 2014 che è stato presentato alla Commissione Bilancio della Camera e del Senato.
Il rapporto rileva che il fenomeno della povertà assoluta “interessa 571mila famiglie, per un totale di 1 milione e 45mila minori
'' di cui 430mila stranieri, una cifra doppia rispetto alla stima 2011 e tripla rispetto al 2008.
Il rapporto rivela che il numero dei bambini che versa in condizione di indigenza sta crescendo progressivamente, e l’incidenza fra i minori cresce più che per gli adulti, tanto che i bambini poveri sono, secondo l'istituto di statistica, il 10% del totale, mentre la popolazione che vive in condizioni di povertà assoluta costituisce soltanto il 6,8% del totale dei residenti in Italia.
Ma ciò che più impressiona è la tendenza all'aumento, infatti i minori indigenti erano nel 2008 375mila, per passare ai 523mila del 2011, attestandosi nel 2014 a 1milione e 45mila.
La povertà, certifica l'Istat, è diffusa in modo abbastanza omogeneo su tutto il territorio nazionale con punte soprattutto al Nord e nel Mezzogiorno, in particolare nelle aree metropolitane, e le difficoltà affliggono soprattutto le famiglie di stranieri, in quanto vive in condizioni di povertà assoluta oltre un terzo dei nuclei familiari composti esclusivamente da immigrati (il 37,3%), e il 19,8% delle famiglie miste, composte da coppie nelle quali uno dei due conviventi è italiano e l'altro straniero.
Soffrono in particolare, complice la totale assenza di politiche governative in tal senso, le famiglie con più di tre figli, che costituiscono un terzo di quelle povere, e a rischiare maggiormente di scivolare in uno stato di povertà sono i nuclei familiari monoreddito, dove il capofamiglia ha un basso profilo professionale e titolo di studio di livello inferiore.
Per quanto riguarda le fasce di età della popolazione che si trova in uno stato di indigenza, l'Istat rileva che la percentuale di poveri assoluti più elevata (11,2%) è tra i 14 e 17 anni, pari a 291mila adolescenti, mentre il maggior numero assoluto di poveri è nella classe di età tra i 7 e i 13 anni con 407mila bambini (10,3%), mentre risultano meno colpiti i più piccoli, con 193mila i poveri da 0 a 3 anni (9,6%) e 155mila tra i 4 e i 6 anni (8,1%).
La povertà tra i minori, rileva ancora l'Istat, è certamente da mettere in correlazione al grado di istruzione dei genitori, perché la quasi totalità dei bambini poveri in Italia ha genitori poco istruiti, nel 97% dei casi con un titolo di studio al massimo di diploma di scuola superiore.
Strettamente correlato al tema della povertà è poi, attesta ancora l'Istat, il fenomeno della dispersione scolastica che si verifica in modo pressoché esclusivo tra bambini e ragazzi appartenenti a famiglie povere: tale tasso di dispersione scolastica in Italia si aggira sul 15% (con un picco del 20% nel meridione) contro una media europea dell'11,1%.
9 dicembre 2015