Dati Istat sul reddito e le condizioni di vita degli italiani
Un italiano su quattro a rischio povertà
Al Sud redditi più bassi e maggiore disuguaglianza
Mentre il nuovo duce Renzi e il suo tirapiedi all'Economia Pier Carlo Padoan continuano a sommergere l'opinione pubblica con proclami di “speranza” e “ottimismo” sull'imminente fine della crisi economica e parlano di “numeri incoraggianti in termini di crescita, occupazione e redditi delle famiglie”; i dati dell'ultimo rapporto Istat su “reddito e condizioni di vita” in Italia pubblicati dall'Istituto nazionale di statistica lo scorso 23 novembre, certificano esattamente il contrario, e cioè che la crisi e la recessione del sistema capitalistico sono ben lontane dalla fine dal momento che le famiglie povere sono in forte aumento e che ben un italiano su quattro è a rischio povertà o esclusione sociale.
“Nel 2014 - si legge tra l'altro nel rapporto - la stima delle persone che sperimenta almeno una delle seguenti condizioni: rischio di povertà (calcolato sui redditi 2013), grave deprivazione materiale e bassa intensità di lavoro (calcolata sul numero totale di mesi lavorati dai componenti della famiglia durante il 2013) si attesta al 28,3%”.
Un tasso superiore di quasi quattro punti percentuali a quello medio dell’Unione europea, pari al 24,4% nel 2014. Stiamo peggio solo di Romania (40,2%), Bulgaria (40,1%), Grecia (36,0%), Lettonia (32,7%) e Ungheria (31,1%) e su livelli «molto simili» a quelli di Spagna (29,2%), Croazia e Portogallo.
Tradotto in termini assoluti, vuol dire che nell'Italia di Renzi “oltre sei milioni di italiani non hanno denaro a sufficienza neanche per alimentarsi adeguatamente”. Nel dettaglio, le persone a rischio di povertà sono pari al 19,4%, quelle che vivono in famiglie gravemente deprivate l’11,6%, mentre le persone appartenenti a famiglie dove l’intensità lavorativa è bassa rappresentano il 12,1%.
Rispetto a un anno fa è diminuita la quota dei nuclei molto poveri (soprattutto al Sud, tra i single e le coppie con un solo figlio), ma il calo è compensato dall’aumento della percentuale di chi vive in famiglie a bassa intensità di lavoro (sempre nel Mezzogiorno e tra le famiglie numerose). Resta ancora grave la condizione dei genitori soli, delle famiglie con almeno tre figli o di altra tipologia, famiglie che tra il 2013 e il 2014 hanno mostrato un ulteriore deterioramento della loro condizione (dal 15,9% al 20,2%).
Secondo Coldiretti “stiamo peggio del dopoguerra” soprattutto se si pensa che il dato di chi è indebitato e ha arretrati da pagare per il mutuo, l’affitto e le bollette, ha toccato quota 14,3% segnando un nuovo record storico.
Dati da cui emerge, secondo Federconsumatori e Adusbef: “un quadro ancora sconfortante sulle condizioni economiche in cui si trovano le famiglie nel nostro Paese... Se a ciò aggiungiamo le enormi rinunce e sacrifici che le famiglie stanno facendo (dal 2008 consumi alimentari -11%, quelli relativi a salute e cure -28,8%) si percepisce chiaramente come la situazione sia ancora estremamente allarmante”.
A stare peggio sono ancora una volta le regioni del Sud dove quasi la metà dei residenti risulta a rischio povertà o esclusione sociale (45,6%), contro il 22,1% del Centro e il 17,9% del Nord. “Nel Mezzogiorno - rileva ancora l'Istat - ai più bassi livelli di reddito si associa anche una maggiore disuguaglianza: nel 2013, la stima dell’indice di Gini, pari a 0,296 a livello nazionale, nel Mezzogiorno si attesta a 0,305”.
Nel 2014 il 50% delle famiglie residenti in Italia ha percepito un reddito netto non superiore a 24.310 euro (2.026 euro al mese), conclude Istat, precisando che il 20% più povero della popolazione possiede l’8% del reddito totale.
Il 38,8% degli italiani non è in grado di far fronte a una spesa imprevista di 800 euro. Mentre quasi la metà della popolazione non riesce a procurarsi pasti proteici a sufficienza e non si può permettere nemmeno una settimana di ferie all'anno lontano da casa. Il 18% delle famiglie non ha i soldi sufficienti per riscaldare adeguatamente l'abitazione.
Mentre il 20% più ricco delle famiglie residenti in Italia percepisce il 37,5% del reddito totale lasciando al 20% più povero solo il 7,7%.
Insomma siamo precipitati a livelli da terzo mondo, altro che “livelli pre-crisi” come dice Renzi!
9 dicembre 2015