Elezioni regionali in Francia
Al ballottaggio il 42,05% dell'elettorato diserta le urne
Il voto dei socialisti al centro destra blocca il Front nazional fascista e razzista

 
I risultati dei ballottaggi delle elezioni regionali francesi del 13 dicembre assegnano la vittoria in sette regioni, su tredici, alla destra di Les Républicains (LR), il nuovo nome del partito UMP di Nicolas Sarkozy, in cinque regioni ai socialisti del presidente François Hollande e in Corsica a una coalizione locale. Nessuna regione sarà amministrata dalla destra del Front national (Fn) guidato da Marine Le Pen che al primo turno del 6 dicembre aveva ottenuto la maggioranza relativa in sei regioni. Il Fn triplica i consiglieri regionali e ottiene il suo numero record di consensi, con 6,7 milioni di voti supera il dato del primo turno delle presidenziali del 2012, quando aveva toccato quota 6,42 milioni.
Uno dei dati principali del voto regionale francese è comunque quello della diserzione del voto che il 13 dicembre ha toccato il 42,05%, poco meno della metà del corpo elettorale. Al primo turno del 6 dicembre la diserzione del voto aveva raggiunto il 51%. L’appello dei partiti della destra e della "sinistra" borghese ad andare a votare per fare sbarramento contro la destra fascista e razzista del Fn ha contribuito fra i due turni elettorali a far calare la diserzione che resta comunque a livelli alti, quasi un elettore su due fra quelli iscritti alle liste elettorali. E conferma in ogni caso che la diserzione delle urne è una scelta, un vero e proprio "voto" ragionato e usato all'occasione dagli elettori.
Il dato del 51% si riferisce comunque soltanto agli iscritti sulle liste elettorali e non al totale degli aventi diritto. In Francia il diritto di voto non è automatico come in Italia, per poterlo esercitare occorre iscriversi sulle liste elettorali. Quanti siano quelli non iscritti non lo sappiamo ma determina in ogni caso un numero ancora maggiore di chi rifiuta il meccanismo elettorale borghese.
Rispetto ai voti validi, la forza elettorale delle principali formazioni francesi misurata sui voti del primo turno è del 28,4% su base nazionale per il Fn, del 26,8% di LR e del 23,4% per i socialisti del Ps. Ovvero della metà rispetto al corpo elettorale, per effetto della diserzione del voto. Fra il primo e il secondo turno i voti del Fn sono cresciuti di poco, in alcune regioni dove la sconfitta era più che certa sono anche diminuiti; sono invece aumentati anche di un terzo quelli del candidato meglio piazzato di LR o del Ps che poi ha vinto. In particolare è stato il voto dei socialisti che è transitato al centro destra su indicazione di Hollande e del premier Valls per bloccare il Fn.
Dalle prime analisi del voto risulta che a dare la vittoria al partito della diserzione del voto sono stati in particolare i giovani, quelli che nel 2012 avevano votato in massa socialista; non a caso Hollande alla Bastiglia di Parigi, il giorno della vittoria delle presidenziali, aveva affermato che "voglio essere ricordato come il Presidente dei giovani". Oggi molti di quelli che avevano creduto allo slogan "Le changement c’est maintenant (Il cambiamento è ora, ndr)" non sono andati a votare denunciando delusi che "Hollande ha pensato a imprese e finanza mentre la disoccupazione giovanile è sempre alta".

16 dicembre 2015