I naxaliti e gruppi islamici
Il sito latinoamericano
https://victoriaoprimidos.wordpress.com La vittoria degli oppressi e sfruttati, che tratta temi sulla Situazione attuale del comunismo, ha pubblicato il 29 ottobre questo intervento che commenta il discorso pronunciato da Giovanni Scuderi alla 5ª Sessione plenaria del 5° CC del PMLI: Appoggiamo lo Stato Islamico contro la santa alleanza imperialista e ne dibatte i temi principali. I naxaliti, a cui fa riferimento, sono combattenti maoisti in India, espressione militare del Partito Comunista d'India (maoista). Si sono chiamati così per riecheggiare il villaggio di Naxalbari, nello Stato del Bengala Occidentale, dove nel maggio del 1967 scoppiò una rivolta di contadini poverissimi contro i latifondisti locali.
Eccone il testo integrale.
Nelle ultime settimane ha sollevato molte polemiche nel movimento comunista internazionale la posizione assunta dal PMLI (Partito Marxista Leninista Italiano) sull'ISIS con l'intervento “Appoggiamo lo Stato Islamico contro la santa alleanza imperialista”
. Finora in molti l'hanno criticata, come il PCM della Galizia attraverso una lettera aperta, ma c'è stato chi come il PC (ML) di Panama che l'ha sostenuto attraverso una risoluzione.
Il tema in discussione, anche se non eccessivamente sviluppato dal PMLI, si concentra sulla questione se all'interno della ISIS ci sono o meno alcune frazioni antimperialiste che possono essere in grado di allearsi con il partito comunista e le masse. Non è in discussione la natura criminale di gran parte dell'ISIS. Come potete vedere si tratta di una questione molto complessa e richiede un'attenta analisi. Che non è possibile liquidare con un frego o con insulti e diffamazioni da una parte o dall'altra.
Può sembrare che la questione sollevata dalla posizione del PMLI sia un'invenzione o magari una trovata che fa il gioco dell'imperialismo, come sostengono alcuni. Tuttavia non è così, c'è un problema del tutto nuovo nel movimento comunista internazionale. I naxaliti da anni, difendono l'alleanza con i gruppi islamici "antimperialisti" e mantengono relazioni stabili con alcuni gruppi islamici in India come il Movimento studenti islamici dell'India (SIMI), un'organizzazione bandita dal governo indiano per un presunto rapporto con Al-Qaeda.
Qui di seguito potete leggere una serie di pronunciamenti del compagno Ganapathi, leader dei Naxaliti, che riassumono il parere del CPI (M) su questa materia:
"Fondamentalmente, noi consideriamo il movimento islamico come una forza antimperialista progressiva nel mondo contemporaneo. Sarebbe un errore definire la lotta che si sta svolgendo in Iraq, Afghanistan, Palestina, Kashmir, Cecenia, e in diversi altri paesi come una lotta di fondamentalisti islamici o come riedizione di un qualcosa che molto tempo fa le teorie di Samuel Huntington definirono "shock di civiltà ". In sostanza, al di là del ruolo svolto dai fondamentalisti islamici, queste lotte sono tutte guerre di liberazione nazionale.
Ideologicamente e politicamente ci opponiamo al fondamentalismo religioso di ogni genere, che nasconde le divisioni tra le classi e la lotta di classe e mantiene le masse sotto il giogo dell'oppressione di classe. Tuttavia, il "fondamentalismo islamico", a mio parere, è un alleato di tutti coloro che lottano contro il fondamentalismo del libero mercato promosso dagli Stati Uniti, l'Unione europea e gli altri imperialisti. Il risorgimento islamico è destinato a sollevare la coscienza democratica antimperialista tra le masse musulmane e stringerle sempre di più alle forze progressiste e rivoluzionarie. Nonostante il dominio dell'ideologia fondamentalista e gli obiettivi del movimento islamico oggi, vedo il risorgimento islamico come l'inizio del risveglio democratico delle masse musulmane ". (Aprile 2007)
"Il nostro partito appoggia il risorgimento islamico e cerca l'unità con tutte le forze antimperialiste ... La sinistra non può nemmeno dirsi democratica se non prende misure per unirsi con le forze del movimento islamico ... Il forte linguaggio religioso usato dai leader di questi movimenti non altera la sua essenza e il suo carattere nazionale democratico antimperialista ".
"I movimenti jihadisti islamici hanno due aspetti: uno è l'aspetto antimperialista, l'altro aspetto reazionario dei suoi assunti sociali e culturali. Il nostro partito appoggia la lotta dei paesi musulmani e dei popoli contro l'imperialismo, mentre critica e lotta contro l'ideologia reazionaria e visione sociale del fondamentalismo islamico ... Ci sforziamo sempre di ridurre l'influenza dell'ideologia reazionaria e del l'oscurantismo dei mullah sulle masse musulmane, mentre auspichiamo l'unione con tutti coloro che lottano contro il nemico comune dei popoli del mondo, vale a dire, l'imperialismo, soprattutto l'imperialismo americano "(giugno 2011)
"In effetti, il fondamentalismo religioso musulmano è incoraggiato e favorito dagli imperialisti fino a quando serve i loro interessi come per esempio in Arabia Saudita e altri paesi del Golfo, il Kuwait, l'Afghanistan, l'Iraq, il Pakistan" (giugno 2011)
Queste dichiarazioni dei naxaliti hanno provocato come reazione la forte critica da parte dell'organizzazione maoista afgana A.L.O. che ha pubblicato un documento ufficiale intitolato il Partito Comunista dell'India (Maoista) e i fondamentalisti islamici.
Le sue critiche sono basate su un'analisi di classe dei talebani e di altri gruppi islamici, sul loro rapporto con gli imperialisti e sull'esperienza degli ultimi decenni in Iran, Iraq, Afghanistan …
Nel documento dei compagni afgani non ci sono solo critiche ma anche alcune osservazioni e riflessioni interessanti, che aprono la possibilità di un'alleanza con gli islamisti in determinate circostanze:
"Non vogliamo in alcun modo disprezzare l'Islam e la religione in generale. Ci sono stati momenti nella storia di paesi come l'Iran e l'Afghanistan, dove il clero ha svolto un ruolo prezioso. C'è un dibattito acceso fra i nostri compagni circa un'alleanza senza condizioni con i signori della droga, creature degli imperialisti che considerano i comunisti come mahdoor-ud-dam"
(ovvero individui fuorilegge che possono essere uccisi impunemente senza che la legge incrimini gli assassini, ndt).
"E' possibile che in certe situazioni i rivoluzionari si trasformino in capitolazionisti o i reazionari si mettano al fianco della lotta del popolo, ma questa non è la regola generale. Non bisogna lasciarsi ingannare da questo, ma affrontare la questione con diligenza e precisione."
"E' possibile per le persone cambiare opinione e per i componenti dei partiti fondamentalisti aderire a un partito rivoluzionario, ma è ridicolo immaginare un cambiamento di mentalità da parte di un governo o di una scuola di pensiero fondamentalisti. Se i comunisti non possono capitolare agli imperialisti, se non concludono vittoriosamente la lotta contro di loro, com'è possibile aspettarsi una trasformazione ideologica da parte delle organizzazioni fondamentaliste?"
"I marxisti si oppongono anche la regola che 'il nemico del mio nemico è mio amico', perché non hanno una visione banale dei problemi; il loro punto di vista sulle cose e i fenomeni si basano sull'analisi concreta della situazione concreta e sull'analisi di classe, e si distinguono per la difesa strenua degli interessi a lungo termine del proletariato"
.
A conclusione del documento i compagni dell'Organizzazione A.L.O finiscono per concordare con i naxaliti e si mostrano disponibili a imparare dalle critiche e dagli argomenti da loro esposti: “Come il resto dei rivoluzionari di tutto il mondo, siamo orgogliosi di loro; il loro fallimento è il nostro fallimento, e la loro vittoria è la nostra vittoria e gioia. La loro presa di posizione nei confronti del fondamentalismo o di qualsiasi altra forza reazionaria ha una portata regionale e globale. E' per questo motivo che le loro opinioni su Iran, i talebani e altri devono essere attentamente studiate e magari criticate. Non abbiamo alcun dubbio che impareremo ancor di più dalle loro risposte e spiegazioni
".
Altre fonti da considerare per approfondire l'analisi sulla opportunità o meno di un'alleanza con gli islamisti sono nei classici: "Se noi non tradiamo il socialismo dobbiamo sostenere ogni rivolta contro il nostro nemico principale, la borghesia dei grandi Stati, a condizione che non sia una rivolta di una classe reazionaria.
" (Lenin)
“Nelle condizioni dell'oppressione imperialistica, il carattere rivoluzionario del movimento nazionale non implica affatto obbligatoriamente l'esistenza di elementi proletari nel movimento, l'esistenza di un programma rivoluzionario o repubblicano del movimento, l'esistenza di una base democratica del movimento. La lotta dell'emiro afghano per l'indipendenza dell'Afghanistan è oggettivamente una lotta rivoluzionaria, malgrado il carattere monarchico delle concezioni dell'emiro e dei suoi seguaci, poiché essa indebolisce, disgrega, scalza l'imperialismo...
La lotta dei mercanti e degli intellettuali borghesi egiziani per l'indipendenza dell'Egitto, è, per le stesse ragioni, una lotta oggettivamente rivoluzionaria, quantunque i capi del movimento nazionale egiziano siano borghesi per origine e appartenenza sociale e quantunque essi siano contro il socialismo... E non parlo del movimento nazionale degli altri paesi coloniali e dipendenti più grandi, come l'India e la Cina, ogni passo dei quali sulla via della loro liberazione, anche se contravviene alle esigenze della democrazia formale, è un colpo di maglio assestato all'imperialismo, ed è perciò incontestabilmente un passo rivoluzionario
". J. V. Stalin, Principi del leninismo.
Per concludere, ciò che è scritto in questo articolo è destinato a mostrare la complessità del tema, i suoi molti dettagli e le sfumature e la necessità di un dibattito per raggiungere l'unità attraverso la critica e l'autocritica.
23 dicembre 2015