Il governo Renzi annuncia che non interverrà per evitare il mostruoso monopolio, caldeggiato dal "piano di rinascita democratica" della P2
Con l'acquisto di Rizzoli i Berlusconi controllano il 40% dell'editoria
Un appello sottoscritto da numerosi scrittori denuncia che questa fusione è una “minaccia anche per loro e per la libertà di espressione”. Ancora più pesante diventa il condizionamento sull'editoria scolastica
Dopo l'assalto alla rete nazionale di trasmettitori e ripetitori di Rai Way messo a segno nel marzo scorso, il 4 ottobre la Mondadori di Berlusconi ha acquistato per 127,5 milioni la Rcs Libri (Rizzoli, Bompiani, Fabbri, Bur, Sansoni, La Nuova Italia, Marsilio, Sonzogno, Etras), dando così vita al più grande colosso dell'editoria mai esistito in Italia, in Europa e forse nel mondo, con una quota di mercato nelle grande distribuzione di quasi il 40%, con punte del 70 o addirittura dell’80 per cento in alcuni settori, e un fatturato di circa mezzo miliardo.
Come si evince dallo stesso comunicato stampa diffuso dalla società di Segrate subito dopo il perfezionamento dell'accordo, l'acquisizione di Rcs Libri “consentirà al gruppo Mondadori di consolidare la propria presenza in Italia nel mercato dei libri trade e nell'editoria scolastica, e anche gli illustrati a livello internazionale. L'operazione comprende l'intera quota (99,99%) posseduta da Rcs nella società, con le sottostanti partecipazioni. Al closing queste includeranno anche il 94,71% di Marsilio Editore spa”.
Dalle grinfie del Biscione Fininvest si salva, per ora, solo la Adelphi che è stata esclusa dalla cessione con il 58% delle quote azionarie che saranno cedute al socio Roberto Calasso.
Non solo. Berlusconi, assieme alla famiglia Hazan, ha rilevato anche le radio di Rcs contenute in Finelco (cioè radio Montecarlo, Virgin e Radio 105) unendole con Radio 101 di Mondadori. Da rilevare che le radio di Finelco, cioè le ex radio Rcs, sono leader in Italia per crescita di ascolti. Inoltre il settore radio è uno dei pochi in crescita come raccolta pubblicitaria nei “media”.
Un impero editoriale in grado di condizionare a proprio piacimento il mercato dei libri in Italia minando alle fondamenta la libertà di pensiero e di espressione come denuncia l'appello lanciato nei mesi scorsi da Umberto Eco contro l'acquisizione di Rcs Libri da parte di Mondadori e sottoscritto da numerosi scrittori e personalità del mondo della cultura e dell'editoria. Un impero che sarà in grado di condizionare fortemente anche il mercato imponendo prezzi e modelli distributivi che spazzeranno via tutta la concorrenza a cominciare dalle piccole case editrici storiche.
Insomma, dopo “il dissolvimento della Rai in nome della libertà di antenna” si realizza anche il mostruoso monopolio editoriale caldeggiato nel “piano di rinascita democratica” della P2 per “controllare l'opinione pubblica nel vico del Paese” portato avanti da Craxi e da Berlusconi, e ora da Renzi, che ha già annunciato di non voler intervenire sulla vicenda e di passare la palla all'Antitrust.
“Il governo - ha ribadito il ministro della Cultura Franceschini – non deve intervenire. Sarà l'Antitrust a valutare”. Una posizione pilatesca perché si sa già che il Garante per la concorrenza ha 30 giorni di tempo prolungabili di altri 30 per aprire un'istruttoria e eventualmente decidere di bloccare l'operazione. Ipotesi che a Segrate non hanno preso nemmeno in considerazione dal momento che durante la trattativa Mondadori ha ottenuto uno sconto di 7,5 milioni proprio per essersi accollata il rischio, praticamente inesistente, di “eventuali provvedimenti dell'Antitrust”.
Da ciò si capisce chiaramente che l'occupazione del servizio pubblico radio televisivo e la conquista del monopolio dell'editoria costituiscono la contropartita che il nuovo Mussolini ha concesso al delinquente di Arcore per avere il via libera su Palazzo Chigi esattamente come previsto nelle clausole segrete del patto del Nazareno.
E che le cose stiano affettivamente così lo conferma il fatto che Renzi non ha nessuna intensione di fermare il vorace espansionismo della Fininvest. Eppure basterebbe semplicemente fare finalmente una seria legge sul conflitto di interessi e abolire la legge Gasparri, che consente impunemente a Berlusconi di sommare le quote di mercato della tv con quelle dell'editoria e dei giornali senza superare i tetti stabiliti da quella infame legge ad personam per impedire al pregiudicato di Arcore di avere il monopolio assoluto. Ma si capisce benissimo, dalla sfrontatezza con cui Berlusconi è entrato nelle partite Rai, Telecom e Rizzoli, che è più che sicuro che Renzi non ha nessuna intenzione di farlo. Perché, almeno finché avrà bisogno di lui per portare avanti le sue “riforme” neofasciste e piduiste, il patto del Nazareno detta legge.
5 gennaio 2016