In vista delle elezioni comunali a Bologna
Guerra per le candidature tra le varie correnti dei partiti borghesi
Astenersi e creare le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo
Dal nostro corrispondente dell'Emilia-Romagna
Mancano ancora dei mesi alle elezioni amministrative, che si terranno presumibilmente nel mese di giugno, e cominciano a delinearsi gli schieramenti e i candidati alle elezioni a Bologna, anche se ancora non tutto è deciso perché è in corso la guerra tra le varie correnti dei partiti borghesi per imporre il proprio candidato.
Per il PD correrà il sindaco uscente Virginio Merola, ex assessore della giunta Cofferati ed eletto al primo turno nel 2011.
Nonostante qualche malumore interno sembra che Merola, prima bersaniano e “convertito” renziano dopo le politiche del 2013, non passerà dalle primarie; per lui è bastato un sondaggio (in linea con il concetto di democrazia del nuovo Mussolini Renzi) per rimetterlo alla “guida del carro” del “centro-sinistra” borghese. Merola in particolare è conosciuto per il pugno di ferro contro i centri sociali, contro i senza casa occupanti di stabili inutilizzati, contro gli studenti in lotta e cosi via.
A contendergli la poltrona di sindaco ci proverà Massimo Bugani consigliere comunale del Movimento cinque stelle. La candidatura di Bugani è stata contestata all’interno del M5S, in quanto il suo nome è stato calato dall’alto, direttamente da Beppe Grillo, di cui guarda caso Bugani è un fedelissimo, senza passare dalle “comunarie” e rifiutando le altre candidature. In particolare quella di Lorenzo Andraghetti, prima sospeso e poi espulso dal Movimento per aver osato contestare le modalità della scelta di Bugani accusandolo di voler “trasformare il M5S in Forza Italia”. Per Andraghetti è scattata quindi “l’inquisizione” di quello che lui stesso ha definito un “comitato di leccapiedi nominati (con voto online non certificato)” con l’accusa di aver partecipato ad un convegno di Alternativa libera, in cui ha ribattuto: “Non capisco perché Casaleggio possa andare a parlare al meeting di Cernobbio dai nemici
dell’alta finanza; Fantinati possa andare a parlare al meeting di Comunione e Liberazione, Pizzarotti alla scuola di politica dei giovani del PD; e ci siano problemi se un cittadino senza ruoli politici (come me) partecipa ad un incontro di realtà civiche. Che queste siano scuse è evidente”. Andraghetti sostiene che in realtà sia stata una ritorsione per aver denunciato che nelle liste di Bugani erano state inserite due persone non candidabili per il regolamento del Movimento, una di queste è stata sospesa dall’ordine dei giornalisti per lo scandalo delle interviste a pagamento.
Per la Lega, Salvini ha lanciato la consigliera comunale ex bossiana Lucia Bergonzoni, che è sostenuta anche da una parte di Forza Italia che ha deciso di fondare una lista civica. Ma non tutto il “centro-destra” sembra convergere su questa scelta, infatti vi è anche la candidatura del consigliere regionale di FI Galeazzo Bignani.
Si dovrebbe invece presentare con la lista “Insieme Bologna” Manes Bernardini, arrivato secondo nelle elezioni del 2011 in cui correva per la Lega Nord.
Anche l’ex DS Mauro Zani ha costituito una sua “coalizione civica”, che dovrebbe candidare Paola Ziccone ex direttrice del carcere minorile del Pratello e che raccoglie l’adesione di ex PRC ed ex M5S, pezzi di CGIL ed altri, ma rifiuta “l’uso della parola 'sinistra radicale' che rischia solo di relegare in un contesto specifico”.
Anche SEL sta cercando una “candidatura alternativa a quella di Merola che possa unire movimenti e partiti a sinistra del PD in città”, scelta che al momento sembra ricadere su Elly Schlein di “Possibile”, il partito fondato dall’ex PD Giuseppe Civati. Insomma l’ennesimo tentativo di cercare una sopravvivenza politica nei numeri, che però nella pratica non ha nessun motivo d’essere, visto che SEL ha fatto da stampella alla giunta Merola fino alla cacciata del suo assessore alla cultura Ronchi per le critiche dello stesso allo sgombero effettuato contro il collettivo Atlantide con la grave accusa di Merola contro la “lobby gay”, e che continua ad appoggiare la giunta regionale del PD Bonaccini.
Insomma, dopo i pochi mesi da sindaco di Flavio Delbono dimessosi per lo scandalo “Cinziagate” al quale è succeduto l’allora prefetto Anna Maria Cancellieri, Merola cerca di avere altri 5 anni per portare avanti il proprio progetto di una Bologna sempre più al servizio della borghesia locale, una Bologna quindi che crei ulteriori disparità ed emarginazione e contro la quale scatenare la repressione poliziesca.
I lavoratori, i pensionati, gli studenti, i senza casa, non hanno quindi alcun interesse a che Merola governi ancora la città, così come non trarrebbero nessun vantaggio a dare il loro voto a una qualsiasi delle liste in corsa per spartirsi un po’ di potere. Essi devono battersi per Bologna governata dal popolo e al servizio del popolo, astenendosi alle prossime elezioni comunali e costituendo le Assemblee Popolari e i Comitati Popolari basati sulla democrazia diretta.
13 gennaio 2016