Per chiedere il rispetto dell'accordo di programma del 2005
Gli operai Ilva occupano il comune di Genova
Contestati il sindaco Doria e il segretario del PD genovese Terrile ricoperto di sputi e insulti
Il sindaco arancione Doria li attacca duramente
L'11 gennaio, mentre alla Camera era in discussione il decreto Ilva varato dal governo Renzi per svendere il polo siderurgico senza dare alcuna garanzia ai lavoratori, nel capoluogo ligure è riesplosa la protesta degli operai dello stabilimento di Cornigliano scesi in piazza per chiedere il pieno rispetto dell'accordo di programma del 2005 che impone al governo garanzie di continuità di reddito e di occupazione.
Dietro un grande striscione con su scritto “Pacta sunt servanda” (i patti si devono mantenere) migliaia di tute blu con alla testa Fiom, Fim e Uilm sono sfilati in corteo per le vie della città urlando slogan contro il governo e l'amministrazione comunale del neopodestà arancione Marco Doria sostenuto da SEL e da tutto il PD con alla testa il segretario genovese Alessandro Terrile.
Durante il corteo, a cui hanno preso parte in segno di solidarietà anche alcune delegazioni di operai degli stabilimenti di Culmv, Ansaldo e Fincantieri, i manifestanti hanno duramente contestato anche l’emendamento Basso, che stanzia 1,7 milioni di euro dei fondi destinati alla riqualificazione di Cornigliano per integrare la solidarietà (dal 60% al 70%) dei dipendenti attraverso il ricorso ai lavori socialmente utili. Una proposta che i metalmeccanici Cgil liquidano come: “una soluzione pasticciata”, inadeguata a garantire sul lungo termine l’occupazione, come invece viene previsto dall’accordo di programma del 2005.
In piazza della Nunziata la manifestazione ha deviato per via Garibaldi e a passo di corsa i lavoratori hanno prima occupato il cortile di Palazzo Tursi, sede del Comune, e poi la sala antistante l’aula del consiglio comunale.
"Da questo momento consideriamo il comune di Genova occupato" proclamano i lavoratori mentre parte una durissima contestazione contro il sindaco Doria e per la prima volta anche contro il segretario del Pd Terrile che, vista la mala parata, cerca di darsela a gambe levate da un'uscita secondaria del palazzo comunale ma viene inseguito e ricoperto di sputi e insulti dai manifestanti che gli rinfacciano di averli presi in giro e di appoggiare le decisioni del governo e in particolare l'emendamento Basso.
Dal Municipio occupato una delegazione di operai in lotta si è poi spostata in prefettura per chiedere “un incontro vero col governo”. Mentre nel pomeriggio i manifestanti si sono asserragliati nella sala bouvette decisi a proseguire l'occupazione ad oltranza.
Dall'occupazione si sono dissociate Fim e Uilm, sottolinendo la loro "contrarietà a gesti inutili ed eclatanti" e apprezzando invece l'intervento del prefetto, che si è attivato per ottenere l'incontro.
In serata però arriva il vergognoso attacco dell'amministrazione comunale contro i lavoratori in lotta con alla testa il neopodestà Doria che sentenzia: "Le legittime preoccupazioni dei lavoratori Ilva e di tutta la città per le prospettive dell'azienda e per il salario non giustificano minimamente l'atto gravissimo e antidemocratico, compiuto sotto l'egida del sindacato di categoria Fiom, di sfondare le porte e occupare le sedi del Comune di Genova... un comportamento inaccettabile da ogni punto di vista, dannoso per gli stessi lavoratori e dal quale, giustamente, si sono dissociate Fim e Uilm. L'amministrazione comunale esprime la più netta condanna".
Mentre il Pd in una nota ufficiale a firma dei consiglieri regionali, del segretario Terrile e del commissario David Ermini rincara la dose chiedendo “l'intervento delle istituzioni” a suon di manganellate contro gli occupanti che non si adeguano all'"apprezzabile ed equilibrata posizione espressa da Fim e Uilm".
Intorno alle venti la prefetto Fiamma Spena conferma il vertice del collegio di vigilanza con i commissari Ilva e i rappresentanti del governo. L'occupazione del comune da parte dei lavoratori viene tolta. Poco dopo anche la ministra dello Sviluppo economico Federica Guidi fa sapere che nei prossimi giorni convocherà un tavolo nazionale dedicato alla vertenza all'Ilva e pertanto anche lo sciopero, già proclamato dalla Fiom, viene rinviato in attesa dell'incontro col governo.
Intanto il 18 gennaio si è tenuto in prefettura il vertice del collegio di vigilanza concluso con l'ennesimo rinvio. "All'incontro di oggi abbiamo registrato l'assenza del governo – ha riferito Bruno Manganaro, segretario generale della Fiom - Regione e comune hanno confermato la validità dell'accordo di programma, ora abbiamo l'impegno del prefetto a darci in tempi brevissimi la data di un confronto vero col governo, ci attendiamo da questo incontro che il governo confermi a sua volta l'accordo di programma e che ci dica come intende garantire la continuita' di reddito dei lavoratori".
Alla riunione il governo ha mandato infatti solo un direttore del ministero dello sviluppo economico in qualità di osservatore scatenando la sacrosante reazione della Fiom che però ha deciso di “tenere ancora ferma la protesta in attesa dei risultati dell'incontro col governo, poi valuteremo".
20 gennaio 2016