Lavoravano in Calabria dalla mattina alla sera senza mangiare
Schiavi nei campi per un euro all'ora
Il governatore oliverio (PD) pensa solo ai rimpasti e il governo promuove esponenti calabresi dell'ncd
Schiavismo in Calabria: i militari della GdF di Sibari (Cosenza) coordinati dalla Procura di Castrovillari (Cosenza) nel corso di controlli per combattere la piaga del caporalato, hanno scoperto braccianti agricoli, sia italiani che extracomunitari, costretti a lavorare per un euro all'ora.
I braccianti sono stati utilizzati per la raccolta degli agrumi nella Sibaritide con turni di lavoro massacranti, anche 10 ore al giorno di fila, senza nessuna pausa e senza ricevere alimenti.
Non solo, erano costretti anche a pagare 100 euro al mese per un posto letto all'interno di fatiscenti container in disumane condizioni igienico-sanitarie.
Denunciati in sei, quattro italiani, un bulgaro e un pakistano per sfruttamento del lavoro e intermediazione illecita ottenute mediante violenza e intimidazione e dietro la promessa di un lavoro “ben pagato”.
Pochi giorni prima, l'8 gennaio, un'altra operazione anti-caporalato e contro il lavoro nero, coordinata dal prefetto di Reggio Calabria Claudio Sammartino, ha portato alla scoperta dell'impiego, nell'ambito di quattro aziende nella piana di Gioia Tauro, di manodopera apparentemente in regola dal punto di vista contrattuale, in realtà anch'essa supersfruttata e sottopagata, reclutata fra gli extracomunitari della tendopoli di San Ferdinando (Reggio Calabria).
Almeno 80 i lavoratori sfruttati, pagati molto meno (circa 25 euro al giorno a fronte dei 45 previsti) di quanto risultava dai contratti firmati e costretti a lavorare molto di più delle 6-8 ore previste.
Questi sono solo alcuni esempi della terribile situazione di vita e di lavoro di tanti calabresi e migranti nella regione più povera d'Italia.
Cosa fa il governatore Mario Oliverio del PD di fronte a tutto questo?
Sembra essere impegnato solo nell'allargamento della sua maggioranza all'NCD dei fratelli Gentile (alleati di fatto ma non ancora ufficialmente) con tanto di prove tecniche in salsa regionale del partito della nazione fascista.
In questo quadro, con la complicità del nuovo duce Matteo Renzi, sono da leggere il ritorno al governo degli esponenti calabresi NCD Antonio Gentile e Dorina Bianchi e la nomina a presidente della Commissione giustizia del Senato dell'alfaniano Nico D'Ascola.
Il senatore Antonio Gentile detto “U cinghiale”, ritorna a Palazzo Chigi oggi come sottosegretario allo Sviluppo economico in attesa di diventare a marzo viceministro nello stesso dicastero. Egli dovette dimettersi dopo la nomina nel 2014 a sottosegretario ai trasporti, sempre governo Renzi, per la terribile vicenda della censura al quotidiano L'ora della Calabria,
quando volle impedirgli di parlare dell'inchiesta che coinvolgeva suo figlio Andrea.
Gentile, fra le altre cose, fu sottosegretario anche con Berlusconi e per quest'ultimo propose l'assegnazione del premio Nobel per la pace.
Dorina Bianchi è stata nominata sottosegretario al turismo e alla cultura.
Vera e propria icona del trasformismo politico italico, come del resto gli stessi fratelli Gentile (Pino Gentile è oggi vicepresidente del Consiglio regionale calabrese) ha cambiato casacca e coalizione decine di volte.
Nico D'Ascola fu avvocato di Berlusconi e dell'ex presidente della regione Calabria, il fascista mal-ripulito Scopelliti.
Contro il lavoro nero e il caporalato lottiamo per il lavoro stabile, a tempo pieno,a salario intero e sindacalmente tutelato per tutti i lavoratori e i disoccupati!
Libero accesso e pari diritti per i migranti!
Mario Oliverio dimettiti!
3 febbraio 2016