Saluto di Loris Sottoscritti, a nome del PMLI, al Congresso dell'ANPI di Rufina
Care compagne e compagni, care amiche e amici della Sezione “Martiri di Berceto” di Rufina,
il Partito marxista-leninista italiano vi porta il suo saluto militante e vi augura buon lavoro affinché possiate portare un valido contributo di idee e di proposte al 16° Congresso nazionale dell'ANPI. Un'associazione che rappresenta oggi più che mai un prezioso e irrinunciabile strumento per la difesa della memoria della Resistenza partigiana, insidiata e minacciata di cancellazione dal revisionismo storico oggi dilagante, nonché per riunire, educare e organizzare sempre nuove generazioni di antifascisti militanti, affinché il mostro del fascismo non debba mai più prevalere in Italia.
E' questo un pericolo costantemente presente, come dimostra la storia del nostro Paese dalla Liberazione ad oggi, costellata di dure e anche sanguinose battaglie antifasciste: dalle lotte di piazza contro il governo Tambroni agli anni della “strategia della tensione”, dal terrorismo nero e sedicente “rosso” manovrati dai servizi segreti interni e stranieri, fino all'attuale dilagare incontrollato nelle città e nei territori, tra cui la Valdisieve, di organizzazioni dichiaratamente fasciste, xenofobe e razziste, come Casapound, Casaggì e Forza nuova, che voi giustamente chiedete siano messe fuori legge.
Oggi tuttavia c'è anche un pericolo fascista più subdolo e più difficile da riconoscere e combattere, ed è quello che muove dall'interno delle cosiddette istituzioni democratiche, e in particolare dalla “riforma” della Costituzione che abolisce il Senato e il bicameralismo perfetto e dalla legge elettorale ultramaggioritaria Italicum, imposte al parlamento con piglio e metodi autoritari dal governo Renzi, e che noi non esitiamo a definire come controriforme di stampo neofascista e piduista.
La legge elettorale Italicum, infatti, assegna la maggioranza assoluta del parlamento al partito che ottiene il 40% dei soli voti validi, oppure la maggioranza relativa al ballottaggio, ciò che in presenza di un astensionismo che viaggia ormai intorno al 40% consente al partito vincente di governare da solo col 20-25% dei consensi reali dell'elettorato e anche meno.
L'abolizione di fatto del Senato e delle Province, giustificata con la motivazione demagogica della riduzione delle spese della politica, diminuisce invece di fatto la rappresentanza democratica, e la riduzione del parlamento ad una sola Camera, che vota la fiducia al governo ed è obbligata ad approvare le sue leggi entro 70 giorni, toglie a sua volta altro potere al parlamento trasferendolo al governo. Il che, combinandosi con l'Italicum, assegna al governo e al premier poteri mai visti in Italia almeno dai tempi di Mussolini.
E' forse un caso che questa controriforma Renzi-Boschi ricalchi in tutto e per tutto quella di Berlusconi-Calderoli del 2005 che fu bocciata dal referendum popolare del 2006? Noi pensiamo di no, pensiamo anzi che ci sia un unico filo nero che le leghi, e che sia lo stesso filo nero riconoscibile nel “piano di rinascita democratica” della P2. Perciò prendiamo atto con soddisfazione che il Comitato nazionale dell'ANPI si sia schierato a favore del “no” al referendum popolare e contro la legge elettorale Italicum. Una battaglia che ci vedrà senz'altro schierati dalla stessa parte, come già avvenne nel 2006, anche se il PMLI non crede che la lotta contro l'attuale regime neofascista mascherato da “democratico” si esaurisca nella difesa della Costituzione del 1948: sia perché ritiene che questa non esista più di fatto, essendo stata ormai distrutta pezzo per pezzo dai governi e dai partiti borghesi, sia perché il nostro orizzonte è il socialismo, il cambiamento radicale di questa società capitalista basata sullo sfruttamento, il profitto, lo strapotere della grande finanza, l'ingiustizia sociale e le guerre imperialiste.
Vorrei sottolineare che uno tra i tanti articoli già cancellati di fatto dalla Costituzione è l'art. 11, quello che dice che l'Italia ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. Pochi giorni fa ricorreva il 25° anniversario della prima guerra del Golfo, una guerra promossa dall'imperialismo americano a cui partecipò anche l'Italia di Andreotti, stracciando appunto per la prima volta l'articolo 11.
Quella guerra terrificante, i successivi 12 anni di embargo costati un milione di morti al popolo iracheno, di cui la metà bambini, e la nuova invasione imperialista di Bush figlio del 2003, con i governi fantoccio e le divisioni politico-religiose tra sciiti e sunniti fomentate dagli invasori per dominare meglio quel popolo, sono le cause che hanno portato alla nascita dello Stato islamico e all'incendio di tutta la regione.
Bisogna capire questo, capire che è la barbarie dell'imperialismo che genera barbarie. In questi giorni abbiamo appreso che l'Italia di Renzi sta preparando un altro intervento militare in Libia, dopo quello disastroso del 2011, insieme alle altre potenze imperialiste come USA, Gran Bretagna e Francia. Bisogna opporsi risolutamente a questa logica guerrafondaia e interventista, anche se viene contrabbandata con la motivazione della guerra santa allo Stato islamico.
Se si vuole la pace, se si vuole evitare le rappresaglie terroristiche, non c'è altra strada che smetterla di ingerirsi, bombardare e invadere. Occorre lasciare che i popoli risolvano da soli i loro conflitti interni. Se li si vuole aiutare ci sono le Ong, come Emergency e altre, e l'accoglienza per i profughi e i migranti. Se si vuole la pace occorre riconoscere tutte le parti in causa e trattare con tutti, senza demonizzare pregiudizialmente nessuno. Altrimenti si alimenta solo la spirale guerra imperialista-terrorismo. Una terza via non esiste.
Care compagne e compagni, care amiche e amici,
sappiamo che voi della sezione ANPI di Rufina siete particolarmente sensibili e attivi sui temi a cui ho accennato, come su tanti altri di vitale importanza le masse, come il diritto al lavoro, il diritto alla casa, l'antifascismo, e che se non fossero portati avanti da voi nessun partito borghese di fatto lo farebbe. Noi vi auguriamo e ci auguriamo che questi temi trovino una vasta eco e siano ampiamente dibattuti, senza preconcetti e con spirito aperto in sede congressuale, perché c'è molto bisogno di chiarirci le idee su questioni così controverse e complesse. Così che l'ANPI non solo rinsaldi e rinfreschi la sua linea e le sue tradizioni antifasciste, ma riesca anche ad essere di giusto orientamento per gli antifascisti e i democratici, specie per le nuove generazioni.
Grazie dell'attenzione e buon lavoro a tutti voi.
3 febbraio 2016