Le primarie di Milano del principale partito della "sinistra" borghese nella corsa a neopodestà del capoluogo lombardo
Sala cerca consensi dall’alto
Majorino, Balzani e Iannetta a caccia di voti per rivendicare un posto nella futura giunta a guida PD offrendole una copertura a sinistra. I marxisti-leninisti invitano a disertare le primarie anche per delegittimare il PD e il governo antipopolare e guerrafondaio del nuovo duce Renzi
Redazione di Milano
Tutti i residenti a Milano, con almeno 16 anni di età (compiuti prima o alla data delle elezioni amministrative), sono invitati dal PD e dai partiti alleati a partecipare, nei giorni 6 e 7 febbraio, previo versamento di un contributo di almeno 2 euro, alle votazioni primarie per eleggere il candidato del principale partito della “sinistra” borghese alla carica di neopodestà del capoluogo lombardo.
A differenza delle primarie di 5 anni fa, quelle di quest’anno sembrano ancor più essere una formalità per dare legittimazione “democratica” alla candidatura, designata dal nuovo duce Renzi e fortemente voluta dalla grande borghesia cittadina e nazionale, dell’amministratore delegato di EXPO spa Giuseppe Sala. La partecipazione dei suoi concorrenti alle primarie pare finalizzata non tanto a conquistare l’ambita candidatura a “primo cittadino” ma piuttosto ad aggiudicarsi un assessorato nella eventuale nuova giunta milanese della “sinistra” borghese. Due di questi, Pierfrancesco Majorino e Francesca Balzani, sono già assessori nell’attuale giunta arancione del neopodestà Giuliano Pisapia ed evidentemente cercano una quota di voti per “contare” al fine di riconfermarsi assessori nella futura giunta a guida PD, mentre il terzo, Antonio Iannetta, pur essendo un outsider
è attualmente presidente dell’associazione sportiva Uisp Milano (Unione italiana sport per tutti), dal suo curriculum può solo ambire all’assessorato Sport e Giovani.
Nel programma di Giuseppe Sala si intravedono i “poteri forti” che lo supportano interessati al grande banchetto delle speculazioni edilizie che si aprono col dopo EXPO grazie al nuovo Piano Generale del Territorio (PGT) che rende edificabili aree sulle quali precedentemente vigevano vincoli agricoli e ambientali sulla destinazione d’uso. Sala presenta questi lucrosi progetti di cementificazione - certo non volti agli interessi delle masse popolari che richiedono più verde pubblico e servizi - come “rigenerazione di nove luoghi simbolo della città”, da individuare in ciascuna delle 9 Zone, dedicandosi alla “ricerca di fondi del pubblico e delle imprese” e annunciando che tra le prime cose riproporrà il piano per la “riqualificazione” degli ex scali ferroviari, per una superficie di oltre un milione di metri quadrati di territorio urbano occupati un tempo dalle ampie aree di manovra dei mezzi su strada ferrata e che Sala intende svendere al capitale immobiliare per farne l’ennesima colata di cemento.
Mentre Sala imbelletta i suoi reali intenti, Balzani e Majorino farciscono i loro programmi con fantasmagoriche promesse elettorali.
Pierfrancesco Majorino, attuale assessore PD alle politiche sociali, comincia a rilanciare il solito “diritto al reddito” denominandolo “reddito minimo comunale”, che poi, seguendo la sua proposta, verrebbe elargito fintanto che i disoccupati interessati abbiano completato un corso di formazione o di riqualificazione professionale dopo del quale si promettono convocazioni a colloqui e a incontri di orientamento, la distribuzione dei curriculum presso enti per la ricerca di lavoro, oltre che alla promozione e alla partecipazione a iniziative di volontariato nella propria zona, ossia lavoro precario sottopagato.
A prescindere dalla reale volontà di realizzare questa promessa è evidente che Majorino evita di centrare il problema della disoccupazione e nulla dice sulla necessità del lavoro stabile, a salario intero, a tempo pieno e sindacalmente tutelato, garantibile dal Comune con la stabilizzazione dei precari, sull'impegno a creare nuovi posti di lavoro stabili con la reiternalizzazione dei servizi comunali attualmente esternalizzati ad appalti privati. Majorino è ben lungi dall’ammettere che il Comune ha i mezzi per creare occupazione stabile ma preferisce favorire le iniziative di imprese private e i loro lucrosi affari. “Occorre sostenere in special modo le imprese ad alto valore aggiunto e capaci di innovazione” che sfruttano al massimo la precarietà lavorativa garantita dal Jobs Act, “si potranno perciò dedicare 100 spazi di proprietà pubblica per ospitare gratuitamente per 5 anni start-up innovative di giovani imprenditori”, spazi pubblici sottratti a servizi pubblici per le masse, e perciò negati a potenziali nuovi lavoratori comunali stabili; inoltre promette di offrire ai privati anche 10.000 euro di fondi a sostegno del lancio dell’attività a condizioni agevolate. Majorino pur sapendo che la sanità non è di competenza comunale (bensì di potestà legislativa regionale) si sbilancia in roboanti promesse come l’istituzione di poliambulatori specialistici con servizi socio-sanitari integrati, in cui si realizzerebbe la presa in carico del cittadino per tutte le attività socio-sanitarie che lo riguarderebbero. L'unica cosa certa di questo programma è l’appoggio della sostituzione dei ricoveri ospedalieri con le cure a domicilio, anche per i malati cronici; una proposta inaccettabile che giustifica la vergognosa e crescente mancanza di posti letto negli “eccellenti” ospedali lombardi.
Francesca Balzani, neopodestà vicaria PD e assessore al Bilancio, si presenta in continuità con la giunta di Giuliano Pisapia (che la sostiene ufficialmente) e ne eredita la stessa retorica arancione di un “vento che cambia” ma che in cinque anni non è sostanzialmente cambiato. Promette “zero consumo di suolo”; lancia l’idea di nominare un “assessore della notte”, responsabile delle “attività creative e della sicurezza dopo il tramonto”; millanta “attenzione per gli immigrati”, limitandola però al diritto di voto per le sole amministrative rilanciando la solita promessa della moschea in città, già promessa da Pisapia nella sua campagna elettorale di cinque anni fa.
Anche in questa occasione è evidente che le primarie sono una sceneggiata per dare visibilità al principale partito della sinistra borghese e legittimità al suo candidato neopodestà. In ballo non ci sono gli interessi degli operai, dei lavoratori, degli studenti, delle donne e dei pensionati milanesi, bensì quelli della grande borghesia nazionale e cittadina.
Per questo noi marxisti-leninisti invitiamo le masse lavoratrici, giovanili e popolari a boicottare le primarie, delegittimare il PD e il governo antipopolare e guerrafondaio del nuovo duce Renzi.
3 febbraio 2016