Aumenta la disuguaglianza economica e sociale creata dal capitalismo
62 persone posseggono metà della ricchezza del mondo
In Italia l'1% di persone possiede il 23,4% della ricchezza nazionale
La globalizzazione imperialista non solo favorisce ma accelera in modo devastante le disuguaglianze economiche e sociali create dal sistema di produzione capitalista al punto che nel 2015, secondo il rapporto Oxfam intitolato “Un’economia al servizio dell’ 1 per cento”, un pugno di padroni supermiliardari possiede un patrimonio più grande di quello della metà più povera della popolazione della terra.
Tradotto in cifre assolute, ciò vuol dire che al mondo ci sono 62 supericchi che hanno accumulato ricchezze superiori a quelle di 3 miliardi e 600 milioni di persone messe insieme. Nel corso dell'ultimo quinquennio questi sessantadue pescecani capitalisti hanno visto la propria ricchezza crescere del 44%, mentre la metà più povera del pianeta si è specularmente impoveriva del 41%.
Dall’inizio del secolo alla metà più povera del mondo è andato l’1% dell’aumento di ricchezza, mentre l’1% più ricco s'è accaparrato la metà. Nel Sud del mondo, il 10% più povero ha visto il proprio salario aumentare di meno di 3 dollari l’anno nell’ultimo quarto di secolo. Nello stesso arco di tempo, negli Usa lo stipendio medio di un lavoratore è cresciuto del 10,9%, mentre quello di un amministratore delegato del 997%.
Il rapporto pubblicato il 18 gennaio dalla Oxfam, che rappresenta una delle più importanti organizzazioni umanitarie, sottolinea fra l'altro che la forbice delle disuguaglianze si è ulteriormente allargata anche in Italia dove risulta che nel 2015 l’1 per cento più ricco degli italiani possiede il 23,4 per cento della ricchezza nazionale. Una quota in assoluto pari a 39 volte la ricchezza del 20 per cento più povero della popolazione. Lo studio di Oxfam rileva inoltre che in Italia oltre la metà dell’incremento della ricchezza è andato a beneficio del 10 per cento più ricco.
“Lo scarto tra i super ricchi e il resto della popolazione - si legge fra l'altro nel rapporto - si è accresciuto in modo spettacolare negli ultimi dodici mesi”. Usando la classifica della rivista americana Forbes sui più ricchi della terra, Oxfam ha calcolato che dal 2010 allo scorso anno i 62 super miliardari in testa alla graduatoria, tra cui i giganti del web come Bill Gates di Microsoft, Jeff Bezos di Amazon, Mark Zuckerberg di Facebook, Larry Page di Google, e poi nuovi ricchi cinesi, sceicchi arabi, petrolieri russi (e due italiani, Maria Franca Fissolo Ferrero, titolare dell’impero della Nutella, e l’imprenditore di Luxottica Leonardo Del Vecchio), hanno visto aumentare il proprio patrimonio collettivo di 500 miliardi di dollari arrivando nel 2015 a un totale di 1.760 miliardi di dollari. Nello stesso periodo, la ricchezza dei 3 miliardi e 600 milioni di persone più poveri, ovvero metà della popolazione mondiale, è diminuita di circa 1.000 miliardi di dollari, un calo del 41 per cento. Ecco dove portano il sistema economico capitalistico e l'imperialismo.
Insomma ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più poveri: un trend indicato anche da un altro dato del rapporto che sottolinea come nel 2010 ci volevano i 388 più ricchi della terra per ammassare un patrimonio pari a quello della metà più povera della popolazione mondiale, nel 2011 ci volevano 177 ricchi, nel 2012 ne erano necessari 159, nel 2013 ne bastavano 92, nel 2014 ne erano sufficienti 80 e l’anno scorso appunto sono bastati 62 super ricchi a pareggiare la bilancia con i 3 miliardi e 600 milioni di persone più povere.
Roberto Barbieri, direttore generale di Oxfam Italia esorta “Il governo italiano ad agire per porre fine all’era dei paradisi fiscali, sostenendo a livello nazionale e in Europa una serie di misure in tal senso” e lancia la campagna “Sfida l’ingiustizia”, per dire basta ai paradisi fiscali.
Ai leader politici ed economici che ogni anno si riuniscono al vertice di Davos la Oxfam propone tre iniziative: un giro di vite contro l’evasione fiscale, maggiori investimenti nei servizi pubblici e salari più alti per i lavoratori a basso reddito. «La diseguaglianza ha raggiunto livelli insopportabili - ha affermato fra l'altro Duncan Exley, direttore esecutivo dell’associazione - Ormai è noto che un vasto gap tra i ricchi e tutti gli altri fa male all’economia e alla società. È necessario che i politici si sveglino e affrontino questa pericolosa concentrazione di ricchezza e di potere nelle mani di così pochi”.
Insomma la globalizzazione imperialista invece di “portare ricchezza e benessere ovunque arrivi” ha procurato in tutto mondo non solo ulteriore sfruttamento, oppressione, guerre, miseria, fame, disoccupazione, prostituzione, emigrazione di massa, devastazione dell'ambiente e inquinamento ma anche nuove e spaventose disuguaglianze economiche e sociali a tutto vantaggio di un pugno di ricchi borghesi che diventano sempre più ricchi e miliardi di poveri che diventano sempre più poveri sia a livello di Stato che individuale.
3 febbraio 2016