Violando la sovranità dell'Italia
Gli Usa spiavano Berlusconi quand'era primo ministro
Il dipartimento di Stato: “Sorvegliamo solo per sicurezza nazionale". Renzi in difficoltà. Obama non l'ha coinvolto nella conference call con i leader Ue sulla Siria

 
Berlusconi, o meglio i suoi più stretti collaboratori, furono spiati dalla famigerata National Security Agency (Nsa) nel periodo 2008-2011 e fino a pochi giorni prma della caduta del suo governo. Già nel 2013 dal materiale recuperato dall'ex consulente della Cia Edward Snowden e diffuso da Wikileaks era emerso che anche l'Italia, assieme alla Germania e a altri governi dell'Unione europea, fosse stata posta sotto ascolto dalla Nsa che aveva dovuto ammetterlo. Obama si era scusato con la Merkel e aveva promesso di non rifarlo.
Il 23 febbraio scorso la vicenda tornava alla ribalta dopo la diffusione di alcuni cablo dell'agenzia spionistica americana diffusi dall'organizzazione di Julian Assange e rilanciati da Repubblica e L'Espresso che confermavano la grave violazione della sovranità dell'Italia da parte dell'imperialismo americano.
Da questi documenti risulta che la Nsa ha dedicato una sua unità d'élite, lo Special Collection Service, alla costruzione di una rete di ascolto tra il 2008 e il 2011 dell'allora premier Berlusconi tramite l'intecettazione su cellulari e utenze fisse di alcuni collaboratori chiave dell'allora premier; venivano spiati l’ambasciatore Stefano Stefanini, allora Ambasciatore d’Italia presso la Nato, l’ambasciatore Bruno Archi, in seguito divenuto viceministro degli esteri del governo Letta e ora deputato di FI e l'allora consigliere diplomatico di Palazzo Chigi e attuale ambasciatore in Iraq, Marco Carnelos. Oltre che spiare le comunicazioni dell'ambasciata italiana a Washington.
Il 23 febbraio il Ministero degli Esteri inviava la lettera di convocazione dell'ambasciatore degli Stati Uniti d'America in Italia, John Phillips, per "chiarimenti circa le indiscrezioni comparse su alcuni organi di stampa". Nel frattempo da Washington rispondeva il portavoce del Dipartimento di Stato americano Mark Toner che sottolineava come l'amministrazione Obama non conduce “alcuna attività di sorveglianza di intelligence a meno che non vi sia una specifica e valida ragione di sicurezza nazionale. E ciò si applica a cittadini ordinari come a leader mondiali". Non farebbe una grinza ma se lo spionaggio era già avvenuto persino con la cancelliera tedesca Angela Merkel, “il motivo di sicurezza nazionale” esiste ed è quello di tenere sotto controllo gli alleati, financo quelli momentaneamente più stretti, che sono pur sempre dei concorrenti quantomeno finanziari e economici imperialisti. Un sistema inaccettabile di ingerenze che ha colpito persino il segretario delle Nazioni Unite Ban Ki-moon e l'Alto Commissariato Onu per i Rifugiati (Unhcr). Detto in altre parole l'imperialismo mericano intercetta chi gli pare.
E se anche non ci fossero registrazioni di intercettazioni dirette di Berlusconi, nulla toglie alla gravità dei reati commessi dagli statunitensi ai danni dei funzionari di uno stato alleato. E se in altri paesi quali Francia o Germania alle proteste verbali può seguire tranquilamente il silenzio, in Italia vige l’obbligo dell’azione penale, quella che ha portato ad esempio a far scattare indagini e condanne nel caso Abu Omar.
Indagini che partono però dopo un esposto che al momento risulta non pervenuto.
Anche Berlusconi ha mandato i suoi fedeli a strepitare sulla farsesca storia del complotto planetario per disarcionarlo nel 2011; l’avvocato Niccolò Ghedini, incaricato di seguire la vicenda alla lontana affermava che “prima accerteremo i fatti e solo dopo valuteremo se fare un esposto in Procura”.
Che poi è la stessa posizione del governo Renzi illustrata il 24 febbraio al question time della Camera dalla ministra per i rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, che ha affermato che “il punto di novità, laddove venissero confermate le indiscrezioni della stampa, è l'attività svolta su soggetti collegati al governo italiano: sarebbe chiaramente per noi inaccettabile immaginare un'attività intercettiva nei confronti di un governo alleato da parte degli Usa e richiede sicuramente un urgente approfondimento". Buonanotte.
Il 24 febbraio Obama firmava una legge che estende la protezione della privacy "non solo ai cittadini americani ma anche a quelli stranieri" dei Paesi alleati, i quali potranno anche fare causa al governo degli Stati Uniti se i loro dati saranno svelati in modo illegale. Il “Judicial Redress act bill” aveva avuto un largo sostegno al Congresso da democratici e repubblicani e potrebbe servire a tentare di disinnescare sviluppi negativi nei rapporti tra alleati che intanto mettono in difficoltà Renzi. Lo stesso giorno, tanto per dirne uno, Obama ha avuto una conference call solo con il francese Hollande, la tedesca Merkel e il britannico Cameron sul cessate il fuoco in Siria.

2 marzo 2016