Lo ha rivelato il “New York Times”
L'imperialismo americano pronto a colpire con raid aerei 40 campi dell'IS in Libia
In una recente lunghissima intervista sulla sua politica estera al The Atlantic
, che l'ha titolata “The Obama doctrine (la dottrina di Obama)”, il presidente americano ha affermato tra le altre che il suo sostegno all'aggressione della Nato contro il regime di Gheddafi in Libia nel 2011 fu “un errore”, non per l'intervento militare contro uno Stato sovrano ma per la sua errata convinzione che gli alleati Francia e Gran Bretagna avrebbero sostenuto un peso maggiore nell'operazione.
“Mi posso criticare per il fatto di avere avuto troppa fiducia nel fatto che gli europei, vista la vicinanza con la Libia, si sarebbero impegnati di più con il follow-up”, ha affermato Obama che attacca l'allora presidente francese Nicolas Sarkozy “che voleva vantarsi di tutti gli aerei abbattuti nella campagna, nonostante il fatto che avessimo distrutto noi tutte le difese aeree” e l'inglese David Cameron che dopo l'avvio dell'intervento perse interesse, “distratto da una serie di altre questioni”. Insomma per Obama se “la Libia è nel caos” la colpa sarebbe degli alleati che non si sarebbero voluti prendere le loro responsabilità nella gestione del dopo Gheddafi e non dell'aggressione imperialista che come le precedenti, da quella della Somalia voluta da Clinton a quella dell'Iraq voluta da Bush, ha fatto saltare gli equilibri regionali e aperto la via a guerra ancora in corso.
Oggi sono cambiati i referenti imperialisti di Obama che in Hollande e soprattutto nel nuovo duce Renzi, smaniosi di dividersi il controllo delle fonti energetiche del paese africano, ha appoggi senza dubbio più validi per una nuova aggressione alla Libia e alla guerra contro lo Stato islamico.
Lo confermano tra le altre le esercitazioni militari congiunte di Francia ed Egitto iniziate l'8 Marzo nel Mediterraneo con il supporto della portaerei francese Charles de Gaulle e sei navi d’appoggio e a cui partecipano alcuni caccia F-16 e Rafale appena acquistati in Francia dall’Egitto dopo lo scongelamento degli aiuti militari al Cairo da parte di Washington.
In questo scenario il Pentagono ha preparato i nuovi piani per un intervento aereo in Libia lasciando ai partner o agli alleati libici il compito delle azioni sul terreno.
Secondo quanto rivelato il 7 marzo dal New York Times
, il Pentagono avrebbe presentato alla Casa Bianca alcune opzioni a partire da quella che prevede una serie di bombardamenti aerei. Obiettivo dei raid sono una quarantina di campi di addestramento, centri di comando, depositi di munizioni e altre sedi delle formazioni dello Stato islamico in quattro aree del Paese nordafricano.
16 marzo 2016