La giunta Cinque fa carta straccia dei regolamenti comunali e delle regole della democrazia borghese
Sindaco e assessore M5S di Bagheria con ville abusive
Dal nostro corrispondente della Sicilia
Il M5S, campione della moralizzazione degli altri, ha dato un'altra prova della propria arrogante ipocrisia politica, dopo la vicenda del sindaco di Quarto, Rosa Capuozzo, eletta con i voti della camorra.
La giunta pentastellata di Bagheria, in provincia di Palermo, guidata dal sindaco Patrizio Cinque, eletto il 10 giugno 2014, aveva fatto della lotta all'abusivismo uno dei cavalli di battaglia elettorale: il colmo è che proprio lui possiede una villa abusiva, costruita nel 1982 in spregio al piano regolatore all’interno del parco vincolato Villa Serradifalco.
Lo rivela un servizio del programma “Le iene” di Italia1
, andato in onda il 7 febbraio scorso. ll sindaco, che inizialmente aveva smentito la notizia, tenta su facebook una difesa "la villa - scrive - è già sanata", ma è poi costretto ad ammettere che l'abitazione è ancora abusiva.
Il sindaco sostiene di essere vittima di un attacco politico perché denuncerebbe la mafia, facendone i nomi. Sì però, se la vogliamo dire tutta, il sindaco di Bagheria ha la villa in un parco vincolato, precisamente come le decine di mafiosi che in questi anni hanno devastato il territorio di Bagheria, costruendo al di fuori di ogni regola ville e palazzine abusive nel settecentesco parco di Villa Valguarnera, sottoposto a vincolo di inedificabilità assoluta.
Anche il suo assessore all'urbanistica, Luca Tripoli, M5S, è stato beccato sullo stesso problema. Le Iene gli contestano la trasformazione di un deposito attrezzi di 37 metri quadri in una villa da 120 metri quadri. “Non è vero!”, prova a difendersi Tripoli, che poi spiega di aver avviato la pratica per la regolarizzazione, mentre era assessore nel 2014! Si è poi dovuto dimettere. La vicenda era imperdonabile. L'assessore grillino era già chiacchierato in paese perché, da titolare della delega all'urbanistica, lavori pubblici e ad edilizia privata, avrebbe chiesto l'assegnazione di un bene demaniale per attività commerciali nella zona della "Baia dei Ciclopi", sul territorio da lui amministrato. Ciò solleverebbe un notevole conflitto di interessi, se la notizia fosse confermata.
La prima conclusione politica è che il Comune di Bagheria, il secondo per numero di abitanti della provincia di Palermo, è in mano ad una giunta che governa esattamente con gli stessi metodi clientelari di chi li ha preceduti per decenni, con la stessa arroganza e strafottenza.
E gli esempi sono ormai fin troppi per non concludere che ci troviamo dinanzi ad un fallimento politico che emerge prepotentemente, nonostante le ipocrite concioni sul bisogno di moralità e di rispetto delle regole borghesi con cui ama presentarsi il M5S davanti agli elettori per carpirne consensi e voti.
Patrizio Cinque sta inanellando una dopo l'altra esemplari figure da ducetto locale. La più eclatante di recente gli ha fatto collezionare una denuncia all'autorità gudiziaria da parte di un lavoratore ex Coinres del settore rifiuti, Carmelo Di Salvo. Questi è stato licenziato dopo che il Comune ha deciso di “interrompere il servizio del Coinres”. Esplicativa dell'attegiamento ducesco/mafioso di Cinque una dichiarazione in cui afferma “Noi dettiamo le regole, chi non le rispetta lo rispediamo al mittente. Recentemente abbiamo revocato il comando a 11 dipendenti perché non funzionali. Invece chi sta rispettando le nostre direttive ha garantito il posto di lavoro e si trova bene...”. E le direttive sono: assegnazione dell'appalto sui rifiuti a privati scelti dalla giunta senza appalto. Zitti tutti e chi non è “funzionale”: fuori!
Durante uno scambio di battute animate, il sindaco, ripreso in un video, ha minacciato l'ex netturbino comunale Di Salvo, che inscenava una plateale protesta nell'aula del Consiglio comunale, tenendo gli striscioni: "Sindaco Cinque mi hai tolto 55 anni di dignità" e "Patrizio Cinque il sindaco del clientelismo". Di Salvo, dopo aver perso il lavoro e aver tentato di chiedere aiuto a Cinque è stato aggredito verbalmente dal sindaco. Nel video Cinque gli urla “Ti strappo il cuore”. Secondo la polizia, il sindaco avrebbe aggiunto altre frasi ingiuriose (non presenti nel video): "Figlio di puttana, ti levo i coglioni e te li metto in bocca".
Quali sono i riferimenti ideologici di Cinque? Ci chiediamo quando lo sentiamo parlare così. Ci risulta che questi tipo di minacce siano tipicamente mafiose, mentre l'atteggiamento tenuto con i lavoratori è tipicamente da picchiatore fascista. Fa bene, dunque, la procura ad indagare sull'avvenimento, e ci aspettiamo che venga fatta luce sui metodi e i contenuti dell'assegnazione senza gara nel settore dei rifiuti a Bagheria.
Cinque e la sua giunta stanno dimostrando a tutti gli effetti di non discostarsi negli atteggiamenti e nei comportamenti politici da tutti quei gruppi di potere che negli ultimi anni in Sicilia si sono trovati a dover costruire le basi clientelari del loro potere, MPA, PD di Renzi, FI, UDC, NCD, M5S: tutti uguali.
Se non basta quanto detto, possiamo considerare anche le consulenze assegnate ad attivisti e parenti di assessori e consiglieri. "Scelti in base al curriculum", si difende il sindaco. Sì, però legati al M5S o parenti di esponenti del M5S. Si tratta di Vincenza Scardina, cognata dell'assessore allo sviluppo Alessandro Tomasello, M5S, che riceve un incarico fiduciario da 14.173 euro. Vittorio Fiasconaro, militante del M5S nel paese di Santa Flavia, confinante con Bagheria, che riceve incarichi per oltre 26 mila euro. Giorgio Castelli, padre di Filippo, consigliere comunale M5S, che viene nominato componente del comitato dei garanti.
Il M5S a Bagheria agisce al di fuori di ogni regola nel completo arbitrio, come dimostra anche la vicenda della concessione dell'antico palazzo Aragona Cutò del Settecento, sede della biblioteca comunale, ai privati per il veglione di Capodanno per la ridicola cifra di 500 euro, in violazione del regolamento che prevede l'uso del palazzo solo per manifestazioni di carattere culturale e fregandosene del “NO” della dirigente che si occupa del patrimonio culturale. L'indomani hanno fatto scandalo le scatole di superalcolici depositate negli uffici dell'archivio della biblioteca comunale, che custodisce preziose collezioni librarie e antiche collezioni di quotidiani come “l'Ora”, e la sporcizia dappertutto.
Come abbiamo sempre denunciato i moralisti del M5S dietro la loro politica di aggressione violenta e legalizzatrice nascondono precisamente le stesse marce caratteristiche degli altri politicanti borghesi che essi stessi contestano. Ciò conferma che le istituzioni rappresentative borghesi, centrale e locali, sono irriformabili, sono esse stesse fonti di corruzione e del dilagare del potere mafioso.
23 marzo 2016