Già condannato per l'omicidio Moro
L'ex “BR” Morucci fa ancora comodo ai servizi segreti
Lavora ancora nella società di intelligence di De Donno, braccio destro dell'ex numero uno di Ros e Sisde
Valerio Morucci, l'ex capo della colonna romana delle “Brigate rosse” che partecipò al rapimento e all'uccisione di Moro, e che oggi è libero cittadino grazie a una cospicua riduzione di pena ottenuta con la “dissociazione” e un falso memoriale, che non rivelava nulla ma fu preso per buono dai giudici, è stato assunto da una società di intelligence che fino al 2014 era amministrata dall'ex generale del Ros dei carabinieri e capo del Sisde, Mario Mori, e oggi è diretta dal suo ex braccio destro, Giuseppe De Donno.
La notizia, ignorata dal resto della stampa, è stata data con dovizia di particolari da Emiliano Liuzzi e Marco Lillo in un articolo su Il Fatto Quotidiano
del 1° marzo, in cui si spiega che Morucci è stato assunto a tempo indeterminato dalla società romana G Risk, di proprietà dell'ex colonnello dei carabinieri ed ex dirigente dei servizi segreti, Giuseppe De Donno, imputato con Mori a Palermo nel processo sulla trattativa Stato-mafia.
La G Risk si occupa di sicurezza e intelligence ed è controllata al 66% da De Donno, nonché da un altro ex carabiniere, Mauro Ciuffini, protagonista dell'inchiesta sulla camorra e l'alta velocità ferroviaria in Campania nel 1996: “Avevamo bisogno di una persona che si occupasse dello scacchiere internazionale e abbiamo individuato in Morucci la persona giusta. Non c'è niente di strano. Anche la sua esperienza di vita, quella negativa, può essere utile a un'azienda come la nostra”, ha dichiarato De Donno senza fornire ulteriori dettagli sul ruolo rivestito da Morucci.
De Donno era stato il braccio destro del generale Mori a Palermo dai primi anni '90. Fu lui a incontrare Massimo Ciancimino per avviare la trattativa segreta tra il padre Vito e Mori per una “tregua” nella guerra tra lo Stato e la mafia. E lo seguirà anche quando il generale viene promosso da Berlusconi alla direzione del Sisde. Lasciati i servizi segreti, dopo un periodo di consulente al servizio del fascista Alemanno al Comune di Roma, Mori fonderà poi la G Risk, per lasciarla nel 2014 a De Donno.
Ma non è questa dell'assunzione di Morucci in una società da lui fondata la sola “coincidenza” in cui Mori incrocia la strada dell'ex “BR”. Già sei anni prima era direttore scientifico di una rivista, Theorema
, in cui scriveva anche Morucci. Nel 1978 Mori viene nominato comandante dell'Anticrimine al reparto operativo di Roma dei carabinieri, lo stesso giorno in cui Morucci apre il fuoco con la sua Skorpion sulle macchine della scorta di Moro in via Fani. Poi Mori va a ricoprire un ruolo chiave nel reparto antiterrorismo del generale Dalla Chiesa, mentre Morucci, uscito dalle “BR” per “contrasti di linea”, viene arrestato un anno dopo la morte di Moro e condannato a diversi ergastoli. Dissociatosi nel 1985 viene scarcerato definitivamente nel 1994, e ora lo ritroviamo a lavorare per una società creata da uno di quelli che nominalmente gli dava la caccia. Strani casi della vita.
Del resto non è certo la prima volta che l'ex “BR” fa parlare di sé per le sue “strane” frequentazioni. Come quando nel 2009 fu invitato, su sua offerta, accolto con tutti gli onori e applauditissimo, a tenere un dibattito sulla “fine dell'antifascismo” nel covo romano dei fascisti di Casapound, insieme a vecchi arnesi dell'area del terrorismo nero e ad ex trotzkisti venduti al berlusconismo come l'ex direttore di Lotta Continua,
Giampiero Mughini.
O come quando, insieme ad altri suoi ex complici “pentiti” del delitto Moro come Gallinari e la Faranda, inviò un suo messaggio personale di cordoglio per la morte del piduista e capo di Gladio, Francesco Cossiga, esprimendo il suo rammarico perché era stato “l'unico che ci ha riconosciuto la dignità di nemici politici affrancandoci dal ruolo di criminali a cui la politica ci aveva condannati per necessità”.
Quindi non ci meraviglia affatto, noi che abbiamo sempre sostenuto che le “BR” erano eterodirette dai servizi segreti, venire a sapere che oggi questo torbido personaggio lavora per una società privata contigua ai servizi segreti, creata e diretta da due dei suoi ex alti dirigenti, implicati a loro volta nelle trame più oscure della storia degli ultimi decenni, in particolare nella trattativa Stato-mafia. Anzi, è solo un'altra conferma che avevamo ragioni da vendere a denunciare che le “Brigate rosse” erano in realtà nere, uno strumento in mano allo Stato borghese e alla P2 per aprire la strada, attraverso la “strategia della tensione” e il terrorismo nero e sedicente “rosso”, alla fascistizzazione del Paese e all'attuale regime neofascista.
23 marzo 2016