Per evitare la contestazione dei lavoratori all'inaugurazione sulla Salerno-Reggio Calabria

 
La polizia di Renzi sequestra e dirotta pullman di manifestanti
 
“E’ una censura organizzata, un’ulteriore mortificazione dei lavoratori che chiedono solo rispetto del loro diritto da più di un anno. Questo non è uno Stato democratico. L’Italia in questo momento vive un momento simile al fascismo. E’ bene che si sappia: la Calabria non sta rinascendo, che non raccontino favole”. Questa è la giusta e forte denuncia dei lavoratori della ex provincia di Vibo Valentia che, da più di 5 mesi sono senza stipendio, esasperati e indignati volevano contestare il nuovo duce Renzi, venuto a Mormanno, il 10 marzo scorso, per presiedere una scenografica e autocelebrativa cerimonia per l’abbattimento dell'ultimo diaframma di una galleria dell'infinito completamento dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria.
Ma non è stato possibile perché il pullman dove si trovava una delegazione di 50 dei 200 lavoratori dell'ente, su diretta indicazione di Renzi, è stato bloccato da una pattuglia della Polizia stradale all'altezza di Tarsia che ha impedito loro di proseguire per "motivi di ordine pubblico". Nella piazzola i lavoratori hanno srotolato uno striscione e tentato di opporsi al diktat mussoliniano ma il pullman, sequestrato dalla Polstrada, con un agente salito a bordo per evitare “colpi di testa”, è stato scortato per uscire dall'autostrada e dopo ore di trattative dirottato su Cosenza.
Intanto a Vibo la restante parte dei lavoratori ha continuato la protesta davanti alla sede della provincia.
Alfredo Iorno, segretario generale della Fp Calabria accusa: “è stata negata una richiesta di visibilità per non inficiare la narrazione di questo governo, applicando con miopia ed eccesso di zelo il protocollo di sicurezza”.
Ma la cosa è ancor più grave di come la presenta Iorno: Renzi, come Mussolini, non ammette “disturbatori” e sabotatori, non accetta il dissenso, le critiche o malumori, gufi o detrattori; è il despota indiscusso che esercita il suo potere assoluto pronto alle “deportazioni” pur di eliminare i dissidenti. Un preoccupante precedente, un grave atto repressivo che cancella di fatto, senza bisogno di nuove leggi liberticide, ogni diritto democratico-borghese, un modo più che diretto per intimidire i lavoratori in lotta e far loro piegare la testa. E' fascismo aperto, come hanno prontamente denunciato i lavoratori.
I lavoratori “eliminati” dalla farsa teatrale di Mormanno, dove Renzi ha potuto lanciare indisturbato l'ennesima promessa del completamento dell'opera entro fine anno, sono stati portati in piazza a Cosenza dove il questore è riuscito a programmare l’incontro con Renzi. Ma nemmeno qui hanno potuto esprimere le loro ragioni; è stato consentito a una ancora più stretta delegazione di incontrare il sottosegretario alla Presidenza del consiglio Luca Lotti e il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio strappando ai due esponenti di governo una verifica su questo punto, sempre più urgente, quantomeno per tappare le falle, visto che “la scellerata legge Del Rio” di cancellazione delle provincie è stata attuata senza provvedere alla ricollocazione dei lavoratori e alla riorganizzazione del servizio.
Dopo l'inconsistenza delle risposte ottenute lo stato di agitazione è quindi permanente: i lavoratori sono in assemblea e, in assenza di risposte certe, non si recheranno nei propri uffici.

23 marzo 2016