Intervento di Denis Branzanti al Congresso provinciale dell'Anpi di Forlì-Cesena
No al “museo del fascismo”, alla controriforma del Senato, alla guerra allo Stato islamico
Le lotte antifasciste che hanno attraversato la storia del nostro Paese, i tentativi di cancellare le conquiste della Resistenza, il razzismo che prende piede sempre più diffusamente, il proliferare di organizzazioni neofasciste dimostrano quanto ci sia ancora bisogno dell’Anpi e dell’antifascismo.
Bene ha fatto quindi l’Anpi locale a richiamare il sindaco Drei agli impegni che si era pubblicamente preso alla vigilia delle elezioni comunali del 2014, quando aveva firmato un documento, proposto proprio dall’Anpi a tutti i candidati, dove li impegnava ad attivarsi anche a livello normativo per quel che compete il Comune, a non dare nessuno spazio ai fascisti, mentre invece a distanza di quasi due anni non è stato fatto nulla. Il sindaco ci ha detto prima che hanno cominciato a lavorare ad un regolamento… buongiorno! Finalmente si è svegliato! Ma una cosa deve essere chiara: non solo piazza Saffi va vietata ai fascisti, come ha detto lui, perché se vanno in Piazza del Duomo o in altra piazza va bene? I fascisti non devono avere agibilità in nessuno spazio pubblico!
Bene ha fatto l’Anpi a livello nazionale, anche nel documento congressuale, ad impegnarsi per sostenere la campagna referendaria per il “No” alla controriforma costituzionale varata dal governo Renzi, con l’abolizione del Senato e la legge ultramaggioritaria Italicum, che affossa definitivamente la Costituzione del 1948, a dir la verità già cancellata di fatto da leggi, leggine e continue e palesi violazioni in ogni campo, a partire dalla continua violazione dell'art. 11, raggirato continuamente con il pretesto delle “missioni umanitarie” e, come sta facendo ora il governo, con il proseguimento dei vari interventi militari precedenti ma anche con l’obiettivo di avere la direzione dell’intervento militare in Libia.
Nel documento congressuale si toccano altri punti ma non tutti in modo condivisibile, in particolare l’immotivata fiducia nell’Unione Europea che non ha nulla a che vedere con i diritti e con i bisogni dei popoli ma è stata costruita su misura dei grandi speculatori e dei grandi capitalisti, oppure quando si dice che bisogna selezionare i migranti che fuggono dalla miseria e dalla guerra e cercano riparo nei Paesi, come anche il nostro, che sono la fonte dei loro problemi in quanto partecipano alla contesa e alla spartizione delle loro risorse, o ancora quando addirittura si chiede un intervento militare unitario contro lo Stato islamico, quindi in violazione della Costituzione, e senza considerare che la sua nascita e la sua diffusione sono le conseguenze proprio delle guerre imperialiste che da 25 anni vengono scatenate in Medio Oriente, a partire dalla prima guerra del Golfo.
La verità è che è la barbarie dell’imperialismo a generare barbarie.
Se si vuole la pace, se si vogliono evitare le rappresaglie terroristiche, bisogna smetterla di ingerirsi, bombardare e invadere, e trattare con tutte le parti in causa.
Vi è poi la questione del “museo del fascismo”, che non rientra nel documento congressuale ma che è all’ordine del giorno e che il megalomane sindaco di Predappio vuole aprire nella ex Casa del fascio peraltro buttando via 5 milioni di euro, dei quali 4.500.000 euro tra Comune, Regione e Stato, ma è possibile che con la crisi che da 8 anni attanaglia il nostro Paese non ci fosse un modo migliore di impiegare tutti quei soldi?
Bisogna poi dire che in questo caso l’Anpi ha sbagliato a collaborare a questo progetto apponendo la motivazione che “la nostra presenza è volta a garantire che non ci siano aspetti celebrativi”, come se la condotta tenuta sinora dal sindaco e dal Comune, che hanno già aperto nella casa natale di Mussolini un museo fascista, che permette la permanenza di diversi negozi di mercanzia fascista, che permette le rituali adunate di migliaia di fascisti, non delineasse già abbastanza chiaramente il quadro della situazione, e che piega prenderà questo progetto col passare del tempo.
E non vale come giustificazione nemmeno che non si tratterà di un museo riservato solo al fascismo, ma a tutti i “totalitarismi”, come è stato detto anche prima, termine col quale si indica anche, ma a sproposito, il comunismo.
Anzi, questo aggrava tale progetto, che avalla l’assurda e antistorica equiparazione tra fascismo e comunismo, e che costituisce anche un insulto alla memoria di tutti i partigiani comunisti, che costituirono la parte più risoluta e combattiva della Resistenza, e in particolare dei partigiani sovietici che hanno lottato e sono morti a milioni per la libertà dal nazifascismo del loro Paese socialista e anche di tutti i Paesi capitalisti.
L’Anpi deve quindi occuparsi di antifascismo, che è il suo scopo fondante, e al quale può e deve continuare a dare un contributo fondamentale, e lasciare l’anticomunismo ai fascisti e ai revisionisti di ogni genere, che non hanno certo bisogno del nostro aiuto per spargere falsità.
Che il 16° Congresso nazionale possa dare all’Anpi ulteriori forza e spinta per affrontare le tante battaglie che abbiamo ancora davanti per far affermare gli ideali e i valori della Resistenza!
Viva l’Anpi!
Viva l’antifascismo!
23 marzo 2016