Torino
Il Politecnico espelle gli studenti fuoricorso
Gli studenti lavoratori e delle famiglie meno abbienti i veri penalizzati
Dal nostro corrispondente del Piemonte
Al Politecnico di Torino è stato approvato un nuovo regolamento che prevede misure draconiane per gli studenti indietro con gli esami previsti. Per questi è stato introdotto l'obbligo a ripetere il test d'accesso (la vergognosa selezione a cui sono sottoposte le matricole per accedere ai corsi universitari) che, se non superato, porterebbe all'espulsione immediata dall'università.
Cosa prevede il nuovo regolamento degli studenti
A volere questa radicale riforma è stato il rettore Marco Gilli, il più giovane della storia dell'ateneo, che nel corso di una conferenza stampa ha senza mezzi termini dichiarato: “Che senso ha restare parcheggiati qui per tanto tempo? Con queste nuove misure gli studenti capiranno se l'università è la strada che fa per loro oppure no”. In cosa consistono le sue “nuove misure” è presto detto. Ogni studente iscritto al Politecnico verrà monitorato nel suo percorso di studi della laurea di primo livello (di durata triennale) e di quella di secondo (di durata biennale).
Se ciascun percorso non sarà ultimato in un tempo massimo che si prevede doppio rispetto a quello standard (quindi 6 anni per la laurea di primo livello e 4 per quella di secondo) scatterà l'automatica espulsione dal corso di laurea. Lo studente in questione dovrà quindi, se intenzionato a proseguire gli studi, iscriversi ad un'altra università oppure re-iscriversi al Politecnico ma solo dopo avere ripetuto e superato il test di accesso delle matricole. In ogni caso dovrà optare per un altro percorso di studi in quanto quello da cui è stato espulso gli sarà per sempre interdetto. In entrambi i casi gli esami sostenuti non saranno automaticamente validati ma sarà necessario una specifica conversione legata al nuovo percorso, conversione che richiede, a seconda del numero degli esami da validare, una spesa che si aggira nell'ordine di qualche migliaio di euro. Superare una seconda volta il test d'accesso non sarà poi certo un automatismo visti i rigidi criteri nozionistici e meritocratici applicati nella selezione delle matricole. Il rettore Gilli ha a questo riguardo dichiarato: “Abbiamo deciso di puntare su studenti di qualità. Quest'anno abbiamo introdotto una soglia minima per il test d'ingresso”.
Il nuovo regolamento che sanziona i fuoricorso è stato approvato all'unanimità dal senato accademico, unica opposizione quella degli studenti che, come componente di minoranza, non hanno potuto fare altro che contestare l'operazione sottolineando: “i fuoricorso non sono una zavorra da combattere ma studenti in difficoltà da aiutare con esami ad hoc, con formazione specifica e tutoraggio”.
Colpiti gli studenti lavoratori e meno abbienti
Viste le misure draconiane imposte in fretta e furia, per di più ad anno accademico abbondantemente iniziato, c'è da chiedersi se il Politecnico di Torino sia sommerso da studenti fuori corso che, causa il loro numero, rendono impossibile il regolare svolgimento delle lezioni e delle sessioni d'esame. No, non è affatto così. Le statistiche dimostrano anzi l'opposto! Il Politecnico registra un tasso di fuori corso pari a circa il 36% contro una media nazionale del 47% per le facoltà di ingegneria ed architettura. Con 10 punti percentuali meno della media nazionale il Politecnico di Torino è una delle università, sotto questo punto di vista, più “virtuose” del Paese. Il vero problema non è legato ai fuoricorso bensì all'aumento delle iscrizioni, vertiginoso e in controtendenza rispetto alle altre università. Al Politecnico quest'anno si sono avute 10.000 domande di iscrizioni a fronte di soli 5.000 posti ed è quindi necessario attuare una selezione di classe ancora più rigida. Da tenere ben presente è poi il discorso legato ai finanziamenti statali per l'università. Per ogni studente in corso questa riceve 1.500 euro annui mentre non riceve nulla per quelli fuoricorso. Insomma, per le università che selezioneranno i futuri dirigenti della classe dominante borghese (o più semplicemente i futuri tecnici, di estrazione proletaria, che questa utilizzerà come suoi caporali) sono necessari criteri selettivi sempre più elevati. Se la classe dominante borghese del nostro Paese vuole essere al livello di quelle europee e mondiali non può fare altro che spremere le masse popolari fino alla loro ultima goccia di sangue. Questo vale per le lavoratrici ed i lavoratori nei posti di lavoro e allo stesso modo per le studentesse e gli studenti nelle scuole e nelle università. Ad essere colpiti saranno, ne siamo certi, gli studenti delle famiglie meno abbienti che sono costretti a svolgere un lavoro per mantenersi negli studi. In molti casi questi sono oggettivamente impossibilitati a sostenere tutti gli esami previsti per ogni anno e optano quindi per una iscrizione part-time. Penalizzati anche gli studenti fuori sede che non possono permettersi un alloggio vicino all'Università e, causa lo stato di degrado dei trasporti pubblici, sono costretti ad orari massacranti per riuscire a frequentare le lezioni.
Il tanto decantato “merito” è soltanto una truffa. La pretesa “riforma” si limita infatti a “misurare” il numero degli esami sostenuti senza tenere in alcun conto le differenze tra gli studenti, incluse quelle legate alla tipologia di iscrizione.
Quanto avvenuto al Politecnico di Torino dimostra in ultima analisi l'assoluta correttezza della linea universitaria del nostro Partito. Le nostre università, così come le nostre scuole, devono essere governate direttamente dalle studentesse e dagli studenti. Solo così gli studenti fossero la maggioranza all'interno degli organi accademici allora un simile vergognoso regolamento non sarebbe mai stato approvato e le studentesse e gli studenti di estrazione proletaria potrebbero completare i loro studi, studi che la classe dominante borghese vuole invece loro negare.
23 marzo 2016