Pur di non avere in casa propria migranti e rifugiati
L'UE imbottisce di miliardi il regime fascista di Erdogan
La soluzione giusta è aprire le frontiere dell'UE
No al rinvio in Turchia dei migranti e dei rifugiati

 
"L'accordo raggiunto rispetta i requisiti che ci eravamo dati c'è un esplicito riferimento ai diritti umani, alla libertà di stampa e quei valori fondanti dell'Europa. La nostra posizione era sì all'accordo ma non a tutti i costi, abbiamo ottenuto questo principio, adesso vedremo di lavorare per fare in modo che tutto vada nel miglior modo possibile. Alle parole ora devono seguire i fatti", affermava il 18 marzo in conferenza stampa al termine del vertice dell'Unione europea (Ue) a Bruxelles il premier italiano Matteo Renzi in riferimento all'accordo Ue-Turchia; ovvero basta scrivere che tali punti sui cosiddetti "valori fondanti" devono essere rispettati senza proccuparsi che lo siano effettivamente, e il regime fascista del presidente Erdogan li viola tutti nella repressione dell'opposizione e delle aspirazioni autonomiste del popolo curdo, per imbottire il governo di Ankara di miliardi di euro e assicurarsi che faccia da contenitore di migranti e rifugiati dai paesi mediorientali e asiatici diretti verso la Ue, un muro per i flussi migratori.
L'accordo tra il Consiglio europeo, la Commissione e la Turchia, in nome dell'emergenza profughi apre in realtà la strada a procedure illegali e allo smantellamento del diritto individuale di asilo nella Ue. Diverse associazioni che si occupano di migranti l'hanno definito “una violazione senza precedenti del diritto europeo alla protezione internazionale e della Convenzione di Ginevra sulla protezione dei rifugiati”. Financo il Vaticano ha definito "umiliante chiudere le porte d'Europa", l'ennesimo tentativo dei paesi imperialisti europei di blindare le frontiere. Un tentativo che non fermerà la pressione di chi è in fuga da guerre e fame e cercherà di raggiungere l'Europa, per la semplice ragione che restano intatte le principali cause della loro fuga dai paesi di origine, spesso originate da bombe e sfruttamento degli stessi paesi imperialisti europei che devono cessare.
La soluzione giusta è comunque quella di aprire le frontiere dell'Ue a profughi e migranti, l'unico sistema efficace tra l'altro contro i trafficanti di esseri umani, a partire dalla creazione di canali umanitari attraverso i Balcani, l'Adriatico e il Mediterraneo per garantire un passaggio sicuro che ponga fine una volta per tutte alle rotte della morte. In ogni caso i numeri attuali di profughi e migranti diretti verso i paesi europei sono ancora gestibili e solo la propaganda imperialista, razzista e xenofoba li fa diventare una inesistente "invasione" da respingere.
Il nuovo "muro" sulla rotta mediorientale dovrebbe essere costituito dalla Turchia. Ben remunerata per il suo servizio con i 3 miliardi di euro già stanziati e altrettanti da incassare entro il 2018. Il comunicato dell'intesa tra Bruxelles e Ankara è tra l'altro una successione di misure che alternano quelle relative ai profughi alle contropartite portate a casa dal governo turco, esplicitando anche nella forma in cui è scritto il baratto tra le due controparti.
“La Turchia e l'Unione europea hanno riconfermato l'impegno ad attuare il piano d'azione comune attivato il 29 novembre 2015. Sono già stati compiuti molti progressi, tra cui l'apertura, da parte della Turchia, del mercato del lavoro ai siriani oggetto di protezione temporanea”, afferma il documento per registrare che va tutto bene tra le parti, anche se vuol dire che decine di migliaia di donne e ragazzi siriani sono già supersfruttati nelle aziende manifatturiere turche.
L'accordo prevedeva che a partire dal 20 marzo i profughi che sono già nelle isole dell'Egeo dovevano essere trasferiti sul continente nei centri che già ne accolgono quasi 50 mila predisposti dal governo di Atene per poter usufruire dei programmi di trasferimento all'interno della Ue; quei ridicoli programmi già previsti che sono riusciti finora a spostare da Grecia e Italia solo alcune centinaia di profughi delle decine di migliaia arrivati negli ultimi mesi. Profughi e migranti che arriveranno sulle isole dal 20 marzo dovranno essere identificati e rispediti in Turchia.
“Al fine di smantellare il modello di attività dei trafficanti e offrire ai migranti un'alternativa al mettere a rischio la propria vita - sta scritto nel comunicato - l'Ue e la Turchia hanno deciso oggi di porre fine alla migrazione irregolare dalla Turchia verso l'Ue; per conseguire questo obiettivo hanno concordato i seguenti punti d'azione supplementari: 1) tutti i nuovi migranti irregolari che hanno compiuto la traversata dalla Turchia alle isole greche a decorrere dal 20 marzo 2016 saranno rimpatriati in Turchia, nel pieno rispetto del diritto dell'Ue e internazionale, escludendo pertanto qualsiasi forma di espulsione collettiva. (...) Si tratterà di una misura temporanea e straordinaria che è necessaria per porre fine alle sofferenze umane e ristabilire l'ordine pubblico. I migranti che giungeranno sulle isole greche saranno debitamente registrati e qualsiasi domanda d'asilo sarà trattata individualmente dalle autorità greche conformemente alla direttiva sulle procedure d'asilo, in cooperazione con l'Unhcr (l'agenzia per i porfughi dell'Onu, ndr). I migranti che non faranno domanda d'asilo o la cui domanda sia ritenuta infondata o non ammissibile ai sensi della suddetta direttiva saranno rimpatriati in Turchia. La Turchia e la Grecia, assistite dalle istituzioni e agenzie dell'Ue, adotteranno le misure necessarie e converranno i necessari accordi bilaterali, tra cui la presenza di funzionari turchi sulle isole greche e di funzionari greci in Turchia dal 20 marzo 2016, al fine di garantire un collegamento e agevolare in questo modo il corretto funzionamento di detti accordi".
"Non verranno eseguiti espulsioni di massa", assicuravano da Bruxelles ma il meccanismo concepito dalla Ue altro non è che una macchina burocratica per produrre espulsioni individuali in serie, espulsioni di fatto di massa, comprese quelle di siriani che è difficile non definire profughi di guerra. “Per ogni siriano rimpatriato in Turchia dalle isole greche - precisa il documento - un altro siriano sarà reinsediato dalla Turchia all'Ue. (...) La priorità sarà accordata ai migranti che precedentemente non siano entrati o non abbiano tentato di entrare nell'Ue in modo irregolare”. Un meccanismo complesso che sposta i profughi come pacchi postali, concepito per fermare i flussi, tanto che i posti disponibili per i cosiddetti reinsediamenti sono quasi raggiunti con i profughi già arrivati in Grecia. E di difficile applicazione tanto che il 20 marzo non erano ancora al loro posto nelle isole dell'Egeo gli specialisti europei che dovrebbero valutare le domande di asilo.
Tra l'altro la Turchia non riconosce la convezione di Ginevra del 1951 sui profughi e non la applica già escludendo siriani, iracheni e afghani dal riconoscimento dello status di rifugiato; come potrà applicare il meccanismo di gestione dei profughi "nel pieno rispetto del diritto dell'Ue e internazionale" come afferma il comunicato non è un problema per la Ue che lo risolve scrivendo semplicemente sul comunicato finale del vertice che "si attende che la Turchia rispetti gli standard più elevati in materia di democrazia, stato di diritto, rispetto delle libertà fondamentali, compresa la libertà di espressione". L'Ue "attende", la Turchia non li rispetta a partire dai giornalisti non allineati al governo sbattuti in galera e l'intesa procede.

23 marzo 2016