Giornata di mobilitazione nazionale di Cgil, Cisl e Uil sulle pensioni
Centinaia di migliaia di pensionati e lavoratori in piazza
Tre le manifestazioni centrali Venezia, Roma e Napoli, tantissime le iniziative territoriali
“Cambiare le pensioni e dare lavoro ai giovani”. E' questo lo slogan della giornata di mobilitazione nazionale promossa da Cgil, Cisl e Uil sabato 2 aprile. La giornata è stata aperta dalle tre manifestazioni principali di Venezia, Roma e Napoli, che hanno visto migliaia di pensionati, lavoratori, giovani e donne sfilare in corteo per le vie centrali delle città, e dalle centinaia di iniziative territoriali.
A Venezia
, il corteo di quattromila manifestanti è partito dalla stazione ferroviaria Santa Lucia, ha attraversato le vie principali per giungere in Campo Santa Margherita dove era atteso il comizio della segretaria nazionale della Cgil, Susanna Camusso. A Roma
, dal concentramento di piazza dell'Esquilino il corteo ha percorso le vie centrali ed è arrivato in piazza SS. Apostoli. Dal palco ha parlato la segretaria nazionale della Cisl Annamaria Furlan. A Napoli
, il concentramento era fissato in piazza Dante Alighieri per sfilare per le vie del capoluogo campano e giungere in piazza Giacomo Matteotti dove a rappresentare gli organizzatori c'era il segretario della Uil Carmelo Barbagallo. Molti gli interventi di lavoratori e pensionati prima dei sindacalisti nazionali. I cortei, vivaci e combattivi hanno riempito le strade di bandiere sindacali, cartelli, gigantografie e caricature che richiamavano il tema della manifestazione.
Una grande mobilitazione che non ha risparmiato neppure le province più remote con centinaia di iniziative e manifestazioni unitarie svolte a livello territoriale. Volantinaggi, presidi, assemblee, sit-in, flasch-mob, si sono svolti in moltissime città e molteplici le iniziative in quelle capoluogo; manifestazioni con cortei territoriali hanno attraversato Torino, Cuneo, Ferrara, Livorno, Ancona, Sassari e Oristano, Messina, Siracusa, Enna e Catania. Presidi, assemblee e volantinaggi a Trieste, Trento, Bolzano, Genova, Firenze, Terni, L'Aquila, Cosenza, Catanzaro e Reggio Calabria, Cagliari, Nuoro e Palermo; in Basilicata la mobilitazione è stata spostata al 9 aprile in concomitanza con la manifestazione regionale per il lavoro.
Cgil, Cisl e Uil, nella piattaforma nata dalla loro ritrovata l'unità, chiedono al governo di “modificare” la legge Fornero creando nuove opportunità di lavoro per i giovani; proteggere le pensioni in essere, potenziare e sostenere la previdenza complementare, più tutele previdenziali per i giovani con lavori discontinui e precari, riconoscimento del lavoro di cura familiare e della differenza dei lavori. Una soluzione ad hoc viene chiesta per i lavoratori precoci, ovvero il pensionamento con quota 41 di anzianità contributiva.
Questo è quanto hanno ribadito nei comizi, quasi fotocopia, i tre segretari generali richiamando le responsabilità del governo che non ha rispettato gli impegni presi (aprire un tavolo di trattativa) senza però alzare il tiro sulle altre “riforme” antioperaie, antipopolari e neofasciste del nuovo duce Renzi come il Jobs Act.
Era il momento di chiamare i pensionati, i lavoratori e i giovani in piazza, un appuntamento invocato dagli attivi interregionali dei quadri e delegati del 17 dicembre scorso, per chiedere il giusto riconoscimento dei diritti di chi ha già lavorato e chi deve ancora entrare nel mondo del lavoro. Ma i tre vertici sindacali collaborazionisti non hanno saputo dare una piattaforma adeguata alla posta in gioco e alla voglia di riscatto dei pensionati e dei lavoratori danneggiati, limitandosi a richiedere solo modifiche invece della totale e immediata cancellazione confermando, al di là delle promesse parolaie, la loro sottomissione e omologazione alla politica stangatrice antioperaia e antipopolare che i governi hanno adottato in questi anni, da Monti a Renzi fino ad accettare, di quest'ultimo, il Jobs Acs, la cancellazione dello Statuto dei lavoratori e il diritto alla pensione. La numerosa e combattiva partecipazione ai cortei e alle iniziative di mobilitazione territoriale del 2 aprile, invece, hanno resi visibilissimi il disagio, le difficoltà e le ingiustizie reali causati dalla legge Fornero, che in questi anni ha ridotto alla fame e impoverito decine di migliaia di lavoratori e pensionati e le loro famiglie.
La controriforma Fornero va abrogata, va ripristinato il diritto alla pensione di anzianità a 55 anni per le donne e 60 per gli uomini, con 35 anni di contributi. Ei va richiesto con forza che i risparmi finora ottenuti con tale famigerata “riforma” (30 milioni all'anno, fonte sindacale), siano restituiti ai pensionati.
I sindacati hanno annunciato dai rispettivi palchi un'altra manifestazione che dovrebbe essere fissata a Roma per il 19 maggio se non ottenranno risposte dall'esecutivo.
6 aprile 2016