Al vertice di Washington sul rischio nucleare
Obama: Impedire all'IS di mettere le mani sulle armi nucleari
Accordo tra Obama e Xi contro il "terrorismo nucleare"

 
Il quarto appuntamento del Nuclear Security Summit (Nss) che si è svolto dal 31 marzo all'1 aprile a Washington ha chiuso il ciclo dei vertici inaugurato nella stessa città nel 2010 e convocati dal presidente americano Barack Obama per perseguire l’obiettivo di “un mondo senza armi nucleari”. I lavori del summit, cui hanno partecipato oltre 50 leader mondiali, avrebbero permesso all'iniziativa promossa da Obama, secondo le sue stesse parole, di costruire un consenso globale sulla necessità di dotarsi di strumenti per affrontare le sfide della sicurezza nucleare e definire nuove condizioni di sicurezza che permettano di progredire nel campo della non proliferazione e del disarmo verso "un mondo più sicuro per tutti".
L'iniziativa partita sei anni fa ha prodotto l'intesa del 2010 tra Obama e l'allora presidente russo Medvedev sulla riduzione dei rispettivi arsenali nucleari, lasciando comunque un numero di bombe nucleari sufficienti a distruggere varie volte il pianeta, e poco altro. A Washington la Russia non si è presentata per la crisi nei rapporti con la Casa Bianca in seguito alla crisi ucraina. L'iniziativa di Obama non ha avuto alcun impatto sullo sviluppo degli arsenali nucleari di paesi che non aderiscono nemmeno al trattato di non proliferazione nucleare ma che chiamandosi Israele, Pakistan e India non sono neanche presi in considerazione dagli alleati paesi imperialisti e principali potenze nucleari. I quali una volta risolto il contenzioso con l'Iran di Rohani sullo sviluppo del nucleare iraniano, fermato da Teheran e messo sotto il controllo dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea), hanno lasciato comunque l'Iran fuori della porta non invitandolo al summit e hanno continuato a tenere nel mirino la non allineata Corea del Nord. Ma l'obiettivo principale dei Nss è stato e resta quello della lotta contro la "minaccia del terrorismo nucleare". L'obiettivo ribadito nei vertici di Seul del 2012 e dell'Aja nel 2014 e aggiornato da Obama nel 2016 con l'indicazione della necessità di impedire all'Is di mettere le mani sulle armi nucleari.
Nella presentazione del vertice Obama aveva dichiarato che "considerata la continua minaccia posta da organizzazioni come il gruppo terroristico che chiamiamo Stato Islamico ci uniremo agli alleati e partner per riconsiderare i nostri sforzi nella lotta al terrorismo, per impedire che la rete più pericolosa del mondo possa ottenere le armi più pericolose del mondo". Non a caso uno degli incontri previsti tra i leader imperialisti nel summit sulla sicurezza nucleare era una sessione speciale sulla lotta all’Is.
Il vertice ha definito cinque piani d'azione per migliorare il coordinamento degli stati membri con l'Aiea e l'Interpol cui è affidata la responsabilità principale per "rafforzare l'architettura globale di sicurezza nucleare". A quell'Aiea che fece da spalla a Bush nell'inventare le prove fasulle sull'inesistente arsenale di armi di distruzione di massa di Saddam e legittimare la guerra imperialista all'Iraq nel 2003.
All'ultimo vertice della serie Nss, Obama non ha potuto contare sull'apporto della Russia di Putin che ha voluto marcare le accresciute contraddizioni imperialiste con gli Usa; il partner imperialista privilegiato è quindi risultato la Cina di Xi Jinping che nell'incontro bilaterale ha firmato una intesa in dieci punti per una collaborazione tra le due principali potenze economiche imperialiste mondiali che hanno messo per scritto e firmato l'impegno "a lavorare insieme per sviluppare un contesto internazionale pacifico e stabile, riducendo la minaccia del terrorismo nucleare". Belle parole, mentre nei fatti è in atto un perdurante confronto economico e politico per la supremazia mondiale tra le due superpotenze, quella di Obama e quella del rinnegato Xi in ascesa.

6 aprile 2016