Nel Sinai
L'IS attacca una colonna di veicoli militari dell'esercito egiziano

 
Una formazione aderente allo Stato islamico (Is) ha attaccato il 7 aprile una colonna di veicoli militari dell'esercito egiziano nella zona di Sheikh Zuweid, nella penisola del Sinai, uccidendo 6 soldati e ferendone 12; il lancio delle bombe che ha centrato i mezzi militari è stato rivendicato dal gruppo Provincia del Sinai, nato dalla formazione di Ansar Bayt al-Maqdis che giurò fedeltà all’Is nel novembre 2014.
L'attacco dell'Is nella penisola del Sinai è un colpo al regime del generale Al-Sisi che già è in difficoltà per le sue responsabilità nell'assassinio dell'italiano Claudio Regeni, messe in evidenza anche solo dai plateali tentativi di depistaggio di servizi segreti, polizia e funzionari governativi.
La dittatura egiziana ha dalla sua parte il regime reazionario dell'Arabia saudita, che ha aiutato Al-Sisi nel golpe contro il governo del presidente islamico Morsi nel luglio 2014 e lo aiuta ancora finanziariamente a partire dai 20 miliardi di dollari che re Salman in persona ha portato nella recente visita al Cairo. Ha dalla sua parte l'imperialismo americano come conferma la visita in corso nella capitale egiziana negli stessi giorni dell'attacco dell'Is nel Sinai di una delegazione del Congresso Usa, col senatore Perdue che all’agenzia al-Monitor dichiarava che "siamo tornati qui con un rinnovato senso di urgenza. Al-Sisi è potenzialmente il più grande partner degli Stati Uniti. (...) Dobbiamo capire come migliorare le capacità egiziane nella lotta all’Is, in particolare nel Sinai". Il presidente della commissione del Senato americano per gli aiuti esteri, Lindsey Graham, cosa fare lo sapeva già lanciando l'idea di un “piano Marshall” con parecchi miliardi di dollari a favore di Egitto, Libano e Giordania che si aggiungerebbero all'oltre un miliardo e 300 milioni di dollari in aiuti militari finora consegnati al Cairo.

13 aprile 2016