Governo e PD immersi fino al collo nello scandalo del petrolio in Basilicata
Indagato anche il sottosegretario De Filippo
“Assunzioni in cambio di voti”
cacciamo via renzi
Il governo e il partito del nuovo duce Renzi è immerso fino al collo nello scandalo del petrolio in Basilicata. Dopo la raffica di arresti e avvisi di garanzia a carico di diversi boss politici del PD e le conseguenti dimissioni della ministra dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, i magistrati di Potenza hanno iscritto nel registro degli indagati anche il sottosegretario alla Salute ed ex governatore piddino della Basilicata, Vito De Filippo con l'accusa di “induzione indebita”.
Secondo gli inquirenti De Filippo ha “abusato della sua qualifica e dei poteri per favorire un'azienda”, in modo da promettere “a lui e alle persone a lui vicino l'assunzione di persone da loro stessi nominativamente indicate”.
In particolare a De Filippo, che nel 2015 è stato condannato dalla Corte dei Conti di Potenza a risarcire 2.641 euro alla Regione per l’uso indebito dei fondi di rappresentanza, viene contestato uno scambio di favori con l’ex sindaco di Corleto Perticara Rosaria Vicino, anche lei del PD, arrestata il 31 marzo insieme a cinque funzionari del centro oli dell’Eni di Viggiano dove viene trattato il petrolio estratto in Val d’Agri. Insieme a De Filippo, che si è dimesso da presidente della Regione a fine 2013, è stata iscritta nel registro degli indagati la segretaria Mariachiara Montemurro, consigliere comunale del PD di Gallicchio (Potenza). Secondo gli inquirenti Vicino, ancora ai domiciliari, aveva assicurato all’attuale sottosegretario che si sarebbe spesa per sostenere la Montemurro alle amministrative del 2014 in cambio dell’assunzione del figlio concretizzata in un contratto a tempo determinato in una ditta dell’indotto lucano della compagnia del cane a sei zampe.
La ex sindaca, scrivono gli inquirenti, aveva messo in piedi una sorta di potentato basato sulla “capacità di piegare o condizionare la volontà degli imprenditori” sfruttando il proprio potere di negare autorizzazioni cruciali. “Deve essere chiaro: il nostro ruolo dei sindaci è cambiato, è diventato l’ufficio di collocamento (…)”, affermava in un’intercettazione finita agli atti, parlando delle richieste di assunzioni fatte ai vertici di Total che avevano bisogno anche delle sue “carte” per far partire il famigerato progetto di estrazione Tempa Rossa. Al contrario, “a noi la sicurezza non ce ne fotte niente“, chiosava la sindaca piddina.
In una intercettazione ambientale agli atti dell'inchiesta De Filippo si accorda con la sindaca PD per l'assegnazione di un appalto della Tecnimont, società del gruppo Total, da assegnare alla Sentinella, società che però evidentemente De Filippo non conosceva: "Come si chiama di cognome? (…) Questo qui della Sentinella?" chiede De Filippo alla sua interlocutrice. E ancora: “Ma quante persone devono prendere questi qua?”. Mentre la "La Vicino - si legge nell'informativa - rispondeva che avrebbero assunto una decina di persone. Diceva che fino a quel momento avevano preso uno di Corleto ed uno di Armento (due paesi lucani ndr)". "Ma questi sono tuoi o di Pasquale? (ndr, avversario politico) ". "La Vicino rispondeva che era suo (pareva indicare lo stesso col nome "frusci"). De Filippo mostrava di aver capito di chi si trattava. La Vicino aggiungeva di averlo mandato alla "security" (riferimento che si intende fatto alla società Security mentre a "la Sentinella" avrebbe mandato quattro persone di Corleto: "Eh - diceva il sindaco - ma non ne pigliano assai, ma penso che tutt'al più una decina, però fino a mò non… allora, qua… sono uno di Corleto, uno di Armento hanno pigliato…(…) mio. (…) frusci". Un nome che, effettivamente, tornerebbe poi come assunto alla Tecnimont.
La seconda accusa che viene rivolta al sottosegretario De Filippo riguarda invece l'assunzione del figlio della Vicino da parte di una società appaltatrice dell'Eni, così come richiesto più volte dalla madre che in cambio avrebbe offerto appoggio elettorale ai candidati della corrente: Angelo Mastronardi, candidato sindaco a Guardia Perticara, Maria Chiara Montemurro, candidata consigliere comunale del comune di Gallicchio e Mario Maiolo. candidato col Partito Democratico alle Europee del 2014-. "Lo sai è come un figlio per me! Troverà una strada importante" la rassicurava al telefono.
In un'altra telefonata, invece, De Filippo viene citato da due esponenti del PD locale. "Uno afferma - scrive la mobile - che da un lato dice che lui è un sottosegretario del governo Renzi, e che quest'ultimo e Delrio lo chiamano tutti i giorni per conoscere lo stato delle cose; dall'altro, però, anziché allinearsi alla corrente Renzi, si allinea con Luongo. Nel corso della conversazione Marco riferisce a Robortella che la ex presidente del consorzio, Adriana Petruzzi, è stata nominata, proprio da De Filippo, come consigliera della Fao, organizzazione internazionale per la fame del mondo, e precisa che l'ha messa nel consiglio così che "quando va a Roma a trovare la figlia, Adriana ha pure come prendersi il rimborso spese praticamente".
Insomma Renzi che ha conquistato Palazzo Chigi promettendo la “rottamazione del vecchio sistema politico” e di inasprire le leggi “contro i corrotti e il clientelismo”, si ritrova immerso fino al collo nelle tangenti puzzolenti di petrolio, un motivo in più per cacciarlo via al più presto con la lotta di piazza.
20 aprile 2016