Milano
Migliaia gli antifascisti in piazza. Contestato lo spezzone del PD e Renzi. Apprezzata la delegazione del PMLI. Contestato il sionismo israeliano

Redazione di Milano
Migliaia di manifestanti sono scesi in piazza a Milano, città Medaglia d’Oro alla Resistenza, nel pomeriggio di lunedì 25 Aprile per celebrare il 71° Anniversario della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo. Al tradizionale concentramento in Porta Venezia sono giunti antifascisti di tutte le età, dai giovani di allora che avevano vissuto e combattuto il fascismo fino ai giovani d’oggi che si battono contro la devastazione del diritto allo studio e al lavoro e la devastazione ambientale perpetrata dall’odierno regime neofascista governato dal nuovo duce Renzi.
Anche quest’anno il colore prevalente del corteo, che ha raggiunto infine piazza Duomo, è stato il rosso. C’erano con le loro insegne sezioni dell’ANPI e dei deportati dell’ANED, questi ultimi coi cartelli neri riportanti i nomi dei lager nazisti. Sono scese in piazza intere famiglie con bambini, delegazioni dei sindacati confederali e non confederali, dei partiti, dei comitati migranti, dei centri sociali e di associazioni cattoliche, di atei razionalisti (UAAR) e umanitarie come Emergency. E poi nutrite delegazioni delle associazioni per i diritti dei migranti, del movimento NO TAV, tanti i giovani tra studenti medi e universitari e lavoratori precari e disoccupati associati in comitati di lotta contro la precarietà lavorativa e il Jobs Act.
Non sono mancate le contestazioni contro il governo Renzi rinfacciate ai rappresentanti del PD che assieme a un cordone di polizia in tenuta antisommossa, ha coperto le spalle a quello dei sionisti sfilato dietro lo striscione che ricordava la “Brigata Ebraica” sionista - ossia il Jewish Infantry brigade Group inquadrata nell'esercito britannico durante le ultime battute dell’avanzata degli Alleati in nord Italia – i cui militi tornati in Palestina hanno dato il loro fondamentale contributo nell’invadere, massacrare ed opprimere l’autoctono popolo palestinese.
Al grido "Fuori i sionisti dal corteo", lo spezzone sionista è stato fortemente contestata in piazza San Babila.
Anche quest’anno l’avanguardia antifascista dell’intero corteo milanese l’ha rappresentata indubbiamente il PMLI con la combattiva delegazione lombarda e uno schieramento di rosse bandiere del Partito e di cartelli con i manifesti sul 25 Aprile che sul retro avevano il manifesto contro il governo Renzi “Cacciamolo”, il manifesto “Mettere fuorilegge i gruppi nazifascisti – Applicare la legge n.645 del 20 giugno 1952” e un manifesto che raffigura Renzi in vesti mussoliniane che sovrasta il Senato con su scritto: “Affossiamo col referendum la controriforma piduista e fascista del Senato”. Gli ultimi due manifesti realizzati dal Comitato lombardo del PMLI. Molti manifestanti hanno fotografato e anche applaudito con piena approvazione i nostri cartelli perché evidentemente esprimevano i loro sentimenti politici.
Diffuse centinaia di copie di un volantino riportanti estratti dall’editoriale de Il Bolscevico n. 17 dal titolo “Nello spirito della Resistenza, cacciamo il nuovo Mussolini Renzi, per il socialismo”.
“Il 25 Aprile non si tocca, onore e gloria ai partigiani” risuonava dal megafono del PMLI, apprezzato come altri slogan tipo quelli a favore dell’applicazione delle norme della XII disposizione transitoria e finale della Costituzione anche affinché si contrasti la proliferazione assistita dei gruppi squadristici nazifascisti tra i quali Lealtà Azione che il giorno prima (assieme ai repubblichini dell'associazione Arditi d'Italia e dell'Unione Combattenti della RSI) e alle ore 10 dello stesso 25 Aprile, in segno di sfregio, hanno osato commemorare l’ingloriosa fine della criminale “repubblica di Salò” presso il campo 10 del Cimitero Maggiore, avvalendosi così dell’impunità che l’attuale regime neofascista gli concede.
La delegazione del PMLI - guidata dal compagno Angelo Urgo coadiuvato dal compagno Alessandro Frezza - per la qualità politica delle parole d’ordine scandite e per le canzoni partigiane e comuniste proposte (“Bella Ciao”, “Fischia il Vento”) ha attirato sempre più manifestanti di ogni età suscitando applausi e saluti a pugni alzati da chi sostava ai bordi del corteo. Applausi ai nostri compagni anche per gli slogan tra cui: “Neofascista è il nuovo Senato, col NO al referendum va affossato”, “Al referendum NO dobbiam votare, il nuovo duce Renzi dobbiam cacciare”, “Con l’Italicum e il nuovo Senato, governo neofascista diventa premierato”, “Israele razzista, Stato terrorista”, “Palestina libera”, “Le spese inutili sono da tagliare, missioni di guerra da cancellare, fuori dai confini nemmeno un militare”.
In Piazza Duomo si sono svolti i comizi conclusivi del neopodestà “arancione” Giuliano Pisapia, della segretaria nazionale della CISL Annamaria Furlan, della sindaca di Lampedusa Giusi Nicolini, e di Carlo Smuraglia, Presidente nazionale dell'ANPI.
Fatto salvo l’intervento della Nicolini che ha denunciato le condizioni disumane in cui versano i migranti che attraversano il Mediterraneo per fuggire dalla fame e dalle guerre generate e fomentate dall’imperialismo, tutti gli altri si sono dichiarati, chi più e chi meno per la “difesa della Costituzione” democratico-borghese del ’48 non certo per denunciare la sua attuale storpiature de iure - come sul Titolo V e sul pareggio di bilancio – e la sua cancellazione de facto – tramite le vigenti leggi incostituzionali della seconda repubblica neofascista – ma per affermare che questa addirittura sarebbe ancora operativa o quantomeno “non del tutto applicata”. Di più: nessuno si è permesso di denunciare le controriforme fasciste e piduiste della legge elettorale Italicum e del Senato propugnate da Renzi, nemmeno nominato.
Vergognoso è inoltre il fatto che nemmeno Smuraglia si sia minimamente espresso sul referendum costituzionale di ottobre e sull’indicazione antifascista del NO alla controriforma del Senato, tra l’altro posizione presa ufficialmente dell’ANPI.
Il PMLI ha portato fin davanti al palco i suoi cartelli per far comprendere alle masse che occorre far rivivere l’autentico spirito della Resistenza lottando per spazzar via il governo del nuovo duce Renzi che sta realizzando il piano fascista della P2, che occorre impedire il completamento della seconda repubblica neofascista. Solo il nostro Partito ha propagandato il NO referendario nel principale giorno e nella manifestazione nazionale dell’antifascismo italiano!
Con la sua propaganda il PMLI ha ancora una volta invitato il proletariato ad essere la testa di questa nuova lotta antifascista, come fu anche nella Resistenza, perché oggettivamente è la classe più rivoluzionaria e istintivamente antagonista al fascismo, che è la forma più scoperta e brutale della dittatura della classe dominante borghese. Fermo restando che l'obiettivo strategico che il proletariato deve perseguire, una volta che avrà riacquistato la coscienza di classe per sé, non può che essere la conquista del potere politico per cambiare da cima a fondo questa marcia società borghese e fare l'Italia unita, rossa e socialista, come la sognavano gli eroici partigiani e i martiri antifascisti di orientamento comunista.
Viva il 25 Aprile!
Gloria eterna alle partigiane e ai partigiani!
Cacciamo via il nuovo Mussolini Renzi, per il socialismo!
Coi Maestri e il PMLI vinceremo!

27 aprile 2016