Battaglia al Brennero per "distruggere le frontiere"
Con un appello sul web il movimento di protesta contro le barriere anti-migranti “No Borders” ha organizzato il 7 maggio scorso una manifestazione contro la chiusura del valico al confine con l’Italia annunciato dal governo xenofobo di Vienna: 350 metri di barriera già finanziata dal governo austriaco con 1 milione e mezzo di euro.
Circa 500 i manifestanti che sono arrivati a Brennero, dall'Italia e da tutta Europa, soprattutto Grecia, Germania e Austria, con lo slogan "Distruggiamo le barriere", intenzionati a dare battaglia proprio nei punti dove, secondo i piani annunciati da Vienna, saranno ripristinati i controlli e posizionate le barriere metalliche anti-migranti. Fuori dalla stazione dopo i primi slogan un gruppo di manifestanti ha abbattuto una recinzione invadendo la sede ferroviaria e, contemporaneamente, lanciando grossi sassi, bengala e botti contro le “forze dell'ordine” che, presenti con uno schieramento antisommossa impressionante, hanno prontamente risposto con lanci ripetuti di lacrimogeni e manganellate. Nei boschi circostanti i poliziotti austriaci erano pronti a intervenire. Il corteo si è poi diviso in due parti, con metà dei manifestanti che hanno invaso la linea ferroviaria e l'altra metà che ha raggiunto l'autostrada A22. Per un po' di tempo il traffico su entrambe le arterie è rimasto bloccato.
Solo dopo le 17 autostrada e ferrovia hanno ripreso la circolazione ma gli scontri sono proseguiti a valle. Quando le “forze dell'ordine” sono riuscite ad accerchiare i manifestanti disperdendone gran parte e bloccando quanti erano rimasti lungo la statale del Brennero a sud del confine, è partito l'ultimo scontro al quale i poliziotti hanno risposto anche con un grosso idrante che ha disperso gli ultimi manifestanti.
Una guerriglia scatenata a quota 1.300 metri dai “No Borders” contro la politica razzista del governo austriaco, non certo diversa dai governi imperialisti europei, che pretenderebbe di risolvere la questione dei migranti blindando le frontiere e facendo finta di non vedere che sono l'imperialismo e la politica della Ue i primi responsabili di questo inarrestabile esodo di profughi.
Quattro i feriti e diciotto i contusi tra le “forze dell’ordine”. Nove i fermati e cinque invece le persone arrestate, sono tutti italiani. Processati per direttissima, per resistenza a pubblico ufficiale, sono stati rilasciati dopo 48 ore.
11 maggio 2016