Radiografia di candidati e liste per le elezioni comunali a Cosenza
I verdiniani si alleano col PD

 
Alle elezioni comunali del 5 giugno a Cosenza si contenderanno la poltrona di sindaco 6 candidati, sostenuti da ben 32 liste.
Scontata la ricandidatura del sindaco uscente Mario Occhiuto (FI), defenestrato pochi mesi fa da una parte della sua maggioranza consiliare per effetto dell'accordo fra il PD e l'NCD dei fratelli Gentile, i quali erano inizialmente in maggioranza e nel "centro-destra", tanto che Katya Gentile, figlia di Pino Gentile (ex sindaco di Cosenza, oggi vicepresidente del consiglio regionale) fu vicesindaco.
Occhiuto e la sua banda hanno malgovernato in odor di 'ndrangheta la città dei Bruzi, peraltro affogandola in un mare di debiti, alcuni dei quali vergognosi debiti personali dello stesso Occhiuto che potrebbero costargli l'ineleggibilità.
Gustavo Coscarelli, massone, è il candidato del M5S del megalomane qualunquista di destra Beppe Grillo; la sua candidatura è stata imposta dall'alto, con tanto di polemica con la base del movimento. Suo sostenitore principale il senatore cosentino Nicola Morra.
Vincenzo Iaconanni, detto il "guru", candidato "semi-serio" della lista Hettaruzzo Hebdo, nata da una costola dei 5 Stelle.
Valerio Formisani, medico, è candidato con la lista "Cosenza in Comune", composta da SEL, SI, PRC e altri rottami della "sinistra" borghese cosentina che parlano di alternativa al PD e al "centro-destra". In realtà, tanto più se si considera che SEL governa la regione Calabria con il governatore Mario Oliverio del PD con un'alleanza che arriva di fatto fino all'NCD, il loro obiettivo è chiaramente quello di frenare l'astensionismo che, anche a Cosenza, come nell'intera Calabria e in ogni tornata elettorale, è a livelli record.
Enzo Paolini, avvocato e re delle cliniche private, candidato con il PSE, il PLI e l'NCD.
Fu battuto da Occhiuto alle scorse amministrative quando era candidato con il PD, oggi è appoggiato dai fratelli Gentile, per effetto del mancato accordo di questi ultimi con il “centro-sinistra”, dovuto a ragioni di poltrone (ma va?) e soprattutto per cercare di costringere Oliverio ad allargare ufficialmente la coalizione alla regione coinvolgendo loro uomini in giunta. Evidentemente non basta a questa dinastia politica il ruolo di sottosegretario alle attività produttive nel governo Renzi del senatore Antonio 'U Cinghiale' Gentile e la poltrona del fratello Pino a Palazzo Campanella. Comunque si dicono disponibili, al ballottaggio, a convergere sul “centro-sinistra” da una posizione di forza.
La loro lista però potrebbe essere esclusa dalla competizione.
A proposito di “centro-sinistra” e del PD il caos regna totale. Il candidato manager della Rai, Lucio Presta, imposto da Renzi senza primarie, si è ritirato dalla corsa alla poltrona di sindaco pochi giorni prima della presentazione delle liste.
Ufficialmente per “motivi familiari”, in realtà per la paura di perdere dovuta a diversi fattori: l'enorme astensionismo previsto, la lotta intestina fra i politicanti locali del PD scontenti della sua candidatura, la forte opposizione dell'opinione pubblica cosentina tanto al governo del nuovo duce Renzi (che infatti è stato contestato sonoramente anche a Reggio Calabria durante una delle sue passerelle elettorali insieme ai suoi compari nella regione più povera d'Italia), tanto nei confronti della giunta Oliverio, il mancato sostegno dei Gentile (e dei loro voti), il terremoto giudiziario che ha travolto il Pd nella vicina Rende.
Al suo posto ora è stato candidato alla chetichella dai vari Lotti, Minniti, Adamo, Magorno, il consigliere regionale del PD Carlo Guccione.
Portaborse per anni di Adamo e Oliverio, con quest'ultimo è stato assessore regionale per qualche mese nella mini-giunta borghese neofascista e filomafiosa poi defenestrata dalla “Rimborsopoli” calabrese, che vede Guccione coinvolto. Sospettato come larga parte del PD del sostegno elettorale (primarie incluse) delle 'ndrine del cosentino, in particolare i Lanzino, è stato infatti il consigliere regionale più votato nel cosentino. Sembrerebbe coinvolto anche in maneggi vari nell'Asp cosentina.
Il progetto tutto renziano del partito unico della nazione fascista anche a Cosenza comunque non si ferma nonostante lo sfilamento temporaneo dell'NCD.
Lo prova l'ingresso nel “centro-sinistra” dei verdiniani di ALA e in particolare di Giacomo Mancini jr, nipote del filomafioso ex segretario nazionale del PSI, che dopo essere stato deputato per i DS nel 2001 (eletto grazie al trasversalismo degli stessi Gentile allora in FI) è passato poi a destra, nell'allora PDL, diventando vicepresidente della giunta regionale e braccio destro dell'allora governatore, il fascista mal-ripulito e condannato Giuseppe Scopelliti. Ora, insieme a Ennio Morrone, consigliere regionale, padre di Luca Morrone, ex presidente del consiglio comunale di Cosenza determinante con il suo cambio di casacca per la caduta di Occhiuto, e ad altri personaggi torna a “sinistra”.
Lo squallore delle forze politiche borghesi ed il trasformismo non finiscono qui, diverse le “candidature di scambio” presenti nelle liste dei candidati a sindaco.
Fuori dalle liste vale la pena di sottolineare almeno il cambio di casacca dell'ex sindaco Eva Catizone, oggi editorialista de “Il Fatto Quotidiano” e fino al 2013 esponente di SEL del trotzkista Vendola. Pupilla ed ex assessore comunale di Mancini senior, durante il suo mandato cercò di trasformare Cosenza in una città “ribelle e libertaria” dando ruoli chiave e visibilità a vecchi imbroglioni politici del '68 come Franco Piperno (che oggi difende “il raìs” Sandro Principe, agli arresti domiciliari per il caso Rende) e esaltando Toni Negri e altri squallidi “ultrasinistri” col tempo diventati (è fatale) ultradestri. Oggi sostiene pubblicamente Occhiuto insieme alla sua cara “amica” di Forza Italia Jole Santelli, ex sottosegretario alla giustizia con Berlusconi e assistente di Previti prima e di Pera poi.
Sullo sfondo della contesa elettorale pesa la scure della magistratura, in particolare della DDA guidata da Nicola Gratteri che sta indagando sul voto di scambio, tanto che secondo alcuni le elezioni potrebbero infine essere rinviate.
Di fronte a tutto questo schifo e alla luce delle terrificanti condizioni di vita, lavoro, studio e salute del popolo cosentino è del tutto evidente che l'unico voto utile da un punto di vista di classe è il voto dato al PMLI e al socialismo attraverso l'astensionismo, creando le condizioni per la creazione delle istituzioni rappresentative delle masse fautrici del Socialismo basate sulla democrazia diretta e a carattere permanente: le Assemblee popolari e i Comitati popolari.
Per Cosenza governata dal popolo e al servizio del popolo!
Per l'Italia unita, rossa e socialista!
 

11 maggio 2016