Grande ammucchiata alle comunali di Torino
L'ex governatore Ghigo e il plurinquisito Verdini appoggiano Fassino e il PD
Le masse popolari torinesi devono negare il loro voto a questi imbroglioni patentati
Dal nostro corrispondente del Piemonte
Le elezioni amministrative del prossimo 5 giugno saranno anche a Torino un banco di prova per il renziano Partito della Nazione.
Attorno al nuovo duce Renzi stanno confluendo appoggi da ogni versante politico, anche e soprattutto dalla destra. Negli scorsi giorni il plurinquisito Denis Verdini, già fedelissimo di Berlusconi in Forza italia e ora leader del suo partito personale Ala (Alleanza liberalpopolare autonomie), ha sciolto le riserve e ha dichiarato che appoggerà il PD di Renzi nelle città in lizza per l'elezione del podestà. Nessun dubbio per quanto riguarda Torino dove Verdini ha dichiarato appoggio incondizionato a Fassino sindaco intorno alla lista PD e a quelle direttamente collegate a Fassino, Moderati per Fassino e Lista civica per Fassino. Quello di Verdini segue a ruota il sostegno dato già nei mesi scorsi dall'ex-governatore Enzo Ghigo.
A Torino Piero Fassino, candidato del PD e della “sinistra” borghese, può dunque contare sull'appoggio esterno di due padrini (neanche tanto per dire!) di notevole peso: Enzo Ghigo e Denis Verdini. Enzo Ghigo ha ufficializzato il suo appoggio a Fassino già nei mesi scorsi. Il motivo di questa “virata” politica? Evitare – questo ha dichiarato – la possibile vittoria della candidata pentastellata: “Considero una sventura per la mia città una vittoria del M5S perché interromperebbe il ciclo di trasformazione positiva che Torino sta vivendo dalle Olimpiadi del 2006. Fassino è un buon amministratore e per di più in queste elezioni si presenta senza l'estrema sinistra”. Ghigo, già dirigente di Publitalia e uno dei fondatori di Forza italia nel 1993, non ritiene ricomponibile la frammentazione del "centro-destra", tanto a Torino quanto a livello nazionale. “Non è questione di essere passati con il nemico quanto piuttosto di osservare con realismo che le cose sono cambiate. Ho apprezzato la mossa di Berlusconi, a Roma, di candidare Marchini, uomo trasversale che piace anche a sinistra”. L'ex governatore spinge la sua “analisi” ben oltre Torino lasciando intendere in modo nemmeno troppo velato che quanto sta avvenendo all'ombra della Mole sia in realtà qualcosa di più che una mera convergenza elettorale. Al giornalista de "Il Foglio" che gli chiedeva se a Torino si stesse realizzando un patto del Nazareno sabaudo come surrogato locale di quello nazionale che non c'è più, Ghigo ha risposto sornione: “Sicuri che non ci sia più? Conosco bene sia Berlusconi sia Verdini, e che Denis stia con Renzi senza l’ok di Silvio non lo credo plausibile. Il Nazareno è ancora in piedi e io lo sto mettendo in pratica a Torino. Avere una pattuglia di moderati in comune permette anche di evitare eventuali sbandate troppo a sinistra di Fassino”. Anche il plurinquisito Denis Verdini ha dichiarato il suo pieno sostegno ai candidati renziani. Quello di Verdini è un ruolo importante che va ben oltre la consistenza del suo partito Ala. Losco faccendiere, dentro e fuori i palazzi del potere borghese è universalmente riconosciuto come in grado di spostare gli equilibri politici e di garantire la stabilità di una maggioranza quanto di condizionarla pesantemente. Basti ricordare come i voti della sua ventina di senatori, tutti fuoriusciti da Forza italia e dall'NCD, siano assolutamente determinanti per il governo Renzi e, soprattutto, lo rendono autonomo da quelli della minoranza interna Dem.
L'unica scelta per bloccare questa pericolosissima convergenza politica tra destra e “sinistra” borghese e per delegittimare i loro vomitevoli intrallazzi è negare il voto a tutti i partiti e i candidati borghesi.
Affinché Torino sia governata dal popolo e al servizio del popolo ci vuole il socialismo, cominciando col non votare i partiti della seconda repubblica neofascista, disertare le urne e creare le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo.
11 maggio 2016