Sesto rinvio a giudizio dell'alleato di Renzi
Verdini sarà processato per bancarotta aggravata
E sei! Denis Verdini, ex coordinatore di Forza Italia-PDL, padrino del famigerato patto del Nazareno e attuale sostenitore del governo Renzi con il gruppo Ala (Alleanza liberalpopolare-Autonomie) ha collezionato il sesto rinvio a giudizio in due anni e sarà alla sbarra il 14 marzo 2017 per rispondere di bancarotta aggravata.
Lo ha deciso il 18 aprile il Giudice per l'udienza preliminare (Gup) del tribunale di Firenze Dolores Limongi che ha ritenuto Verdini massimo responsabile del fallimento della Società Toscana di Edizioni (Ste) che editava Il Giornale della Toscana, edizione fiorentina de “Il Giornale” della famiglia Berlusconi, dichiarata fallita nel 2014.
A processo anche Massimo Parisi, deputato eletto nel PDL e poi passato ad Ala già coordinatore regionale di Forza Italia in Toscana e membro del cda Ste dal 1998 al 2008; il principe Girolamo Strozzi, in qualità di presidente della Ste dal 1998 al 2012; Enrico Luca Biagiotti, membro del cda della Ste e Pierluigi Picerno, amministratore e poi liquidatore della società.
Secondo l'accusa, Verdini e Parisi in particolare si sono appropriati di 2,6 milioni degli oltre 120 milioni di euro rapinati al popolo nel corso degli ultimi tre anni e elargiti dallo Stato come contributi all'editoria.
Secondo il Pubblico ministero (Pm) Luca Turco, mentre la Ste era in stato di insolvenza, i cinque imputati hanno compiuto atti di distrazione di capitali dal suo patrimonio quando già era in grave perdita. Per la Procura, tra le circostanze che hanno provocato il fallimento della Ste compare un’operazione da 2 milioni e 600mila euro, somma che è finita nei conti correnti di Verdini e di Parisi per 1,3 milioni ciascuno.
Il 17 marzo 2016 Verdini era stato condannato a due anni, pena sospesa, per concorso in corruzione nell’ambito dell’inchiesta sugli scandalosi appalti per la costruzione della Scuola dei Marescialli di Firenze.
Verdini è sotto processo anche per il crac di una ditta che avrebbe dovuto ricevere 4 milioni di euro del Credito cooperativo fiorentino. Gli altri tre dibattimenti riguardano la bancarotta dello stesso Credito cooperativo fiorentino, il cosiddetto “affare P3“ e la plusvalenza nella vendita di un appartamento a Roma.
11 maggio 2016