Per corruzione elettorale
Arrestato David (FI ex PD) consigliere comunale di Messina
Ai domiciliari Capurro (FI), accusato di concorso esterno in associazione mafiosa
La mafia messinese compra i voti
La compravendita di voti sarebbe avvenuta a Messina, durante le elezioni tra il 2012 e il 2013, indistintamente per le politiche, le regionali e le comunali, gestita dalle cosche mafiose peloritane in sinergia con i politicanti borghesi del territorio. In cambio venivano promessi agli elettori posti di lavoro, prestazioni sanitarie e addirittura generi alimentari. Non che sia una novità il condizionamento criminale delle elezioni borghesi, il problema è conosciuto sin dal periodo post unitario, certo è che questa volta la Procura di Messina con l’inchiesta “Matassa” è riuscita a portare alla luce l’intrico d’interessi illeciti tra politicanti borghesi e mafia, fornendo nomi, cognomi e appartenenza partitica dei responsabili. Sono stati in 35 a finire agli arresti: 26 in carcere e 9 ai domiciliari.
Il provvedimento di custodia cautelare, che ha suscitato grande scalpore è quello nei confronti di Paolo David, ex capogruppo del PD, eletto in consiglio comunale con 1.500 voti prima di passare a Forza Italia armi e bagagli, per seguire il suo padrino, Francantonio Genovese, ex-segretario siciliano del PD, arrestato nel 2105 per associazione a delinquere e truffa.
David, per la verità era già conosciuto e chiacchierato per lo scandalo gettonopoli, in quanto detiene il record italiano della partecipazione più veloce ad una riunione di commissione comunale: poco meno di venti secondi, per intascare l’intero gettone di presenza. Attualmente David fa parte del gruppo Grande Sud, formazione politica fondata qualche anno fa da Gianfranco Micciché, da qualche mese coordinatore regionale di FI.
Nell'intero capitolo dedicato ai rapporti con la politica, il consigliere comunale David è accusato di corruzione elettorale: avrebbe raccolto un elevato numero di voti per sé grazie all'aiuto della criminalità organizzata, ma anche per esponenti della politica regionale e nazionale, come il deputato regionale di Forza Italia Franco Rinaldi, ex PD, cognato di Francantonio Genovese, e per quest'ultimo alle elezioni regionali dell’ottobre 2012, (quelle che portarono all’elezione di Rosario Crocetta, sostenuto dal PD, anche da quello messinese) per le politiche del febbraio 2013 e per le amministrative del giugno 2013 a Messina. Probabilmente la Procura dovrà approfondire le posizioni di Francantonio Genovese e di suo cognato Franco Rinaldi, allo scopo di chiarire se fossero al corrente che il loro braccio destro, Paolo David, gli procacciava voti grazie ai suoi contatti con esponenti di primo piano delle cosche mafiose messinesi.
Che al tempo della compravendita si trattava di dirigenti del PD non va dimenticato, per comprendere su cosa si sia basato il sostegno persino ai massimi dirigenti nazionali e regionali del partito di quelli che allora erano i “signori delle preferenze” del partito di Renzi, capaci di raccogliere migliaia di voti ad ogni elezione. Non solo, oltre che nelle elezioni citate ci sarebbe stata una compravendita di preferenze anche per le primarie PD per scegliere il candidato sindaco nel 2013.
Per capire di che pasta sono fatti gli attuali dirigenti del PD è doveroso un inciso: l’arresto dell'ex-PD, oggi FI, David dovrebbe fargli perdere la poltrona comunale. Avrebbe dovuto subentrargli il primo dei non eletti PD alle amministrative del 2013, cioè Giovanni Cocivera, medico ginecologo, arrestato qualche giorno fa con l'accusa di aver praticato aborti clandestini a pagamento.
Non solo il PD, ma anche FI di Berlusconi vi è dentro fino al collo. A parte David che è transitato nel partito del neoduce, anche l'ex consigliere comunale, Giuseppe Capurro, del PdL, eletto dal 27 novembre 2005 al 7 aprile 2008 e candidato per il rinnovo del consiglio comunale del 2012, anche se non rieletto, è ai domiciliari accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, per aver contribuito alla realizzazione degli scopi e al rafforzamento dell’associazione mafiosa del rione Camaro, guidata da Carmelo Ventura.
Il sindaco Accorinti cade dalle nuvole. "Queste accuse – dichiara – sono gravissime e minano ulteriormente la democrazia, le istituzioni e la fiducia, confermando che purtroppo la città resta un 'verminaio'".
Il problema più importante è però che il verminaio ha la testa nelle istituzioni borghesi che lui stesso dirige e sostiene. La strada proposta da Accorinti, come dimostra l’indagine è miseramente fallita, così come è evidente che la sua giunta non ha spostato di un millimetro gli equilibri a Messina e non ha migliorato in nulla le condizioni delle masse popolari.
Il fatto è che la corruzione, così come le mafie che la alimentano, è dentro il suo Comune, è gestita da coloro che risultano eletti. La corruzione è un cancro che nasce dal capitalismo, perché è connaturato e funzionale ad esso, e come tale non risparmia angolo del Paese o settore della società borghese. E Accorinti lo sa benissimo. Per estirparlo occorre estirpare il capitalismo che è la radice della corruzione e della mafia, per far posto al socialismo basato sulla dittatura del proletariato, l'unico potere politico capace di mettere veramente al bando e sconfiggere per sempre le mafie e la corruzione.
Intanto gli elettori di sinistra messinesi devono riflettere a fondo su quanto è avvenuto, abbandonare il PD al suo destino di partito al servizio della mafia, abbandonare a sé anche queste istituzioni corrotte e adottare la linea elettorale del PMLI, basata sulle Assemblee popolari e i Comitati popolari, per Messina governata dal popolo e al servizio del popolo.
25 maggio 2016