Indetto da Flc-Cgil, Cisl-scuola, Uil-scuola, Snals
Sciopero generale dei lavoratori della scuola, università e ricerca e precari contro la “Buona scuola”
“Giannini dimettiti”. Slogan contro Renzi, la meritocrazia e la gerarchizzazione. Chiesto lo sciopero generale
Migliaia di lavoratrici e lavoratori nelle piazze di moltissime città venerdì 20 maggio giornata di sciopero generale proclamato da FLC CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola, UIL RUA e SNALS Confsal per la scuola, l’università, la ricerca e l’AFAM (alta formazione artistica e musicale) per protestare contro il mancato rinnovo del contratto, punto principale e molto sentito, ma anche contro la devastante legge 107, la contestatissima “Buona scuola” di Renzi e Giannini, che ha cancellato quel poco che era rimasto della scuola pubblica e dei diritti dei lavoratori.
Nelle motivazioni dei maggiori sindacati confederali di categoria “il rinnovo del contratto, scaduto da più di sette anni; per una riforma 'calata dall’alto', che ha portato storture nelle scuole; per il problema irrisolto del precariato; per l’odiata valutazione; per far tornare visibile il personale Ata (amministrativi, tecnici e ausiliari), sottoposto al blocco delle immissioni in ruolo, al divieto di sostituire assenze, a carichi di lavoro sempre più pesanti”. Una piattaforma limitata e una mobilitazione tardiva, a fine anno scolastico e scarsamente pubblicizzata, che ha, purtroppo, visto un'adesione non fra le più alte (il 9%, secondo il Dipartimento della Funzione Pubblica, il 20% come sostengono i sindacati, il 50% come rivendicano i sindacati toscani), anche se molto motivata e agguerrita. Grave la mancata mobilitazione degli studenti, quasi del tutto assenti dai cortei. Si è preferito, come sempre, da parte della Cgil in particolare, aspettare e mediare per mantenere l'unità sindacale delle sigle piuttosto che l'unità di lotta con i lavoratori.
Contratto subito, aumenti stipendiali europei e la cancellazione del bonus meritocratico per gli insegnanti, l'abrogazione e non la riforma della contestatissima 107 e la valutazione degli insegnanti, la stabilizzazione dei precari, l'immissione in ruolo degli ata, maggiori investimenti per la scuola pubblica, sono stati gli slogan che hanno animato le manifestazioni e le scritte di cartelli e striscioni ironici e critici che hanno tappezzato i cortei e le piazze in lotta. Non sono mancate bordate al governo Renzi e alla ministra Giannini, della quale molti cortei e dal palco di Cagliari sono state chieste le dimissioni. Molti i precari e il personale ata colpito doppiamente dalla 107 e dalla Legge di stabilità che prevede tagli organici e alle sostituzioni del personale assente.
Nei comizi delle manifestazioni delle principali città i rappresentanti delle sigle sindacali si sono sbracciati per criticare le anomalie della legge, le ingiustizie e le problematiche aperte ma non un cenno di autocritica per una mobilitazione che arriva dopo la sua attuazione, dopo tante proteste, scioperi e contestazioni inascoltate da parte di docenti, ata, studenti e genitori su una legge che irregimenta la scuola, il personale e gli studenti.
Una delle motivazioni principali dello sciopero è il mancato rinnovo del contratto, fermo dal punto di vista economico al 2009; questo blocco penalizza fortemente i lavoratori che hanno visto le loro retribuzioni perdere su base annua circa 1.440 euro, per un totale di 11.500 euro in sette anni.
Da Milano a Palermo, passando per Torino, Firenze, Roma, Napoli, moltissime le mobilitazioni e i cortei dei lavoratori per far sentire la loro voce.
La manifestazione regionale più importante si è svolta a Roma:
partita da Porta San Paolo (Piramide) si è conclusa al Ministero dell’Istruzione in Viale Trastevere. Dal palco Maddalena Gissi (Cisl): “Il Governo non può fare le orecchie da mercante. Ha il dovere di aprire nei prossimi giorni il confronto con i sindacati”, giusto ma come se il suo sindacato non avesse colpa alcuna. Presso il Miur presidio dei lavoratori dell’università, della ricerca e dell’AFAM fin dalla mattina.
A Torino
in occasione dello sciopero è stata organizzata una manifestazione regionale in Piazza Bodoni. A Milano
altra manifestazione regionale contro la 'Buona Scuola' in piazza alla Scala davanti a Palazzo Marino. Anche a Trieste
manifestazione regionale con ritrovo in Piazza della Borsa.
A Firenze
docenti, ata e precari sono partito da piazza Demioff e in corteo hanno raggiunto piazza Strozzi, attraversando parte della città. Qui il comizio di Domenico Pantaleo, segretario nazionale Cgil-Scuola, che in una piccola piazza dismessa per una manifestazione regionale, ha arringato i presenti con frasi fatte “Non solo la scuola non migliora ma rischia di peggiorare”. E ha preferito pubblicizzare il referendum sulla 107 e la Carta dei diritti universali piuttosto che i prossimi appuntamenti di lotta. Presenti alcuni compagni del PMLI e lavoratori della scuola, che hanno animato il corteo riportando parole d'ordine del Partito, anche scritte sui corpetti, ben accolte e molto fotografate dai presenti.
A Napoli
il corteo regionale si è snodato da piazza Dante a piazza Matteotti dove ha chiuso con un comizio Pino Turi, leader della Uil scuola. A Bari,
la manifestazione regionale è partita dal concentramento in piazza San Ferdinando. Ai lavoratori della scuola si sono uniti quelli delle università, degli enti pubblici di ricerca, delle accademie e dei conservatori.
A Trento
presidio sotto il Consiglio provinciale in Piazza Dante dalle ore 10 alle 13. Per il Molise
presidio unitario presso l’Ufficio Scolastico Regionale Molise, in Via Garibaldi a Campobasso. Presidio a Terni
sotto la Prefettura. Per l'Abruzzo
attivo regionale con Conferenza Stampa Pescara.A Palermo
un corteo da piazza Verdi fino alla Prefettura, a Catania
assemblea cittadina al Teatro Stabile, sit in davanti le Prefetture ad Agrigento, Enna, Messina, Caltanissetta, Siracusa, Ragusa e Trapani.
Manifestazioni a Cagliari
e a Olbia
: nel capoluogo sardo i sindacati hanno organizzato un presidio con bandiere e striscioni davanti alla sede dell'Ufficio scolastico regionale nella centrale via Roma. Proprio dalle città sarde sono arrivate le critiche pesanti. "Chiediamo le dimissioni del ministro dell'Istruzione Stefania Giannini e se non ci saranno risposte siamo pronti a proclamare lo sciopero generale", ha detto il segretario nazionale di Flc Cgil, Luigi Rossi.
Il ministro Giannini ha risposto, infastidita: "Abbiamo assunto centomila insegnanti, stiamo facendo il concorso per altri 63 mila, stiamo provvedendo anche alla questione del personale Ata, abbiamo messo 4 miliardi di risorse fresche, più i soldi per l'edilizia". Ma forse crede che ci siamo dimenticati dei tagli già fatti al personale e alle risorse, mettendo praticamente in mano ai privati le scuole e le università pubbliche.
Intanto l'Unione Sindacale di Base ha proclamato per il prossimo 25 maggio lo sciopero nazionale di 24 ore dei lavoratori addetti alle pulizie e al decoro nelle scuole.
25 maggio 2016