Alle elezioni comunali del 5 giugno a Caltagirone
Astieniti, non votare i partiti borghesi al servizio del capitalismo. Lotta per il socialismo

Documento dell'Organizzazione di Caltagirone del PMLI
Anche Caltagirone si prepara alle elezioni comunali del prossimo 5 giugno, in un momento tutt'altro che sereno per le masse popolari vittime della crisi economica e finanziaria del capitalismo e deluse dai grandi fallimenti degli ex sindaci Pignataro e Bonanno.
La città, infatti, è attualmente governata dal commissario Mario La Rocca, approdato nel Palazzo dell'Aquila dopo che il sindaco Bonanno di "centro-destra" aveva dichiarato il dissesto economico ed era stato sfiduciato insieme alla sua giunta. Mentre Bonanno, però, è scomparso dalla scena politica della città, il dirigente scolastico dell'istituto “Alessio Narbone”, Franco Pignataro (PD), scende di nuovo in campo puntando sull'“esperienza” dei suoi dieci anni sulla poltrona di sindaco (dal 2002 al 2012). L'altra parola su cui i suoi slogan puntano (come quelli di tutti, del resto) è “responsabilità”, infatti ammette di avere avuto delle consistenti responsabilità nell'indebitamento della città, ma allo stesso tempo condanna la scelta di dichiarare il dissesto e porta come esempio la Catania di Bianco che ha evitato di giungere a tali conseguenze estreme. La ricetta di Pignataro, dunque (come quella del sindaco Bianco) è di chiedere aiuti a Roma per uscire fuori dalla difficile situazione economica. Principale competitor dell'ex sindaco è certamente Gino Ioppolo, il quale ambisce, riunendo sotto il suo nome quasi tutta la destra cittadina (PDR, Forza Italia, Sicilia futura), ad aggiungere alla sua collezione di cariche, tra cui quella di vicepresidente della provincia nella giunta Musumeci e di deputato regionale, la carica di neopodestà della sua città. La grande furberia di questa campagna elettorale sta nell'aver piazzato nell'ipotetica giunta Ioppolo Sabrina Mancuso (candidatasi alle precedenti elezioni), dirigente scolastico del Liceo “Secusio”.
In conclusione, la guerra tra la destra di Ioppolo e il "centro-sinistra" di Pignataro si svolge all'interno delle scuole dei due presidi (Mancuso e Pignataro), a colpi di accuse a chi incassa di più per i propri progetti e usando i luoghi di crescita degli studenti calatini come un palco per comizi. La destra di Ioppolo punta ad una privatizzazione spietata e ad attrarre ad ogni costo l'imprenditoria per “combattere la crisi” e dunque per favorire qualche vecchia conoscenza sulle spalle delle masse popolari.
Il Movimento 5 Stelle propone come candidato sindaco l'attivista Giulio Sinatra ripetendo le classiche parole pentastellate “trasparenza” e “cambiamento” di volti e mai di sistema economico. Come gli altri partiti borghesi concorrenti non tocca minimamente il capitalismo che è la causa di tutti i mali di cui soffrono le masse, a cominciare dalla disoccupazione e dalla miseria.
Il fronte nazionale siciliano torna in campo col nome del docente di religione cattolica Giacomo Cosentino per tentare una politica di accentramento di tutti i poteri nell'ente comunale.
Per fingere di designare un candidato più a sinistra del PD, Caltagirone Bene in comune affronta la campagna elettorale con il candidato Fabio Roccuzzo che inizia a riempirsi la bocca di bellissime promesse di miglioramento delle periferie, acqua pubblica, concretezza. La sua bacchetta magica consisterebbe nel fare affidamento sul volontariato per favorire le casse comunali e sfruttare le masse che non verrebbero mai pagate in nome di falsi ideali.
Giuseppina Giannetto (Area popolare), erede dell'esperienza Bonanno, in quanto medico ha il suo perno nella questione dei servizi sanitari, per cui propone l'autonomia dell'ospedale calatino dall'ASP di Catania.
Il PMLI, nemico della borghesia, del capitalismo e del suo Stato, da sempre agisce al di fuori delle istituzioni rappresentative borghesi e lotta contro di esse, prendendo le distanze da tutte le liste, sia da quelle di destra che da quelle della “sinistra” borghese, tutte al servizio del capitalismo. L'invito è, quindi, quello ad astenersi alle prossime elezioni per sfiduciare le istituzioni borghesi, considerando l'astensionismo come un voto dato al PMLI e alla causa del socialismo.
Inoltre il PMLI propone di creare in ogni quartiere, in contrapposizione alle istituzioni rappresentative borghesi, le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo, ossia i Comitati popolari e le Assemblee popolari, composte anche dalle ragazze e dai ragazzi di 14 anni, basate sulla democrazia diretta e con rappresentanti revocabili in qualsiasi momento.
Dobbiamo batterci per rivendicare i nostri diritti, in primo luogo per:
LAVORO
A Caltagirone il tasso di disoccupazione, specie giovanile, sfiora livelli altissimi. Oltre a lottare per avere garantito il diritto al lavoro, occorre abolire il caporalato nei settori edile e agricolo e il lavoro nero nelle campagne;
SCUOLA
Mentre alcune scuole hanno ricevuto finanziamenti e hanno così potuto ristrutturare gli edifici, altre scuole cadono a pezzi. Il caro libri e le tasse d'iscrizione che aumentano di anno in anno non rendono la scuola realmente pubblica. Dunque occorre lottare affinché la scuola sia gratuita e accessibile a tutti, governata direttamente dagli studenti. I giovani devono avere il diritto di istruirsi e lavorare nella propria città senza dover fuggire all'estero;
SANITA'
Deve essere gratuita, accessibile a tutti ed efficiente. Mentre alcune aree del nostro ospedale sono state ristrutturate, altre cadono a pezzi e sono sovraffollate;
ACQUA
L'acqua, che spesso viene a mancare nelle abitazioni, dev'esserci per tutti e sempre;
RIFIUTI
La raccolta differenziata dei rifiuti, in alcuni quartieri è inesistente, va estesa a tutta la città e la gestione non va affidata ai privati;
INFRASTRUTTURE
I collegamenti nella zona del calatino sono pessimi (basti pensare alla rete ferroviaria bloccata dal crollo del ponte tra Caltagirone e Niscemi) e a farne le spese più di chiunque altro sono gli studenti e i lavoratori pendolari. Devono essere fatti tutti gli interventi necessari.
Perché Caltagirone sia governata dal popolo e al servizio del popolo, occorre il socialismo. Abbandoniamo perciò ogni illusione elettorale, parlamentare, governativa, riformista e costituzionale e uniamoci per lottare contro il capitalismo, la nuova giunta di Caltagirone, il governo del nuovo duce Renzi, per l'Italia, unita, rossa e socialista.

25 maggio 2016