Mentre 10 giornalisti palestinesi sono incarcerati in Israele
Raid aereo israeliano su Gaza
Fra il 4 e il 5 maggio l'aviazione israeliana ha comppiuto una serie di raid sulla striscia di Gaza che hanno causato almeno un morto, una donna, e quattro feriti, tra i quali tre bambini. Bersagli dei raid sionisti sono stati l’area Abu al-Rus, nella parte orientale di Rafah, e quartieri periferici di Khan Yunis e della città di Gaza. Questi attacchi sono la rappresaglia decisa del regime sionista di Tel Aviv ai colpi di mortaio sparati negli stessi giorni dai palestinesi contro le sue truppe schierate al confine.
AI primi del mese di maggio blindati e bulldozer dell'esercito di occupazione sionista hanno dato il via a una nuova serie di incursioni all’interno della Striscia per tenere "pulita" una fascia di territorio lungo tutta le recinzione del lager di Gaza per togliere qualsisi riparo a possibili attaccanti. I buldozer spianano il terreno e i blidati sparano per tenere alla larga i palestinesi che protestano come è successo presso Shujayea e nella zona di Beit Hanun.
I raid aerei e le incursioni via terra sono ritornate a essere una costante nella vita dei palestinesi della striscia di Gaza, una condizione di vita "cancellata" dalle normali cronache dei mass media imperialisti che coprono col loro silenzio anche lo svluppo dell'occupazione sionista dei territori palestinesi con l’avanzare incessante della colonizzazione e la confisca di terre e risorse naturali in Cirgiordania. Mentre i confini della striscia di Gaza vengono sempre più spesso chiusi sul versante israeliano e sono del tutto bloccati su quello egiziano dove il regime del generale golpista Al Sisi apre il valico di Rafah col contagocce, una volta ogni diversi mesi, in rappresaglia contro il governo di Hamas, l'organizzazione nata da una costola dei Fratelli Musulmani cacciati al Cairo dal golpe di tre anni fa.
La repressione della resistenza all'occupazione per il regime sionista del boia Netanyahu passa anche dall'incarcerazione, spesso senza processo, di giornalisti palestinesi. Il regime di Tel Aviv gareggia col vicino alleato imperialista, il governo di Ankara nello sbattere in galera i giornalisti e tentare di mettere a tacere anche quella voce contraria.
Nel corso degli ultimi sei mesi i soldati di Tel Aviv hanno arrestato 19 giornalisti palestinesi, dieci sono ancora dietro le sbarre e tra questi sei senza processo, a tempo indeterminato. Uno dei casi noti è quello di un corrispondente di una tv saudita arrestato a fine novembre e mai processato.
Secondo una denuncia del Centro studi per Prigionieri palestinesi, solo nello scorso mese di aprile le forze di occupazione israeliana hanno arrestato 490 palestinesi, tra cui 65 minori, 27 donne e 21 anziani. Tra gli arrestati una ventina di pescatori di Gaza, che per lavorare superano l'illegale limite di distanza da terra imposto dai sionisti, e una decina tra feriti e malati sempre di Gaza che sono stati bloccati al valico di Beit Hanoun/Erez mentre tentavano di andare a farsi curare a Tel Aviv o in Cisgiordania. I tribunali sionisti hanno emesso ben 186 ordini di detenzione amministrativa contro detenuti vecchi e nuovi senza accuse o prove, quindi illegali.
25 maggio 2016