Come deciso dal Comitato nazionale
L'Anpi intensificherà la campagna per il no alla controriforma del senato
L'Associazione dei partigiani impegnata anche per la raccolta delle firme per i due referendum sulla legge elettorale
"Ci sono molti partigiani, quelli veri, che hanno combattuto, e non quelli venuti poi, che voteranno sì alla riforma costituzionale" aveva tuonato provocatoriamente Maria Elena Boschi, PD, ministra delle riforme del governo Renzi il 22 maggio durante la trasmissione Mezz'ora,
facendo intendere un'ANPI spaccata sul voto referendario.
L'unico risultato della sua uscita è stato quello di far segnare un clamoroso autogol politico al governo Renzi, mostrando chiaramente l'arroganza di un governo di imbroglioni disposti a qualsiasi offesa e bugia pur di arrivare all'obbiettivo di demolire ciò che rimane della struttura dello Stato borghese democratico. L'ANPI per tutta risposta ha annunciato l'intensificazione della fase organizzativa della campagna referendaria per il NO alla controriforma del senato. Rispondendo indirettamente alla Boschi, l'Anpi, dati alla mano, dimostra che il NO alla controriforma rappresenta la stragrande maggioranza degli iscritti, quasi il 100%, come dimostra la decisione adottata dal Comitato nazionale del 21 gennaio scorso con una netta e precisa maggioranza (venti voti a favore e tre astensioni). Il NO alla controriforma del governo Renzi è stato ribadito praticamente in tutti i Congressi provinciali e sezionali dell'Anpi e dall'inequivocabile voto conclusivo (con solo tre astensioni) del Congresso sui documenti congressuali.
In un documento diffuso al termine della riunione, il Comitato nazionale dell'Anpi, denuncia il tentativo di provocare, intimidire o svalutare l'Anpi e di paragonarla ad organizzazioni fasciste, mettendo “in dubbio la rilevante eredità morale di cui è portatrice e il dovere statutario di difendere la Costituzione da ogni stravolgimento”.
È proprio contestualmente a questa denuncia che l'Anpi annuncia di aver deciso "di intensificare la campagna per il NO alla riforma del Senato e per il Sì alla correzione di parti della legge elettorale Italicum”. L'associazione adotterà tutte le misure necessarie perché la raccolta si concluda tempestivamente e con esito positivo in tutti i luoghi in cui ha una sede, insieme con l'Arci e le altre Associazioni che hanno aderito ai comitati per il NO alla controriforma del Senato e per la correzione della legge elettorale.
L'Associazione dei partigiani ha anche richiesto a tutti i suoi iscritti di dedicare il massimo impegno a questa campagna al fine di raggiungere l'ampia e completa informazione sulla natura e gli obbiettivi della controriforma e sulle ragioni del no.
Il PMLI stigmatizza le aggressioni governative all'ANPI, appoggia e saluta la decisione del Comitato nazionale di intensificare la campagna in difesa della Costituzione borghese, per il NO alla controriforma del senato e per la correzione della legge elettorale.
Di fatto la controriforma fascista di stampo piduista targata Renzi-Boschi cancella la Costituzione del 1948 e in combinato con la legge elettorale ultramaggioritaria Italicum fascistissimum, cambia anche la forma di governo, istituendo surrettiziamente il presidenzialismo nella forma del premierato, assegnando poteri di tipo mussoliniano al presidente del Consiglio. Tale controriforma è peraltro stata imposta con la prepotenza dal governo a un parlamento nero di nominati dalle segreterie dei partiti, eletti con una legge elettorale dichiarata incostituzionale dalla Consulta, e zeppo di corrotti, mafiosi e voltagabbana.
Anche il PMLI è pronto ad aderire alla campagna e a dare tutto il suo contributo per la raccolta delle firme, affinché essa si concluda vittoriosamente come nel 2006, con l'affossamento della controriforma fascista e piduista Renzi-Boschi sotto una valanga di NO. Questo nell'ottica di un fronte unito di tutte le organizzazioni antifasciste, anche se per noi questa battaglia non può essere rinchiusa negli asfittici limiti della difesa della Costituzione borghese del 1948, che del resto non esiste più.
L'arroganza con cui il governo Renzi e i suoi lacchè aggrediscono la Costituzione borghese e minacciano tutti quelli che osano alzare una voce fuori dal coro è la miglior conferma di quanto ormai diciamo da quando il nuovo duce, con l'aiuto di Napolitano che organizzò un golpe istituzionale, si impossessò di palazzo Chigi. Il miglior modo di sbarrare il passo all'avanzata del nuovo Mussolini e della sua controriforma costituzionale neofascista resta sempre quello della lotta di massa e di piazza, per cacciarlo via insieme al suo governo filopadronale, piduista e interventista, prima che riesca a consolidare il suo potere e restare a Palazzo Chigi per un altro ventennio.
1 giugno 2016