Nel 2015 aumentati i morti sul lavoro
Pochi giorni prima che il 1° Maggio scorso il capo dello Stato Mattarella ipocritamente deponesse una corona di fiori al monumento delle Vittime sul Lavoro, presso la sede dell'Inail in piazzale Giulio Pastore a Roma, l'Istituto stesso, che si occupa di infortuni sul lavoro, lanciava “L'Inail open data”, rivelando delle cifre estremamente preoccupanti. Nel 2015 rispetto al 2014 sono aumentati del 16,15% gli infortuni mortali sul lavoro, arrivando a ben 1.172, a fronte dei 1.009 del 2014. Ben 163 incidenti mortali in più l'anno scorso. L'istituto precisa inoltre che le statistiche del 2015, in particolare sugli incidenti mortali, hanno ancora carattere provvisorio, essendo oggetto di istruttorie giudiziarie. A questa mattanza si aggiungono i 184 infortuni mortali verificatisi in Italia nei primi 4 mesi del 2016, essendo la denuncia pubblicata a fine aprile.
Il problema delle morti bianche purtroppo è ben più vasto di quanto i numeri citati rivelino. Esiste infatti l'intero terribile capitolo dei decessi per amianto. Ben 6.000 in Italia ogni anno, fra tumori polmonari, malattie correlate e mesoteliomi.
Che vi sia certamente una scarsa o nulla attenzione alla salute e alla sicurezza dei lavoratori italiani lo dimostrano anche altri dati, riguardanti un periodo più recente. Crescono infatti in generale le malattie professionali nel 2016. Nel periodo gennaio-marzo, corrente anno, sono state 15.871 le denunce di malattia professionale. Si è in sostanza registrato un aumento del +4,6% rispetto al periodo gennaio-marzo 2015.
Ma tornando alle “morti bianche”, secondo l'Inail, l'incremento 2015 di infortuni è "un dato preoccupante, che interrompe l'andamento positivo nel periodo di riferimento 2010-2014, quando si era registrata una flessione del 24,21%". Cosa succede? E' possibile che l'estrema flessibilità imposta dal Jobs Act e i massacranti turni di lavoro abbiano inciso su questo incremento?
Infatti è proprio in questa direzione che bisogna andare a guardare. Un dato interessante per capire è il fatto che la Toscana, una volta più avanzata in tema di sicurezza sul lavoro e una delle prime regioni in termini di investimenti in sicurezza è diventata adesso una delle regioni con il più alto numero di morti sul lavoro (109 nel 2015). La prima deduzione logica è che non investendo più in sicurezza anche quelle regioni che una volta erano più avanzate stanno tornando indietro.
Altro dato da tenere a mente è che gli infortuni mortali sul lavoro sono aumentati contestualmente all'aumento delle ore lavorate. Non siamo ancora al livello pre crisi, ma registriamo che a un minimo incremento di lavoro è corrisposto un abnorme incremento di incidenti mortali.
Questo può voler dire solo una cosa: vi è un abuso del ricorso al lavoro superprecario e supersfruttato, come previsto nelle nuove forme contrattuali del Jobs act. Nei giorni scorsi l'Inail stesso, che a detta di molti sindacalisti non svolge fino a fondo il suo ruolo di supervisione e prevenzione, aveva lanciato l'allarme sull'abuso dei voucher, generalizzati nel 2012 dal governo Monti e utilizzati ormai in modo selvaggio in quasi tutti i settori lavorativi, dal primario, agricoltura, alle industrie, al terziario. soprattutto nei servizi. Si stanno estendendo a macchia d’olio. Nel solo 2015 l’incremento è stato del 66%.
Questi voucher sono diventati addirittura un meccanismo per coprire il lavoro nero. Si sono verificati casi di lavoratori immediatamente “regolarizzati” tramite voucher pochi secondi prima della visita dell'ispettore o, situazione ancora più infame se possibile, di lavoratori in nero immediatamente “regolarizzati” tramite voucher non appena subiscono un incidente.
Nel 2012 gli incidenti di lavoratori retribuiti con i ticket erano stati 436, nel 2014, contestualmente all'estensione di questa forma “contrattuale”, gli incidenti si sono triplicati, arrivando a circa 1.400. Per il 2015 non ci sono ancora i numeri definitivi, ma tutto fa pensare che siano in crescita esponenziale. In crescita purtroppo anche le morti bianche dei voucheristi che si sono triplicate due nel 2013, sei nel 2014.
Ciò era prevedibilissimo. A cosa poteva portare se non a questo, ci chiediamo, il supersfruttamento dei voucheristi, ma anche con il fatto che i padrone non sono più interessati a investire nella sicurezza e nella formazione dei “neo-assunti”, poiché hanno a disposizione milioni di potenziali lavoratori da spremere finché è necessario e poi estrometterli dal lavoro, senza pagare nulla.
Il PMLI lo ha detto a chiare lettere che le recenti controriforme dei diritti dei lavoratori, che hanno azzerato ogni tutela, avrebbero portato ad una vera e propria macelleria. Ne è responsabile in primo luogo Renzi, che ha sulla coscienza tutti questi lavoratori morti, infortunati o ammalatisi.
Renzi va avanti per la sua strada, fregandosene anche del moltiplicarsi delle morti sul lavoro. Ma è la lotta di classe e di piazza che sviluppandosi deve porsi la questione di rispedire al mittente tutte le controriforme del diritto del lavoro fin qui approvate e fermare al più presto questo governo neofascista di macellai in camicia bianca.
1 giugno 2016