In provincia di Reggio Emilia
Sciolto per mafia il comune PD di Brescello
Il comune amministrato dal PD di Brescello, in provincia di Reggio Emilia, è stato sciolto per infiltrazioni mafiose. È il primo caso in Emilia-Romagna. Il comune sarà guidato per 18 mesi da una triade di commissari. Vengono annullate le elezioni comunali previste per il 5 giugno. Il Consiglio dei ministri ha preso la decisione in una seduta del 20 aprile, dopo aver inviato un'ispezione nell’estate 2015, che ha valutato ben 15 anni di amministrazione comunale.
Le prime avvisaglie di qualcosa di losco c'erano state nel gennaio del 2015, quando dall’inchiesta Aemilia, che ha portato in processo oltre 230 imputati, si erano evidenziati gli interessi della 'Ndrangheta nel comune e più precisamente della cosca Grande Aracri, che opera nel settore degli appalti pubblici e delle ditte immobiliari.
Dopo qualche mese era arrivata la proposta di scioglimento da parte del prefetto di Reggio Emilia, Raffaele Ruberto.
Nel verbale stilato da una commissione d’accesso agli atti comunali si parla di cambi di destinazione di terreni su cui abita il fratello del boss Grande Aracri. Una vicenda ben nota riguarda l'acquisto di un’area di Brescello da parte di una ditta, i cui titolari sono imparentati con i Grande Aracri. L’area passa per decreto comunale da destinazione produttiva a destinazione commerciale e viene rivenduta con uno stratosferico guadagno a una ditta di Piacenza, che ci costruirà un supermercato.
E poi nella relazione si parla di assunzioni presso il comune che sarebbero riconducibili alla famiglia del boss. C’è poi tutto un capitolo che riguarda gli appalti e subappalti, affidati con iter e sistemi da indagare.
E' evidente che affari del genere non potevano avvenire senza l'appoggio e il sostegno attivo delle massime istituzioni borghesi comunali. Il sindaco PD, Marcello Coffrini, si era dimesso il 30 gennaio 2016 scorso, a seguito dello scandalo sollevato dalle sue dichiarazioni sulla rispettabilità del boss Grande Arcuri. “Parlando con Francesco – rivelò in un'intervista - uno ha la sensazione di tutto meno che sia quello che dicono che è”. L'intervista rivelò dunque una notevole familiarità tra il sindaco PD e il boss, ripresi peraltro in incontro a quattrocchi.
Ne emerge certo il volto di un PD sempre più corrotto, composto da una masnada di indagati, imputati, condannati, voltagabbana, piduisti eversori, filomafiosi e politicanti senza scrupolo pronti a svendere alla mafia l'interesse pubblico.
Certamente si voterà a Brescello allo scadere del periodo di commissariamento, sul quale è necessario tenere accesi i riflettori, perché se il PD ha fatto di tutto per favorire gli interessi mafiosi, chi garantisce, se non le masse brescellesi, che il commissariamento predisposto dal governo Renzi, non vada nella stessa direzione di appoggio agli interessi della cosca?
Le masse brescellesi certo dovranno fare una profonda riflessione sul ruolo del PD nel radicamento della 'Ndrangheta nel loro Comune e trarne le giuste conclusioni, punendo questo partito con una sonora batosta elettorale. Ma punire il PD, togliendogli l'appoggio elettorale, non basta. La corruzione, benché oggi il PD di Renzi ne incarni il volto più odioso, insopportabile e ipocrita, in questi ultimi anni ha assunto dimensioni impressionanti, coinvolgendo con scandali tutti i partiti borghesi. Nessun partito ne è esente. Neanche il M5S, che tanto si riempe la bocca di lotta alla corruzione in Italia. La corruzione infatti è connaturata al sistema capitalista e alla proprietà privata che rappresenta e di cui cura gli interessi, e pertanto è inestirpabile, finché non saranno aboliti il capitalismo e la proprietà privata stessi. La corruzione non è infatti un'anomalia del sistema, ma un suo costituente indispensabile, senza il quale la sua economia e la sua macchina statale non potrebbero funzionare.
Noi marxisti-leninisti italiani alle prossime elezioni amministrative a Brescello invitiamo le masse lavoratrici e popolari a non votare i partiti borghesi corrotti e corruttori al servizio del capitalismo e le invitiamo a disertare le urne dando così il voto all'astensionismo e al PMLI, per delegittimare le istituzioni rappresentative borghesi, perché anche Brescello sia governata dal popolo e al servizio del popolo attraverso la creazione delle istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo, le Assemblee popolari e i Comitati popolari.
8 giugno 2016