L'imperialismo è il responsabile della ecatombe dei migranti
I paesi dell'UE devono aprire le frontiere
A fine maggio l'Alto Commissariato Onu per i Rifugiati (Unhcr) diffondeva i dati relativi ai morti nel Mediterraneo, e in particolare nel Canale di Sicilia, a seguito dei ripetuti naufragi dei barconi carichi di migranti. Il bilancio soltanto dell'ultima settimana del mese ricavato dai colloqui con i sopravvissuti, secondo l'agenzia Onu, era di almeno 880 morti. L'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) stimava le vittime in più di mille. Secondo l'Unhcr sono almeno 2510 i migranti morti nel tentativo di arrivare in Europa via mare dall'Africa o dalla Turchia nei primi cinque mesi del 2016, di queste 2119 nella traversata dal Nord Africa all'Italia. Una strage, una vera e propria ecatombe di migranti che supera quelle finora conosciute del 2015 e del 2013 e che purtroppo non è finita, anzi è destinata ad aggravarsi con l'apertura di nuove e ancora più pericolose rotte come quella tra l'Egitto e l'Italia.
I muri anti-migranti costruiti lungo la penisola balcanica e i soldi regalati dell'Unione europea imperialista alla Turchia di Erdogan perché relegasse i profughi in campi sul proprio territorio hanno chiuso una via di accesso e spinto i flussi migratori verso la “vecchia” strada del Mediterraneo, confermatasi una strada di morte per tanti disperati. E non poteva essere diversamente dato che non è possibile neanche contenere il flusso migratorio se non si interviene anzitutto sulle cause che lo determinano, le guerre e la povertà generate dai paesi imperialisti.
Sono i governi imperialisti che impedendo alle vittime delle politiche di saccheggio e di guerra, della destabilizzazione di interi paesi, degli interessi economici delle multinazionali, di entrare nel continente in modo sicuro e le consegnano nelle mani dei criminali trafficanti di uomini, costringendole ai viaggi della morte. Viaggi che secondo un rapporto congiunto Europol-Interpol valgono un fatturato delle organizzazioni che gestiscono il traffico dei migranti verso l'Europa fra i 5 e i 6 miliardi di euro nel 2015. Una conferma che il capitalismo riesce a fare vergognosi affari lucrosi anche sulle disgrazie dei poveri e dei disperati.
Le terribili ecatombe e più in generale la questione delle ignobili condizioni di viaggio e detenzione dei migranti nell'area del Mediterraneo non saranno risolte finché la Ue e i singoli paesi per conto proprio a partire dall'Italia continueranno con la loro criminale politica imperialista nel Mediterraneo e di indifferenza nei confronti del grave problema dei sempre più numerosi profughi in fuga da guerre e carestie e di respingimento o incarcerazione come clandestini dei migranti che cercano la salvezza e una vita migliore nei paesi europei.
Invece la Ue ha in programma di chiudere entro la fine dell’anno, tra l'altro durante il semestre guidato dal reazionario e xenofobo premier slovacco Fico, le discussioni sulla revisione del regolamento di Dublino sull'identificazione dei migranti, sull'applicazione del trattato di Schengen dopo che molti paesi hanno seppur temporaneamente ripristinato i controllo alle frontiere; completare l’accordo con la Turchia e arrivare al varo della Guardia costiera europea. A breve termine la Commissione europea dovrebbe dare corpo al cosiddetto “Migration Compact”, un nuovo pacchetto di interventi per tentare di fermare i flussi migratori attraverso accordi con i paesi del Sahel e del Corno d'Africa affinché si tengano i migranti in casa propria e vigilino con maggiore attenzione sulle loro frontiere magari con l'aiuto della Ue, sul modello di quello con la Turchia.
Il testo messo a punto dalla Commissione sarà portato al Consiglio europeo del 28 giugno per avere il via libera da parte dei capi di Stato e di governo dei Ventotto. Intanto l'Austria schierava dal 24 maggio al Brennero un nuovo contingente di gendarmi per impedire l'ingresso dei migranti provenienti dall'Italia mentre con meno clamore mediatico la polizia francese bloccava e picchiava i migranti che riuscivano a transitare dal valico di Ventimiglia e li rispediva oltrefrontiera.
Nel dibattito si inseriva il ministro degli Interni Angelino Alfano che in linea con la legislazione italiana in merito, dalla legge Turco-Napolitano del 1998, che ha istituito quell'aberrante rete di lager che sono i centri di identificazione ed espulsione, alla famigerata legge Bossi-Fini del 2002 proponeva la costruzione di almeno una dozzina di nuovi centri di identificazione, oltre i quattro hotspot esistenti a Lampedusa, Trapani, Pozzallo e Taranto. Uno di questi lo aveva immaginato collocato su una nave della Marina italiana posizionata nel Canale di Sicilia. Quanto a costruire muri l'Italia imperialista di Renzi non è seconda a nessuno.
Una soluzione bocciata senza mezzi termini persino dal Segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana (Cei), Monsignor Nunzio Galantino: “l'hotspot è una riedizione in brutta copia dei luoghi di trattenimento di persone. (…) i migranti salvati in mare hanno il diritto, sulla base di una storia personale e non di una lista di cosiddetti 'paesi sicuri', di presentare domanda d'asilo e al ricorso se una domanda non venisse accolta. Sulle navi questo percorso di protezione internazionale non è possibile. Come non è pensabile l'utilizzo di navi destinate al soccorso per far stazionare nel Mediterraneo migliaia di persone in attesa di una non precisata destinazione. A meno che le si voglia riportare nei porti della Libia e dell'Egitto, condannandole a nuove forme di sfruttamento”. Riferendosi alla nuova ecatombe di migranti nel Mediterraneo Mosignor Galantino denunciava che “quelle morti sono uno schiaffo alla democrazia europea, incapace di salvaguardare e proteggere persone in fuga da situazioni create anche dalla politica estera e da scelte economiche europee. Purtroppo, non si è avuto il coraggio di creare 'canali umanitari', previsti dal diritto internazionale, verso i Paesi disponibili all'accoglienza, per favorire partenze in sicurezza ed evitare violenze, sfruttamento e morti".
L'ecatombe di migranti nel Mediterraneo è la diretta conseguenza dei nuovi conflitti, persecuzioni e violenze che funestano il Medio Oriente e l'Africa. Sono i paesi imperialisti che rapinano, sfruttano e affamano questi popoli, anche intervenendo militarmente in maniera diretta e fomentando guerre civili e conflitti interetnici, per perseguire i loro sporchi interessi neocolonialisti ed egemonici. Gli stessi paesi imperialisti che poi si rifiutano di accogliere e discriminano e trattano come paria i profughi e i migranti che la fame e le guerre spingono a rischiare la vita sui barconi della morte. Sosteniamo l'apertura delle frontiere italiane ed europee ai rifugiati e ai migranti come l'unico modo per evitare le stragi e permettere il loro ingresso libero e sicuro in Italia e in Europa. La fine dei muri contro i migranti deve essere accompagnata quantomeno dalla chiusura di tutti gli inumani lager per migranti, dall'abolizione definitiva e completa del reato di immigrazione clandestina alla sanatoria generalizzata per tutti i migranti senza permesso di soggiorno, alla parità di diritti sociali, civili e politici per tutti i migranti e il diritto di cittadinanza ai figli di immigrati nati nel nostro Paese.
8 giugno 2016