Papa Bergoglio e l'Imam egiziano uniti contro l'IS

 
Al termine dell’incontro avvenuto in Vaticano il 23 maggio scorso, papa Bergoglio e Ahmad Al-Tayyb, il Grande Imam di Al-Azhar, il più autorevole centro teologico dell'Islam sunnita che si trova al Cairo, si sono abbracciati pubblicamente per dare il segnale della “riconciliazione” dopo la rottura del 2011 in seguito alle dichiarazioni del papa precedente, Benedetto XVI, seguite all’attentato alla cattedrale cristiano copta di Alessandria.
“Il messaggio è l'incontro”, sottolineava Francesco, il fatto stesso che i due si erano incontrati comunicava la reciproca volontà di superare ogni incomprensione.
Il breve incontro, riferiva padre Federico Lombardi, è stato “molto cordiale”; il papa e l’Imam “hanno rilevato il grande significato di questo nuovo incontro nel quadro del dialogo fra la Chiesa cattolica e l'Islam”, ovviamente l'islam moderato non quello antimperialista, precisava il prelato evidenziando che i due si erano “intrattenuti sul tema del comune impegno delle autorità e dei fedeli delle grandi religioni per la pace nel mondo, il rifiuto della violenza e del terrorismo”, leggi lo Stato islamico (IS).
Nel 2011 Benedetto XVI aveva citato un attentato subìto dai copti ad Alessandria d'Egitto tra i motivi per i quali è “urgente necessità per i governi della Regione di adottare, malgrado le difficoltà e le minacce, misure efficaci per la protezione delle minoranze religiose”. Queste parole vennero interpretate dal Cairo come ingerenza politica e il governo egiziano di allora richiamò il proprio ambasciatore presso la Santa Sede; l’università sunnita di Al-Azhar, ricordando anche il discorso anti-islamico di Ratzinger a Ratisbona nel 2006, decise di sospendere il dialogo col Vaticano. Che oggi riprende, salvando ancora una volta l'imperialismo, nel nome della comune condanna del “terrorismo”, ovvero dell'IS.
 
 
 

8 giugno 2016