Ancora sangue nella zona Est di Napoli
De Magistris impotente di fronte alla mattanza della camorra
Zanotelli: "Basta esercito, è in atto una bomba sociale"
Redazione di Napoli
È martedì 7 giugno quando sotto i colpi sparati a ripetizione da due killer entrati in un circolo ricreativo di via Cleopatra nel quartiere Ponticelli, cadono a terra in una pozza di sangue prima Raffaele Cepparulo, 24 anni, effettivo destinatario dell’attentato, e Ciro Colonna, 19 anni, morto successivamente in ospedale. Si tratta dell’ennesimo duplice omicidio di camorra a Napoli spostando la guerra tra le cosche criminali dalla Sanità e Forcella alla zona Est dove si era rifugiato uno dei reggenti del clan Genidoni i cosiddetti “barbudos” perché tutti con la barba incolta e recanti sul proprio corpo tatuaggi inneggianti proprio al boss emergente, ossia Antonio Genidoni attualmente in carcere.
Cepparulo aveva da diverso tempo il ruolo di reggente del clan di giovanissimi criminali e sembra fosse implicato nell’attentato a uno dei clan storici della Sanità, i Vastarella, dov'erano morti due esponenti della famiglia da anni egemone nel quartiere popolare. Di qui la vendetta di camorra che ormai fa contare a decine i morti della criminalità organizzata dall’inizio dell’anno a Napoli. Un fatto gravissimo cui si aggiungono pericolosi segnali di un risveglio di guerra anche nelle zone calde di Scampia per l’egemonia delle decine di piazze di spaccio controllate dal clan Di Lauro, dagli “Scissionisti” e dai “Girati”. Infatti nella notte tra il 7 e 8 giugno due “stese” dei clan, ossia una sventagliata di proiettili che hanno distrutto vetri delle abitazioni, auto e negozi tra Secondigliano, Scampia e Casalnuovo hanno voluto portare un segnale chiaro dei clan "Scissionisti" direttamente ai "Girati" affinché si tengano alla larga dalle loro piazze di spaccio.
Un segnale su cui, ancora una volta, Alex Zanotelli e il gruppo “Un popolo in cammino” hanno detto non essere necessario l'intervento dell’esercito ma la riqualificazione sociale. Rivolgendosi alle istituzioni nazionali e locali in camicia nera, Zanotelli ha parlato di “bomba sociale in atto” affermando l’inutilità della militarizzazione del territorio. Una “bomba sociale” che vede l’impotenza del sindaco uscente De Magistris, “distratto” dal ballottaggio del 19 giugno, che ha già dimostrato la sua totale incapacità ad affrontare e risolvere il problema camorra in città, demandando la risoluzione al nuovo duce Renzi e al ministro Alfano come questione di ordine pubblico e lasciando al loro destino le periferie urbane e i quartieri popolari sempre più ostaggio delle cosche camorristiche.
15 giugno 2016