Elezioni comunali del 5 giugno
A Torino e nei comuni del Piemonte vince l'astensionismo
Dal nostro corrispondente del Piemonte
L’Organizzazione del Piemonte del Partito marxista-leninista italiano saluta con gioia rivoluzionaria la crescita dell'astensionismo alle elezioni comunali di Torino e del resto del Piemonte. In regione il 40,4% degli elettori (con un aumento del 9,1% rispetto alle precedenti comunali quando l'astensionismo si era attestato al 31,3%) non si è recato alle urne delegittimando, di fatto, le corrotte istituzioni borghesi. Aggiungendo alla diserzione delle urne anche le schede annullate e quelle lasciate bianche è lampante che a vincere in Piemonte è stato l'astensionismo. Evidentemente le sirene propagandistiche borghesi non riescono più, nonostante i loro sforzi e il favore dei media, a ingannare le elettrici e gli elettori più informati e consapevoli. Questi anzi dimostrano una sempre maggiore coscienza politica nel loro distacco totale dai partiti e dalle istituzioni borghesi, sempre più avvertiti come dei corpi estranei, al servizio dei "poteri forti" e immersi nella corruzione e nel malaffare.
Rispetto alle precedenti amministrative le masse popolari piemontesi hanno effettuato un vero balzo in avanti per la delegittimazione del sistema politico borghese: nella precedente tornata il Piemonte era, nella diserzione al voto, circa un punto percentuale sotto la media nazionale (-1,3%) ora la supera di due punti e mezzo (+2,5%).
Piena la vittoria a Torino dove l'Organizzazione del Piemonte del PMLI si è cimentata per la prima volta in una serie di denunce politiche e giornalistiche ai partiti e ai caporioni borghesi candidati alla carica di sindaco e dove per la prima volta è stato sperimentato, con pieno successo, un volantinaggio itinerante astensionista. Nel capoluogo l'astensionismo ha veramente trionfato. Il 42,8% degli elettori (con una crescita del 9,4% rispetto alla precedente tornata) ha disertato le urne. Il risultato è tanto più significativo in quanto con ben 34 liste elettorali le possibilità di “scelta” degli elettori erano veramente impressionanti. Non è un aspetto da trascurare. Anche in una grande città come Torino il numero elevato di liste e di candidati, con una capillare presenza in ogni quartiere, si traduce spesso nella conoscenza personale di qualche candidato. Evidentemente ciò non è bastato per trarre in inganno le masse popolari.
Non hanno funzionato nemmeno i caporioni del Movimento 5 Stelle, quelli “diversi dagli altri”, così come hanno toppato in modo clamoroso i riformisti di “sinistra” e i falsi comunisti. Per quanto riguarda il M5S pare assodato che peraltro in modo solo parziale intercetti il malcontento di elettori delusi degli altri partiti, soprattutto quelli dell'area di "centro-sinistra”.
Una vera batosta invece per la falsa “sinistra” torinese. La mini-coalizione a sostegno dell'ex sindacalista riformista Airaudo si è fermata al 3,5% dei voti validi mentre il falso partito comunista di Rizzo ha realizzato lo 0,83%! Questo imbroglione ha ricevuto davvero quello che si merita. Le masse popolari torinesi dopo averlo umiliato alla manifestazione per le case popolari e contro gli sfratti di sabato 28 maggio scorso quando lo hanno completamento ignorato a eccezione di qualche esplicito sfottò, di fatto lo hanno affossato politicamente e personalmente. La batosta elettorale che ha subito è infatti, prima ancora che del suo partito, sua personale visto che si era messo in campo in prima persona. Speriamo che chi l'ha votato in buona fede, si accorga presto che il partito di Rizzo non ha nulla di comunismo.
La vittoria dell'astensionismo a Torino così come in tutto il Piemonte è una vittoria delle masse popolari e anche una vittoria del PMLI per quello che ha potuto fare nel capoluogo regionale. Per i ballottaggi l’invito del PMLI è quello di non dare il voto a nessuno dei candidati che si contendono le ambite e lautamente retribuite cariche di sindaco. Nessuno di essi ha rappresentato e rappresenta gli interessi delle masse popolari ma solo quelli della borghesia piemontese e pertanto devono essere delegittimati, come prima cosa negando loro il voto. Sarà compito del PMLI perseverare con gli sforzi affinché il distacco delle masse dai partiti del regime neofascista e dalle corrotte istituzioni borghesi assuma una precisa connotazione politica e di classe, traducendo così l'astensionismo in un voto dato al PMLI e al socialismo.
15 giugno 2016