Contro la "riforma" del lavoro
Imponente manifestazione dei lavoratori francesi
Duri scontri con la polizia. 15 fermi e 26 feriti

 
Alla testa del corteo che si stava formando in Place d'Italie a Parigi, fra decine di bandiere rosse sindacali campeggiava un grande striscione con la scritta "Per nuovi diritti"; era una delle parole d'ordine con le quali il sindacato Cgt aveva convocato la giornata di mobilitazione generale del 14 giugno contro la Loi Travail, la controriforma della legge del lavoro, che dopo il passaggio senza dibattito alla Camera è in discussione al Senato. Secondo i sindacati sono stati almeno un milione i manifestanti che hanno dato vita a imponenti cortei, da quello principale di Parigi a quelli di tante città della Francia; per la Cgt quella del 14 giugno è stata la più grande dimostrazione di forza negli oltre 3 mesi di proteste, un segnale che il movimento di lotta è ancora in piedi e ben vivo.
I lavoratori francesi sono ancora decisi a sviluppare la protesta e farsi sentire in piazza nonostante il paese sia stato blindato dal governo socialista di Emanuel Valls con la scusa del mantenimento della sicurezza contro il pericolo di "terrorismo" durante eventi sportivi quali gli europei di calcio e il prossimo giro ciclistico, il Tour. L'effetto dello stato di emergenza decretato dal governo in seguito agli attentati terroristici del novembre scorso e prorogato fino a luglio dal parlamento lo si vede nel puntuale intervento repressivo della polizia che anche durante le manifestazioni del 14 giugno ha attaccato i cortei con lacrimogeni e idranti. Affrontata dai manifestanti in duri scontri a Parigi e in altre città con un bilancio, al momento in cui scriviamo, di 15 fermi e almeno 26 feriti.
Alcuni capitoli della legge preparata inizialmente dalla ministra del Lavoro Myriam El Khomri sono stati modificati dal governo Valls per tentare di dividere il movimento sindacale e studentesco che subito aveva riaffermato la volontà di non fermarsi fino al ritiro puro e semplice della legge. Nonostante le pressioni del governo e del presidente Hollande solo il sindacato socialista della Cfdt ha mollato la lotta. Le modifiche hanno riguardato solo aspetti parziali, lasciando intatte le questioni principali che porteranno una maggiore precarietà nel rapporto di lavoro e che sono ritenute blindate dalla Confindustria. Hollande e governo sono con i padroni, contro i principali sindacati e il forte movimento dei lavoratori e degli studenti che tiene la piazza.
Dopo la giornata di mobilitazione nazionale del 14 giugno restano in sciopero i ferrovieri e i tassisti nei giorni della discussione della legge al Senato dove il primo voto formale è previsto per il 28 giugno.
Il proletariato, i lavoratori e le masse popolari e giovanili francesi sono un fulgido esempio per il movimento operaio e popolare italiano, europeo e del mondo intero. Stanno dimostrando nei fatti che è la lotta di classe l'unica strada per difendere i loro interessi immediati e a lungo termine ed è la lotta di classe l'arma invincibile di cui dispongono per combattere il capitale, lo sfruttamento capitalistico e i governi borghesi.
Evviva il proletariato, i lavoratori e il movimento popolare e giovanile francesi in lotta contro la “riforma” del lavoro. Che i lavoratori italiani imparino da loro per combattere il Jobs Act, il padronato e il governo del nuovo duce Renzi.

15 giugno 2016