La Nato schiera razzi antimissili nell'Europa dell'Est
Mosca: “Minaccia per noi”

 
Dalla metà di maggio l'alleanza militare imperialista della Nato ha iniziato lo schieramento di razzi antimissile Sm-2 nella base di Desevelu, in Romania; contemporaneamente dava il via ai lavori per la loro seconda base a Redzikovo in Polonia. Il segretario generale della Nato, l’ex premier laburista norvegese Jens Stoltenberg, nell'occasione del dislocamento dei missili in Romania affermava che essi "non sono rivolti contro i missili atomici strategici russi, sono troppo pochi, troppo a sud, troppo vicini alla Russia; lo abbiamo spiegato più volte ai russi. Noi siamo preoccupati per il crescente numero di paesi imprevedibili che in Medio Oriente e Asia hanno missili balistici, per questo vogliamo lo scudo antimissile Nato, che non è contro Mosca". "Più volte abbiamo offerto alla Russia di costruire il sistema insieme contro quelle minacce", ribadiva Stoltenberg.
La oramai conosciuta tiritera degli imperialisti americani e dei loro partner della Nato per far ingoiare il boccone a Mosca non ha mai convinto la Russia di Putin, né quando la pronunciavano esponenti dell'amministrazione repubblicana del reazionario Bush che ha ideato lo scudo spaziale, né dai sostituti democratici con l'avvento del doppio mandato dell'amministrazione di Obama che ha confermato il progetto con non sostanziali modifiche.
E infatti la risposta secca e contrariata di Mosca non si è fatta attendere. "Il sistema ci minaccia, risponderemo", affermava il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov. "La questione, contro chi sia rivolto questo sistema della Nato resta aperta", sottolineava Peskov ricordando che "il presidente Putin ha chiesto ripetutamente contro chi il sistema funzionava o avrebbe funzionato in futuro", senza avere risposte soddisfacenti. "Stiamo già adattando misure per garantire il necessario livello di sicurezza della Russia", garantiva Peskov secondo il quale "non c’è alcun dubbio che i sistemi antimissile recentemente installati rappresentino una minaccia reale per la sicurezza del nostro Paese”. Mentre la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova definiva le posizioni americane dei "trucchetti con la difesa antimissile europea definita rivolta contro l'Iran e non contro la Russia", accusava gli Stati Uniti e i loro alleati nella Nato di aperta violazione degli accordi stipulati con la Russia e aggiungeva che Mosca, in una simile situazione, si riservava il diritto di rispondere.
Gli Sm-2 sono missili antimissile con un raggio di intervento limitato, fino a 170 chilometri, non sono quindi adatti a intercettare i missili intercontinentali di Mosca neanche se posti in basi vicine alla Russia, assicuravano da Washington, sottolineando che il loro progetto di scudo in Europa non faccia parte di un piano per la creazione di un sistema antimissile globale pensato per distruggere il potenziale nucleare in Russia ma solo per prevenire potenziali minacce da parte dell’Iran e della Corea del Nord. Fronteggiare la "minaccia" della lontana Corea del Nord con missili di portata limitata resta una giustificazione ridicola; altettanto quella che tira in ballo l'Iran ora che Washington e Teheran, dopo l'accordo sul nucleare iraniano, sono quantomeno non ostili se non addirittura alleate in Medio Oriente nel caso della guerra allo Stato islamico.
L'imperialismo russo con Putin ha rialzato la cresta, vedi l'intervento in Siria deciso nel settembre scorso. Ma prima ancora il Cremlino aveva alzato il tiro contro la Nato, protagonista sopratutto in Europa dell'accerchiamento a Mosca con la politica di conquista dei paesi dell'Est, dal Baltico al cuore dell'Europa fino all'Ucraina, dove il progetto si è inceppato per l'intervento russo.
In merito alla messa in opera delle nuove basi in Europa, a Mosca sostengono non a torto che le piattaforme di lancio dei missili della base rumena, anche se inoffensive perchè troppo vicine al territorio russo come affermano alla Nato, potrebbero essere comunque utilizzate per il lancio da terra di missili da crociera; una operazione vietata dal Trattato Inf (Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty) siglato nel 1987 tra Ronald Reagan e Mikhail Gorbachev per porre fine alla vicenda degli euromissili. E sono comunque collegate al sistema antimissile Aegis che opera pilotando i missili intercettori installati su navi militari.
Già nel novembre 2015, il presidente Vladimir Putin nel corso di una riunione dedicata al tema dello sviluppo del complesso industriale-militare dichiarava che "la Russia adotterà le contromisure necessarie per rafforzare il potenziale delle sue forze nucleari strategiche” che gli Stati Uniti e i loro alleati vorrebbero neutralizzare col cosiddetto scudo antimissile.
Della risposta del Cremlino facevano parte i missili Iskander schierati attorno a Kaliningrad, lo sviluppo del supermissile intercontinentale Ss-30 e di un nuovo razzo torpedo a propulsione nucleare predisposto per il lancio da strutture sottomarine, la messa in servizio dei nuovi bombardieri tattici Sukhoi 34.
Il braccio di ferro imperialista rivitalizzato tra Usa e Russia sugli arsenali nucleari era confermato dall'assistente del vicesegretario della Difesa Usa per gli Affari politici, Brian McKeon, che il 13 aprile scorso dichiarava: “A causa del non rispetto del Trattato Inf da parte della Russia, stiamo sviluppando una strategia di risposta alle operazioni militari russe che comprende modifiche e ampliamenti nello scudo antimissile, per contrastare il potenziale offensivo della Russia”.

22 giugno 2016