Al Forum economico internazionale a San Pietroburgo
Putin esalta Renzi, col quale fa affari d'oro
Il nuovo duce media tra Ue e Russia
Il Forum economico internazionale di San Pietroburgo del 17 giugno, che aveva l’Italia come paese ospite di questa edizione, è stata la sede dell'incontro tra il padrone di casa, il nuovo zar del Cremlino Vladimir Putin e il nuovo duce italiano Matteo Renzi, che sembrano viaggiare di comune accordo su vari temi e intanto mandano avanti gli affari, affari d'oro pur in presenza di quella “scocciatura” che sono le sanzioni volute dagli Usa e applicate anche dalla Ue contro Mosca per il braccio di ferro imperialista al momento solo assopito sull'Ucraina.
Nella tavola rotonda del vertice Putin non ha lesinato gli elogi al collega imperialista che si è confermato a molto a suo agio davanti le telecamere: “gli italiani devono essere orgogliosi di lui, Renzi è un grande oratore. L'Italia può andare fiera di un premier del genere". Elogi pubblici non certo solo per l'abilità oratoria ma soprattutto per la sostanza, a partire ad esempio dall'appoggio dato da Renzi all'intervento armato russo in Siria a sostegno di Assad e degli interessi imperialisti di Mosca nel paese e nel Mediterraneo e contro loStato islamico. “Condivido l'appoggio saggio (sic!) sulla questione siriana – è stato l'incredibile commento di Renzi - Aggiungo che a mio giudizio è fondamentale che la Russia sia partecipe ai tavoli mediterranei. Noi siamo molto interessati al fatto che la Russia sia partner nella risoluzione di alcuni conflitti”. A colpi di bombardamenti, come in Siria.
La pietanza principale del menù di San Pietroburgo erano comunque gli affari, con la delegazione italiana formata da manager di un nutrito gruppo di aziende pubbliche e private, dall'Eni alla Saipem, da Finmeccanica a Fincantieri, Pizzarotti costruzioni e Tecnimont, solo per citarne alcune. Per Putin ciò rappresentava “la conferma dell’interesse italiano a collaborare con le aziende russe, l’Italia è il nostro quinto partner commerciale, l’interesse è reciproco e al centro dei contratti rimane l’energia”. Putin annunciava pure l'accordo con l’Agenzia spaziale italiana che permetterà a un cosmonauta italiano di partecipare a una missione spaziale con i russi nel 2017.
Renzi faceva il bilancio dell'incontro sottolineando: “abbiamo firmato undici accordi per più di un miliardo di euro, si tratta di intese che spalancano le porte a partnership che valgono oltre quattro miliardi. Sul fronte dell'energia da qui a 20 anni Russia e Italia avranno tanti settori di cooperazione e quello energetico sarà tra quelli prioritari. Con il buon senso, le soluzioni si troveranno facendo uno sforzo tra le autorità russe e quelle europee”. Superando i problemi del passato derivati dalla crisi ucraina, come quelli che hanno fatto cadere il progetto del gasdotto South Stream.
Rapporti politici e affari viaggiavano di conserva nei commenti di Renzi laddove sosteneva che “abbiamo valori comuni. Mosca è strategicamente importante per la risoluzione dei conflitti internazionali. E l'Italia vuole essere più presente economicamente in Russia”. O come quando affermava: “le sanzioni non si rinnovano in modo automatico ma il punto chiave è che o c'è un dibattito politico dentro il Consiglio su quello che sta avvenendo o le sanzioni e le controsanzioni diventano ordinaria amministrazione. Noi anche nella prossima riunione degli ambasciatori a Bruxelles chiederemo che di sanzioni si discuta in sede di Consiglio e si possa sentire quale è stato dell'arte sull'attuazione di Minsk”, gli accordi di tregua sull'Ucraina.
A San Pietroburgo era presente anche il presidente della Commissione europea Jean Claude Junker, secondo il quale Russia ed Europa “hanno bisogno di ricostruire il loro rapporto”. Renzi prova a fare da mediatore ma il compito non è facile; lo conferma il fatto che lo stesso giorno del Forum il Consiglio europeo a Bruxelles annunciava che le misure sanzioni alla Russia in scadenza a fine luglio sono prorogate fino al giugno del 2017.
A Putin che affermava che “se continuiamo a spaventarci l’un l’altro e la Nato continua a dover avere un nemico per giustificare la sua esistenza, non posso escludere che si ritorni alla guerra fredda”, Renzi rispondeva che “la parola guerra fredda non può stare nei vocabolari del terzo millennio, è fuori dalla storia, fuori dalla realtà ed è inutile. Russia ed Europa devono tornare a essere ottimi vicini di casa. Russia ed Europa condividono gli stessi valori (imperialisti, ndr)”. Il nuovo duce media tra Ue e Russia e intanto vanno avanti gli affari.
22 giugno 2016