Dalla base navale di Tartus la Russia di Putin muove i suoi bombardamenti all'IS
Recentemente è stata bersaglio di un attacco dello Stato islamico
Quando e se ci sarà un nuovo appuntamento per la ripresa dei lavori della conferenza internazionale sulla Siria non è dato sapere; la coalizione imperialista a guida Usa sembra attendere gli esiti dell'offensiva delle forze curde che appoggia con l'aviazione su Raqqa, quella sempre imperialista ma guidata dalla Russia sembra attendere l'esito dell'attacco delle forze del regime di Assad appoggiate dall'aviazione di Mosca nella zona di Aleppo. Entrambe pensano di arrivare all'appuntamento su una posizione di maggior forza grazie ai meriti conquistati sul campo; in particolare la Russia di Putin che per il suo intervento in Siria ha rafforzato la presenza militare navale nel Mediterraneo orientale facendo perno sulla base in terra siriana a Tartus, una delle basi potenziate per sostenere gli attacchi contro lo Stato islamico (IS).
Una base nella provincia di Latakia ritenuta in zona sicura finora e violata per la prima volta il 23 maggio da un pesante attacco che ha causato oltre 140 morti e circa 200 feriti per una serie di esplosioni che hanno preso di mira di mira diverse località nelle città costiere di Jableh e Tartus, sedi di strutture militari russe, la base navale di Tartus e la base aerea di Khmeimim.
Gli attacchi sono stati rivendicati dal gruppo jihadista Ahrar al-Sham al-Islamiyya, appoggiati dai militanti dello Stato islamico secondo la rivendicazione pubblicata dall’agenzia di stampa Amaq, vicina all'IS.
22 giugno 2016