In qualità di ad di Expo non denunciò alcune sue proprietà: una casa in Svizzera, un'immobiliare in Romania e una società in Italia
Il neosindaco di Milano Sala indagato
Altro che “onestà e trasparenza”, come promesso in campagna elettorale: appena eletto, il neosindaco piddino di Milano, Giuseppe Sala, è finito nel registro degli indagati con l'accusa di falso in autocertificazione.
A dare il via alle indagini è stato un esposto presentato il 21 aprile scorso, in piena campagna elettorale, dall'ex vicesindaco Riccardo De Corato il quale ha segnalato in procura che nel febbraio 2015, l'allora amministratore delegato di Expo, ha “dimenticato” di dichiarare in un'autocertificazione, obbligatoria per tutti i funzionari pubblici, una serie di proprietà e attività economiche fra cui spiccano un casa vicino Saint Moritz, un'immobiliare in Romania e la società italiana Kenergy.
L'inchiesta è stata avviata come atto dovuto e Sala è stato iscritto nel registro degli indagati. Nei prossimi giorni la procura deve decidere se procedere secondo quanto stabilito dal Dpr 445 del 2000, che regola appunto le autocertificazioni sottoscritte di fronte all'amministrazione pubblica, oppure archiviare il caso considerandolo un “semplice” illecito amministrativo.
Nel primo caso si procede per falso, quindi un reato penale, per cui Sala rischia di finire sotto processo e beccarsi una pena fino a due anni di carcere; nel secondo caso il fascicolo passa per competenza al prefetto di Milano che ha il potere di infliggere a Sala le sanzioni amministrative previste dalla legge.
In ogni caso, se il buongiorno si vede dal mattino, la consigliatura di Sala, che tra l'altro non ha fatto nemmeno in tempo a portare a termine la sua prima uscita pubblica con la fascia tricolore di Milano alla festa della Guardia di Finanza, non promette nulla di buono per le masse popolari milanesi.
13 luglio 2016