Aerei Usa fanno strage di 56 civili a Manbij in Siria
Lo Stato islamico afferma che sarebbero “160 civili, per lo più bambini e donne” . Strage di civili anche a Damasco e Aleppo
I media al servizio degli imperialisti non ne parlano

 
Almeno 56 civili, fra i quali 11 bambini, sono morti e altre decine sono rimasti feriti a Tukhar Kabir, una località presso Manbij, tra Raqqa e Aleppo, il 19 luglio sotto il bombardamento dell'aviazione americana. La notizia era diffusa dall'Osservatorio per i diritti umani con sede in Gran Bretagna che evidenziava come i caccia Usa fossero partiti dalla base Nato di Incirlik, in Turchia, appena tornata operativa dopo la chiusura imposta dal presidente Erdogan in seguito al fallito golpe del 15 luglio.
Secondo le fonti della televisione qatariota al-Jazeera, i raid avrebbero ucciso almeno 125 civili, intere famiglie, tante donne e molti bambini in un'area dove vivono molti sfollati in fuga dall'offensiva lanciata nella zona a fine maggio dalle "Forze democratiche siriane", la formazione guidata dai curdi siriani armata e sostenuta dagli Stati Uniti, contro le zone controllate dallo Stato islamico (IS). Il giorno precedente, il 18 luglio, altri 21 civili erano rimasti uccisi in un raid aereo nel quartiere Hazawneh di Manbij per un totale di 77 uccisi in soli due giorni.
Lo Stato islamico, tramite la sua agenzia di stampa Amaq, ha denunciato che il raid aereo Usa ha ucciso "160 civili, per lo più bambini e donne"; più di 20 i bambini secondo L'Unicef. La tv iraniana ha parlato di 140 vittime, l'agenzia siriana Sana di 120, mentre profughi di Manbij raccontavano di un numero di vittime civili sopra le 200. I raid aerei imperialisti sulla città non si sono fermati, il 23 luglio sono stati più di una decina e hanno colpito fra gli altri tre ospedali.
Il colonnello americano Chris Garver, portavoce della coalizione contro l'IS, sottolineava che le forze statunitensi negli interventi in Siria e Iraq sono state "straordinariamente attente ad assicurarsi che gli attacchi aerei fossero condotti soltanto contro i combattenti dell'Is", un modo per ribaltare i fatti e negare che si trattava non di miliziani dell'IS ma di civili in fuga dall'offensiva condotta da settimane proprio dalla coalizione imperialista.
La tattica è quella di negare la verità o occultarla col contributo dei media al servizio degli imperialisti che appoggiano la guerra allo Stato islamico e hanno quasi del tutto nascosto il massacro di Mandij. Un'opera di disinformazione sofisticata che serve alla propaganda della coalizione imperialista guidata da Obama per accusare di barbarie lo Stato islamico e nascondere le proprie responsabilità nell'aver scatenato una guerra, non da quando è nato l'IS, ma da oltre vent'anni che sta devastando il Medio Oriente e i suoi popoli; anni di guerre, bombardamenti, distruzioni e massacri compiuti dall'imperialismo del quale quello di Mandij in Siria non è che uno di una lunga lista.
Una lista che si aggiorna con gli attacchi aerei compiuti dall'altra coalizione imperialista in azione in Siria, quella guidata dall'imperialismo russo a sostegno del regime di Assad. Il 24 luglio a Aleppo sono stati colpiti sei ospedali da campo e una banca del sangue; un gruppo di medici locali, l'Associazione medici indipendenti, denunciava che gli attacchi erano opera delle forze aeree russe e governative. Fra i sette ospedali colpiti e distrutti vi erano quello pubblico di Idlib, capoluogo dell'omonima regione nord-occidentale, e quello nella Ghuta orientale, vicino a Damasco. La barbarie non può non scatenare altra barbarie.
 

27 luglio 2016